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Il personaggio

Filippo La Mantia: io, cuoco dei politici, di destra e di sinistra

26 Ottobre 2011
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Filippo La Mantia (nella foto) parla della sua esperienza di cuoco amato da politici, attori e regine nel numero speciale di Sette dedicato al cibo, in edicola domani.

Dei suoi clienti vip, lo chef siculo-romano La Mantia che e’ stato Miglior ambasciatore siciliano del gusto Best in Sicily 2010 dice: «Più che chiedere sono io a suggerire quali piatti prendere. Mi basta guardare negli occhi Roberto Maroni, per esempio, per capire il suo umore e di cosa ha bisogno. Lui mi segue da quasi dieci anni. Ama piatti leggeri; la ricciola fresca arrostita, il polipo…».

Ha fama di essere un cuoco di destra ma lui risponde: «Ma quale destra e destra. Una volta ho organizzato una grande cena di festeggiamenti elettorali per Di Pietro e l’Idv. L’assistente dell’ex magistrato mi raccomandò di non cucinare il pesto di agrumi perchè è di destra ma io gliel’ho servito lo stesso».

Di quest’ultima ricetta, che Rania di Giordania ha amato a tal punto da regalargli un orologio d’oro per ringraziarlo, La Mantia dice: «Quel pesto piace anche a Willer Bordon, a Massimo D’Alema che è un buongustaio e a Romano Prodi che quando era premier veniva da me anche due volte a settimana. In realtà il Professore apprezzava soprattutto la caponatina».

«Tra i suoi clienti», conclude, «il più competente è Piero Chiambretti. È uno che esamina i piatti anche tecnicamente».