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Il concorso

I migliori vini d’Abruzzo: svelati i risultati del concorso “Gironi Divini 2021”

06 Settembre 2021
I_Trebbiano_dAbruzzo_finalisti I_Trebbiano_dAbruzzo_finalisti

Si è appena concluso il concorso “Gironi Divini 2021” giunto alla IX edizione organizzato dalla Live Communication Group.

Il concorso, con la direzione di Franco Santini, ha visto esperti del settore e appassionati stabilire una classifica dei migliori vini d’Abruzzo suddivisi in 6 categorie. L’appuntamento si è tenuto a Tagliacozzo (AQ) anche se alcuni appuntamenti sono stati “itineranti” in vari paesi della Marsica, come Avezzano, Magliano de’ Marsi e Sante Marie, con 9 sessioni di degustazione. Oggi la manifestazione rappresenta, per la qualità e per la numerosità delle partecipazioni, uno dei più importanti eventi del vino di tutta la regione. La competizione ha visto la partecipazione di una giuria tecnica che ha avuto il compito di selezionare i vini da portare alle finali in cui, una successiva giuria popolare di appassionati e winelover, ha decretato i vincitori. La giuria tecnica ha visto la partecipazione di Andrea De Palma, per oltre 15 anni curatore per l’Abruzzo della guida Vinibuoni d’Italia del Touring Club, Carlo Dugo, titolare della distribuzione Enosis e ambasciatore per l’Italia del prestigioso Concours Mondial de Bruxelles, Marco Sciarrini, della testata giornalistica Cronache di Gusto,e Daniele Moroni, della testata giornalistica Vinodabere.it, insieme a Giuseppe Caudai per la Fisar e Paolo Zazza per la Fis. La bravura degli organizzatori è stata quella di riuscire ad abbinare un evento prettamente legato al vino anche al turismo e alla ristorazione, visto che molte delle degustazioni sono avvenute in ristoranti ed enoteche, che hanno valorizzato un intero territorio. Le degustazioni hanno evidenziato come il vitigno principe abruzzese, il Montepulciano d’Abruzzo, abbia scalato le preferenze dei consumatori, mentre il Cerasuolo lo abbiamo trovato un passo indietro. Per i vini bianchi si conferma il boom del Pecorino con un aumento della qualità e si constata un ritorno anche al Trebbiano con alcune rivisitazioni di vinificazione che lo rendono più appetibile agli appassionati. I vini in concorso sono stati 250 in rappresentanza di 60 cantine.

(I vini finalisti)

Per i Trebbiano d’Abruzzo c’è stata una vittoria a pari merito: il Bianchi Grilli per la testa 2019 di Torre dei Beati e il In Petra 2019 della cantina Chiusa Grande. “Due vini diversi – ha commentato Franco Santini, direttore artistico della manifestazione – per concezione e realizzazione, ma davvero buonissimi a dimostrazione ancora una volta che quando ben interpretato il Trebbiano è il migliori bianco della nostra regione”. Completa il podio il Castello di Semivicoli 2018 di Masciarelli, con gli altri finalisti appena dietro: Le Coste di De Antoniis, il 3 di Di Sipio, il Manus Plere di Tenuta Arabona, il Vigneto di Popoli di Valle Reale, il Fonte Cupa di Montori e i Trebbiani di Contesa e La Quercia. “Tutti meritevoli di un applauso – ha continuato Santini – dopo aver superato la concorrenza di oltre 50 “colleghi” in concorso”.

(La giuria tecnica)

Discorso che vale anche per la seconda categoria, dove a sfidarsi erano vini da uve molte diverse fra loro. “Una degustazione da montagne russe – ha sottolineato il direttore artistico di Gironi divini – che non aveva nessuna ambizione tecnica, ma che invece giocava molto sull’appeal puramente edonistico del vino”. E così fra malvasie e moscati, chardonnay e uvaggi, a raccogliere il maggior consenso del pubblico è stato il Triluna di Rosarubra, che ha prevalso di un soffio sulla Malvasia Bio dell’azienda Biagi. Il primo un blend di chardonnay, sauvignon e malvasia sapientemente costruito, tutto giocato sulla piacevolezza e morbidezza. Il secondo una malvasia davvero tipica e ben fatta, come se ne trovano poche in regione. A seguire, con breve distacco, tutti gli altri che citiamo in ordine casuale: i vini da uva Passerina di Torri, di Guardiani Farchione e di Casal Thaulero, lo chardonnay Pan di Bosco, il Bianco di Tilli, la Cococciola di Giovenzo Vini, il Moscato Fonte Grotta di Tenuta Secolo IX e il taglio di Trebbiano e Moscato dell’azienda Tenuta Grossi. Per la categoria Pecorino in finale erano stati selezionati dalla giuria tecnica che si è riunita nelle scorse settimane i vini delle seguenti cantine: Abbazia di Propezzano, Velenosi, Strappelli, Faraone, Natarelli, Tocco, Tenuta I fauri, Radica. Tutti annata 2020. Il Pecorino più apprezzato dal pubblico, un po’ a sorpresa, è stato l’Ariosa della piccola azienda Olivastri Tommaso, di San Vito Chietino. Un pecorino di costa, quindi, davvero ben fatto. Sincero, genuino ed equilibrato: un vino vero, tutt’altro che ruffiano e modaiolo, che rispecchia molto il carattere di chi lo produce. Subito sotto il Pecorino di Tenuta i Fauri e quello di Strappelli, a completare il podio. Il primo è ormai un classico, pluripremiato dalle principali guide di settore. Quello del teramano Strappelli è anch’esso una bella sorpresa, vista la fama di azienda “rossista”.
Per il Montepulciano d’Abruzzo giovani (annate 2018-2019), a vincere un vino modello in tal senso: il Malandrino 2019 della cantina aquilana Cataldi Madonna. Nome che forse non ha bisogno di troppe presentazioni, ma che è stato volutamente “stravolto” negli ultimi anni da quel “visionario” di Luigi Cataldi Madonna. Visionario perché lui, prima degli altri, spesso intravede direttrici e traiettorie su cui molti spesso di accodano. Ecco allora che il Malandrino ha conquistato tutti per la sua beva trascinante, per la freschezza, per il dinamismo che quel territorio magico di Ofena sa regalare.

Le classifiche divise per categoria sono state:

Trebbiano d’Abruzzo:
1 – Bianchi Grilli per la Testa 2019 di Torre dei Beati
1 – In Petra 2019 di Chiusa Grande

Bianchi da uvaggio e vitigni minori
1 – Triluna 2020 di Rosarubra
2 – Malvasia Bio 2020 di Biagi
3 – Bianco 2019 di Tilli

Pecorino
1 – L’Ariosa 2020 di Olivastri
2 – Pecorino 2020 di Tenuta I Fauri
2 – Le Vigne 2020 di Faraone

Cerasuolo d’Abruzzo
1 – Cerasuolo 2020 di Ciavolich
2 – Pettirosce 2020 di Lunaria Bio
3 – Fonte Vecchia 2020 di Cantina del Fucino

Montepulciano d’Abruzzo giovani (annate 2018-2019)
1 – Malandrino 2019 di Cataldi Madonna
2 – Notàri 2019 di Nicodemi
2 – Montepulciano 2018 di Buccicatino

Montepulciano d’Abruzzo da invecchiamento (annate 2017 in giù)
1 – Pathernus Riserva 2013 di Cioti
2 – Pignotto 2015 di Monti
3 – Spirò 2014 di Novaripa

C.d.G.