Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il personaggio

Assovini, il nuovo corso targato Ferreri “Sicilia en primeur, format da rivedere”

28 Giugno 2014
ferreifrancescoridottohp ferreifrancescoridottohp

Intervista al neo presidente: “Le piccole cantine puntino moltissimo sull'enoturismo. E sul futuro dell'Irvos…”

di Fabrizio Carrera

Priorità tante. Obiettivi tantissimi.

L'agenda di Francesco Ferreri, nuovo presidente da poche settimane di Assovini Sicilia, l'associazione che raggruppa le principali cantine dell'Isola, è già piena di mille cose. L'Ocm e i fondi da spendere, il ruolo dell'Irvos, Sicilia en Primeur e tanto altro ancora. Avrà tempo e voglia di affrontare una cosa alla volta il nuovo presidente che ha 37 anni, un'azienda, Valle dell'Acate nel Ragusano, e l'esperienza come presidente del consorzio della Docg Cerasuolo di Vittoria. Ferreri, a cui piace moltissimo il libro “Principi sotto il Vulcano”, la storia dei Gattopardi anglosiciliani, è uno che quando non beve siciliano ama bere lo champagne ma anche i rossi della Borgogna e del Piemonte, e tra i bianchi i tedeschi sono i suoi preferiti e alle volte non disdegna qualche vino californiano o sudafricano. Parte da qui una lunga chiacchierata con lui.

Caspita Champagne, Piemonte…ci apriamo al mondo?
“Il confronto è necessario. È uno dei motivi per il quale faccio vino in Sicilia, perchè i vini siciliani hanno la forza e l’espressione dei vini del “nuovo mondo” ma le freschezze e le complessità del “vecchio mondo” soprattutto con le mille declinazioni dei vitigni autoctoni”.

Come si caratterizzerà la presidenza Assovini targata Ferreri?
“La mia presidenza sarà caratterizzata dalla continuità. Antonio Rallo ha fatto, con il suo consiglio, un lavoro incredibile portando Assovini Sicilia da semplice sindacato ad associazione virtuosa che fornisce servizi oggi fondamentali per l'internazionalizzazione delle imprese vinicole”.

Che tipo di continuità allora con il suo predecessore?
“Porteremo avanti tutti i progetti che hanno permesso anche alle piccole aziende di inserirsi nel mercato estero, cosa che altrimenti sarebbe stata molto complicata singolarmente, soprattutto per le piccole e medie imprese. Va dato atto ad Antonio Rallo anche di avere dato un'organizzazione di lavoro semplice ma efficace”.

Quale interazione è possibile con il neonato consorzio Doc Sicilia di cui peraltro fai parte? Assovini sarà solo la Sicilia dei brand affidando il compito di rappresentare i territori alla Doc Sicilia?
“Sicuramente una stretta collaborazione. Assovini rappresenta l'80 per cento dell'imbottigliato siciliano ma i compiti e gli obiettivi delle due strutture sono differenti, Assovini valorizza la Sicilia con i suoi brand, il consorzio ha il compito di promuovere, valorizzare, tutelare e vigilare sulla Doc Sicilia. Tutto questo sempre tenendo in grande considerazione le Doc territoriali, che rappresentano il vero valore del vino siciliano”.

L'Istituto Vite e vino si occupa in Sicilia della certificazione dei vini Doc e Docg. Ed oggi sta vivendo una fase convulsa a causa della mancanza dei fondi regionali che le consentono di sopravvivere. Cosa fare dell'Irvo: chiuderlo o farlo rinascere? Qual è la posizione di Assovini?
“L'Istituto è fondamentale per tutto il mondo del vino siciliano occupandosi delle certificazioni. Se chiudesse le conseguenze sarebbero terribili e si rischierebbe il tracollo. Non posso immaginare di avere degli ordini di Cerasuolo di Vittoria Docg o di Doc Sicilia che non posso evadere perche nessuno può certificarmi, sarebbe la più grande sconfitta per la Sicilia. E poi svolge e potrebbe svolgere funzioni di controllo e di tracciabilità per l'olio e tante produzioni agricole della regione”.

C'e anche la ricerca… 
“Per quanto riguarda la ricerca vedrei bene per la vitivinicoltura siciliana un unica entità che metta insieme le competenze oggi presenti in Irvo, in assessorato, nel suo centro di ricerca, l'istituto del Giudice, e nei suoi vivai. Molto è stato fatto ma tanto e con meno risorse dobbiamo ancora fare, razionalizzare diventa quindi importantissimo”.

Ed allora?
“Penso che non ci possa essere una Sicilia del Vino senza l’Istituto, penso anche che debba comunque essere rivisto il suo ruolo considerando che dalla sua nascita tanto è cambiato in Sicilia e nel mondo del vino. Penso anche che su questo vada fatta un’accurata riflessione. Siamo disponibili ad offrire alla politica la nostra esperienza in modo da avere una visione reale e concreta del comparto”.

Sicilia en primeur dopo oltre un decennio. Format da modificare? 
“Questo è uno dei punti in esame. Pensiamo che dopo undici edizioni sia arrivato il momento di modificare qualcosa, ma non anticipo nulla anche perchè è ancora prematuro parlare di Sicilia en Primeur 2015”.

Dalle piccole aziende c'è una richiesta di maggiore visibilità e attenzione da parte di Assovini. Come venire incontro a queste esigenze?
“Assovini è l’insieme delle imprese e delle famiglie che rappresentano nel mondo la Sicilia vitivinicola di qualità. e, insieme ai loro vini, promuovono il territorio e il movimento turistico verso l’Isola. Le piccole aziende sono la vera ricchezza di Assovini, sono le aziende che rappresentano la diversità siciliana. Quindi grande attenzione ai piccoli, cercando di esaltarne le caratteristiche e le potenzialità che secondo noi sono più orientate verso l’enoturismo che dai grandi mercati”.

Cioè?
“Se si analizzano le vendite delle piccole aziende in California e Francia, vediamo che la maggior parte del loro prodotto è venduto in cantina. Questo deve diventare sempre più importante per le nostre aziende anche in termini di fatturato, quindi dare attenzione alla parte enoturistica penso sia oggi un obbligo”.

Che tipo di progetti state presentando con l'Ocm promozione? A quanto ammonta? Quali azioni?
“Il nuovo progetto Ocm è stato prensentato qualche settimana fa, sarà un progetto da circa cinque milioni di euro attraverso la costituzione di un'Ati con 33 aziende. Come sempre sarà composto da azioni verticali (eventi organizzati dai singoli brand) e orizzontali (collettive Assovini)”.

È vero che le aziende non riescono a spendere tutti i fondi dell'Ocm promozione? Se è così cosa fare?
“Da questo punto di vista non abbiamo avuto grossi problemi, siamo sempre stati molto attenti in fase di progettazione e poi verifichiamo l'andamento della spesa durante tutta la programmazione e ciò ci ha perrmesso di arginare per tempo eventuali difficoltà. Va considerato che i nostri soci conoscono molto bene i mercati internazionali e sanno esattamente come programmare la promozione ed ottimizzare i costi per ottenere il massimo del risultato”.

Assovini ha bisogno di nuove risorse umane per tenere testa a tutti gli impegni? Ci sono figure professionali a cui vorreste ricorrere adesso che la “creatura” è cresciuta?
“Diciamo che per ora non abbiamo grandi problemi, Antonio Rallo ha impostato bene il lavoro e con l'esperienza di Giuseppe Longo non ci dovrebbero essere problemi”.