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Il concorso

Vota il ristorante, i vincitori di giugno

16 Luglio 2012
vincitori vincitori


Francesco Fusco, Daniela Lo Monaco, Maurizio Andreini

Maurizio Andreini di Pedrengo in provincia di Bergamo, Daniela Lo Monaco di San Gregorio, provincia di Catania e Francesco Fusco di Napoli sono i vincitori di giugno di Vota il ristorante e vinci il vino.

Maurizio è laureando in Giurisprudenza  e oltre a cibarsi di libri di diritto ama sperimentare la buona cucina. “Ho iniziato a coltivare questa ricerca del gusto con la frequentazione di un seminario di Veronelli. Poi ho approfondito partecipando alle iniziative organizzate dalla condotta Slow Food Valli Orobiche. Il mio interesse è quello di capire cosa sta alla base di quello che assaggio, chi produce, con quali metodologie sostenibili”. Chi si divide tra Diritto e cucina è anche Daniela Lo Monaco, avvocato e impiegata all’amministrazione pubblica. Brava cuoca tanto che i suoi bimbi la spronano chiedendole se mai aprirà un giorno un ristorante. “La mia passione è per le cose buone e genuine, mi piace sperimentare tra i fornelli di casa, ho il garage pieno di riviste di cucina. La trasmetto in famiglia. I miei due figli quando andiamo nei ristoranti giocano a fare gli chef o il personale di sala”. Il terzo vincitore è un ex produttore di vino, oggi impiegato in un’azienda. “Ho cominciato con il vino, lo producevo nella zona del beneventano l’amore per il cibo è venuto un po’ dopo. Facevo anche il turista gourmand, ma la mia più che passione per il buon cibo è quella del buon vivere senza esagerazione. Mi piace la cucina sperimentale, ma oggi costa dovendo anche far quadrare i conti per la famiglia. Così mi sono accostato a quella tradizionale. Scelgo i locali con guida alla mano. Una volta sul posto mi piace qualche volta farmi consigliare sia sul cibo che sul vino”. 

Da Mimmo – Bergamo
di Maurizio Andreini
Il locale si trova nella via principale di Città Alta, nella struttura della “Casazza”, palazzo storico del 1300, ed è stato incluso nell'elenco dei negozi storici di rilevanza locale. Le eleganti sale interne e la fresca terrazza estiva esterna sapranno accogliere il cliente in ogni stagione, creando uno spazio riservato e tranquillo in cui gustare una cena con amici, con la famiglia, con il partner. Nonostante il gran numero di coperti, è sempre consigliabile la prenotazione del tavolo. Il servizio è ben curato, rapido ed aperto ad ogni richiesta ed esigenza del cliente. Il personale è attento, competente e puntuale, talvolta un po' pressante, ma mai in modo esagerato. Il menu dedica spazi alla tradizione ed alla sostenibilità del cibo e della sua produzione: sono numerosi i piatti composti da ingredienti tipici locali riportati all'attenzione dei consumatori mediante i progetti dei Presidi Slow Food; il pesce è selezionato in base all'uso delle tecniche di pesca indicate dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali coordinate con il progetto Slow Fish. La carta è arricchita da ricette campane, come la gustosa parmigiana di melanzane della signora Lina, in onore delle origini di Mimmo, patron del locale. Nota di merito alla pizza: poche scelte, classiche, gustose, digeribili e di gran qualità, grazie anche alla scelta degli ingredienti ed alla lunga lievitazione dell'impasto. Carta dei vini che alterna etichette ricercate a scelte seriali: l'appassionato saprà trovare la bottiglia adatta all'occasione puntando su produttori non banali ed ottenendo soddisfazioni. Ricarichi nella media. Il locale, come avviene in quasi tutta l'Italia, prevede nel conto finale l'ormai desueto e fastidioso balzello del coperto. Iniziare ad adeguarsi al resto dell'Europa, soprattutto nei locali meta di turisti, può essere un piccolo ma evidente segnale di crescita di un sistema che ha grandissime potenzialità!
Voto: cinque stelle 

Borghetto Santa Caterina – Pedara (Ct)
di Daniela Lo Monaco
Non è semplice trovare un locale come questo, dove si punta tutto sulla qualità. Se si va di fretta o ci si accontenta di tutto o, ancora, se si cerca un posto economico, di sicuro Borghetto Santa Caterina non fa al caso vostro. La filosofia dei coniugi che gestiscono il locale è quella di offrire ai clienti il miglior prodotto possibile, utilizzando materie prime di alto livello sapientemente trasformate da chi non solo conosce bene il proprio mestiere, ma dimostra un amore per la cucina e per i prodotti del territorio che di sicuro rappresenta il valore aggiunto di questa piccola pizzeria. Per fare ciò c'è bisogno di tempo! L'invito garbato che si legge nelle prime pagine del menu a “non avere fretta” fa sì che il cliente si arrenda ai tempi della cucina fatta bene, della cucina estemporanea, dove tutto viene curato alla perfezione, come gli antipasti ed il dolce del giorno che cambiano quotidianamente e che il cameriere propone consegnando ai presenti un foglio fresco di stampa. E se qualche giorno non ci sarà il dolce – si legge sempre nel menu -significa che “niente ci ha ispirati”. Ho volutamente lasciato per ultimo il mio giudizio sulla pizza che merita pienamente, come tutto il resto d'altronde, le cinque stelle che avevo a disposizione. La lievitazione lenta che dura un giorno intero, il tradizionale forno “a cupoletta” utilizzato, l'eccellenza degli ingredienti spesso reperiti tra quelli che vantano prestigiose certificazioni di qualità e l'indiscussa maestria della pizzaiola consentono ai veri estimatori della pizza napoletana di concedersi il lusso di assaporarne una all'altezza delle aspettative anche a parecchi chilometri di distanza dalla città partenopea.
Voto: Cinque stelle

Al Metrò – San Salvo Marina (Ch) 
di Francesco Fusco
Dicono che in famiglia abbiano anche una barca con la quale a volte si procurano il pesce per il ristorante, di sicuro la materia prima è di giornata ed elaborata con sapienza, passione e quella giusta dose di creatività che soddisfa il palato e il cervello ma lascia integri i concetti della buona cucina. Antipasti a go-go con baccalà crudo su crema di patate e polvere di liquerizia, insalata di triglie e calamari appena scottati con acqua di cetrioli e pomodori, mazzancolle con patate e scaglie di mandorle, strepitosa scapece espressa di triglie (o di sgombro quando c’è il fermo biologico). Si, siamo in Adriatico, precisamente sulla costa meridionale dell’Abbruzzo al confine con Molise, terra di pastori, più che di marinai, tradizione che ritroviamo anche nella tavola di questo delizioso dehòr di San Salvo nei Ravioli di ricotta con brodetto di crostacei che unisce perfettamente le due anime della regione. Tra i secondi, oltre a filetti del giorno con verdure di stagione, la ricciola con pomodorini e olive, spicca un delizioso e tradizionale brodetto servito nel classico tegame di coccio che però qui prevede pesci sfilettati e sugo filtrato. Bella carta dei vini con attenzione al territorio, ai vini naturali e alla Francia. Ottimi dolci della pasticceria di famiglia, lunghissimo finale con la Genziana autoprodotta (infuso di radici della pianta in alcool poi diluito con Trebbiano).
Voto: cinque stelle