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Il personaggio

I legumi declinati al femminile. La storia di Dorotea Diquattro (Martea)

03 Marzo 2014
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di Gianni Paternò 

Ci riceve una giovane signora, minuta quasi esile, e ci accoglie nel salotto di casa, pieno zeppo di libri e di riviste che formano alte pile da terra.

Anche nella luce fioca ciò che spicca è la sua folta chioma rosso fuoco, leonina, aggressiva che fa da contraltare ai suoi modi pacati, gentili, alla sua voce leggera. Inizia a parlare dell’origine della azienda Martea di cui lei è l’anima più che la proprietaria e manager, azienda che produce e commercializza quello che scientificamente si chiamano leguminose da granella, ma che per noi, poveri mortali, sono i legumi.
 
Dorotea Diquattro inizia a parlare di suo nonno Salvatore Di Cristina, un ingegnere che ha applicato la sua formazione tecnica all’agricoltura, fratello del più famoso Giovanni Di Gristina, medico di fama, che fondò tra l’altro l’Ospedale dei Bambini di Palermo, che appunto prende il suo nome. Questa passione per la medicina si trasferisce alla madre, che in più sposa un altro medico che per fortuna anche lui proviene da una famiglia legata alla campagna, che quindi ha nel suo sangue l’attitudine all’agricoltura. Erano circa 320 ettari in contrada Marraccia in agro di Monreale lungo la strada tra San Cipirrello e Corleone a cui si aggiunsero altri 100 ettari nel ragusano vicino il castello di Donnafugata provenienti dai Diquattro. Ma a Dorotea inizialmente non interessava l’agricoltura, si laurea alla Normale di Pisa in lettere con specializzazione in linguistica teorica dove si occupa di modelli matematici applicati all’apprendimento del linguaggio, scegliendo la carriera universitaria con esperienze di studio in giro per il mondo.

Ma quando Dorotea si accorse nel 1986 che nessuno in famiglia si stava per occupare dei terreni familiari intraprende una scelta di grande coraggio. Torna in Sicilia ed abbandona l’Università. Le cominciavano a mancare i paesaggi bruciati dal sole, ma specialmente non si sentì di rinunciare a quelle zolle argillose in cui era cresciuta da bambina. Nella sua voce traspare tutta la difficoltà di essere imprenditore e donna in quest’Isola; pur affermando che non ne è pentita definisce la sua decisione un’irrazionalità, anche per la sola difficoltà e per i costi dei trasporti per inviare la merce in continente.
 
Doroteaquindi cambia la sua vita e contemporaneamente si propone di cambiare il modo di intendere la sua campagna. Come aveva applicato le scienze matematiche a quelle letterarie lo fa anche per questa sua nuova professione. Decide razionalmente che da efficiente agricoltore non può fare altro mestiere, che deve assolutamente innovare se vuole stare sul mercato, che deve puntare su un’agricoltura che riesca a coniugare l’alta qualità, il born in Sicily, a prezzi contenuti. In quel periodo la Sicilia aveva già intrapreso il settore dei vini, ma a Dorotea piace sfidare un campo nuovo, intende dedicarsi ad una filiera diversa, decide di votarsi a colture che non necessitano di irrigazione, e visto che già le leguminose erano coltivate per uso foraggero, intraprende la via delle leguminose per granella secca, cioè dei legumi che arrivano alla fine del loro ciclo vegetativo, quindi secchi, per essere usati come alimento umano: ceci, cicerchie, fave, piselli, lupini, fagioli, lenticchie a cui si aggiungono cereali da rotazione quali grano duro, farro, sesamo, orzo.

