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Il personaggio

La “signora del cioccolato” è in Calabria: “Così le mie praline hanno conquistato Mina”

06 Marzo 2017
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Cristina Quattrone racconta com'è nata la sua passione: da uno stampo acquistato per caso a Milano fino a una produzione limitata in alcuni mesi dell'anno. E parte del guadagno va ai bambini del Madagascar


(Cristina Quattrone, la Signora del cioccolato – ph Giovanni Franco)

“La signora del cioccolato”, come la chiamano a Reggio Calabria, la trovate al numero 2 di via Prato a Reggio Calabria. Niente vetrine o grandi insegne. Per accedere al suo laboratorio bisogna suonare un campanello. 

Cristina Quattrone, donna minuta dai modi gentili, è la proprietaria di questo luogo di leccornie per golosi e intenditori. Fra questi c’è anche Mina. All’icona della musica italiana è dedicata una delle confezioni di cioccolatini  più ricche di varietà tra quelle esposte nelle vetrine dell’unica cioccolateria artigianale di Reggio. Un cioccolato che sa di buono quello prodotto qui, a due passi dal lungomare più bello d’Italia che guarda lo Stretto di Sicilia. Per la qualità della materia prima, ma anche perché il ricavato della vendita va in beneficenza e sostiene progetti di aiuto per i bambini del Madagascar.  

Cristina Quattrone ha sempre avuto la passione di preparare in casa composte, marmellate e dolci. A lavorare il cioccolato ha iniziato dopo. Il caso ha voluto che, passeggiando per le vie del centro di Milano, scoprisse un negozio di utensili per la preparazione del cioccolato. Acquistò uno stampo che ancora conserva e un curioso attrezzo per immergere ed estrarre le praline dal cioccolato. Sarà come lei dice che quella per “il cioccolato è una passione che cresce”, fatto sta che nel 2005 Cristina Quattrone ha realizzato il suo sogno. Con la passione unita allo studio e alla ricerca. Nel laboratorio l’attività viene sospesa alla fine di maggio con l’arrivo della stagione calda e riprende a metà settembre. La pausa estiva serve per programmare la nuova produzione. 

Dal cioccolato semi-lavorato di qualità si producono praline di tante forme e gusti che incantano la vista e offrono momenti di puro piacere anche ai palati più esigenti. Prelibatezze che portano dentro i frutti, le spezie e gli aromi della Calabria. Potete assaggiarle comodamente seduti su un divano color cioccolato – neanche a dirlo – sistemato nello spazio espositivo. Ogni creazione ha un nome diverso, ispirato a personaggi della mitologia. “Helios” ha la forma di una metà di un limone e ha un cuore di crema di cioccolato e limoncello. “Demetra” sembra uno spicchio d’arancia come l’essenza del suo profumato ripieno. Di polpa di mandarino è il ripieno di “Aglaia”. “Castore” assomiglia alla metà di un guscio di noce, suo fratello “Polluce” richiama la castagna di cui è fatta la crema del ripieno. Ha il nome della divinità greca “Atena” la pralina a forma di chicco di caffè. È peperoncino piccante di Calabria la goccia rossa al centro del cioccolatino fondente “Efesto. C’è crema di pistacchi e cioccolato all’interno di Narciso, mandorla intera tostata in crema alle mandorle e cioccolato dentro “Apollo”. “Dioniso” ha un cuore di gelatina di vino speziata in cioccolato fondente. “Ganimede” una composta di mele cotogne e zenzero fresco. “Psiche” ha la forma di una farfalla ed è cioccolato fondente puro. Tra le novità che arricchiscono la collezione, un “sugar free” e tre ricercati cioccolati da degustazione (São Tomé, Ecuador e Amarissimo 80%) con i loro profumi intensi e speziati di angelica, liquirizia, caffè e more. Per le ricorrenze di Natale e Pasqua, nel laboratorio c’è un gran fermento per  la creazione di forme di cioccolato ispirate alle festività.


(La scatola di cioccolatini per Mina – ph Giovanni Franco)

“La fattura di questi prodotti – spiega la signora del cioccolato – è rigorosamente artigianale con l’utilizzo di materie prime di altissima qualità provenienti in massima parte dal territorio calabrese: agrumi, castagne, noci, mele cotogne, fragoline di bosco e l’immancabile peperoncino. Altre materie prime utilizzate vengono dalla vicina Sicilia, come il pistacchio di Bronte Dop e le mandorle di Avola. E poi nocciole gentili delle Langhe, rum austriaco 80 gradi, il tutto ricoperto di cioccolato fondente 72 per cento, cioccolato al latte 38 per cento, cioccolato bianco 31 per cento”.  

Conclusa nel 1996 l’esperienza da insegnante di lingua inglese in un Istituto superiore, Cristina si è dedicata alla sua passione e nel 2005 ha inaugurato il laboratorio. Una cosa però non hai smesso di fare: devolvere parte del suo guadagno ai bambini del Madagascar. In passato ha donato spesso un intero stipendio per aiutarli. Oggi da imprenditrice devolve gran parte dei profitti del laboratorio. “Per fare un buon prodotto, bisogna essere empatici con il cioccolato – spiega – Se per qualche motivo sono nervosa, preferisco non lavorare il cioccolato. Altra cosa importante è non avere fretta. Il cioccolato ha bisogno di essere coccolato”.

Laura Grimaldi