Sembra facile, ma in realtà si dovevano identificare le varietà più adatte, in un campo dove non c’era una tradizione, i metodi di coltura, le tecniche di raccolta. Per un’economicità di scala non si potevano adottare quelle varietà a portamento strisciante e basso non adatte ad una non rinunciabile raccolta meccanica. Furono gli anni della sperimentazione, dove la formazione scientifica e l’abitudine alla ricerca di Dorotea furono messi a frutto. Iniziò quindi la collaborazione con l’ENEA, con l’Università di Viterbo, si riuscì a determinare i germoplasmi più adatti, ad ottenere le sementi per le varietà da utilizzare. Con l’inizio della produzione a regime col marchio Martea comincia l’espansione per ottenere un’economia di scala. Ecco allora i contratti con agricoltori sparsi in tutta l’isola che devono seguire un protocollo determinato e rigido, che sono seguiti dai tecnici di Martea per poi conferire il loro prodotto in azienda. Si arriva così ad un’azienda che in pratica gestisce oltre 1.000 ettari di seminativi.

Ma non basta arrivare a produrre ottimi semi, bisogna venderli e per poter ottenere una buona redditività che possa coprire anche i costi della sperimentazione e del mantenimento di una filiera di grande qualità si devono scavalcare i classici grossisti che acquistano in massa il prodotto sfuso. Per cui Dorotea decide di estendere il lavoro fino al confezionamento nelle varie pezzature, da quelle da 12 quintali fino al pacchetto da 250 g che trovate nel negozio al dettaglio. L’azienda diventa quindi nel 2006 non solo di produzione primaria ma anche di manipolazione, di manifattura, creando un impianto di stoccaggio in atmosfera di azoto e uno di confezionamento.

La formazione impregnata di ricerca, lo spirito di scoprire le novità, l’attrazione verso il futuro spingono ogni giorno Dorotea a non sedersi sulle posizioni raggiunte, non le basta il successo raggiunto per cui continuamente è alla scoperta di innovazioni, di miglioramenti della qualità e dell’offerta, nel trovare nuovi sbocchi commerciali magari con nuovi marchi. Tutte le possibili certificazioni: dalla qualità all’ambiente, dalla produzione di sementi al biologico, è lungo l’elenco di attestazioni che dimostrano la garanzia di una filiera d’eccellenza che deve soddisfare i più severi capitolati imposti dalla distribuzione e specialmente dai clienti esteri.
 
Dal 2012 in commercio anche legumi e cereali decorticati: grano, orzo, lenticchia piccola e grande, cicerchia, cece così si abbattono drasticamente i tempi di cottura; una decortica soft, una perlatura che però toglie solo e parzialmente la crusca lasciando praticamente integri i valori nutrizionali e permettendo una migliore digeribilità, prodotti molto indicati per l’infanzia. Una tipologia a cui Dorotea crede molto e che spera di incrementare al più presto con l’obiettivo di arrivare al 30% di tutta la produzione che oggi è di circa 40.000 quintali annui di cui il maggior apporto lo danno i ceci.
In contrada Marraccia un moderno stabilimento automatizzato che riduce al minimo l’impiego della manodopera, un impianto che garantisce l’igiene, la pulizia, la cernita e la calibratura delle singole specie con i più moderni macchinari computerizzati.

Siccome Dorotea non intende annoiarsi segue costantemente l’innovazione sulla base del suo principio che “ogni secondo è già vecchio” arrivando fino ad un’assistenza verso i consumatori con la pubblicazione nel sito web di ricette antiche e moderne suggerite dai grandi chef.
 
In un mondo agricolo e commerciale in mano ai maschi, Dorotea come donna non si sente avvantaggiata nè svantaggiata, si sente imprenditrice, anzi imprenditore che si porge in maniera paritetica nel suo lavoro, magari con qualche vantaggio nel fare marketing e qualche complicazione quando deve confrontarsi con concorrenti uomini. Forse per questo i suoi capelli sono aggressivamente rossi.
 
In un commercio alimentare contaminato dalla globalizzazione per cui proprio nei legumi arrivano sulle nostre tavole prodotti di incerta origine, senza controlli per la qualità, coltivati con fitofarmaci, stoccati con conservanti, e magari OGM con Martea abbiamo la sicurezza di gustare un eccellente prodotto di Sicilia,  ricco di proteine vegetali, garantito e controllato in tutta la filiera e, fattore non trascurabile visto i tempi, accessibili economicamente che potete trovare nei migliori negozi di alimentari, in enoteche e in qualche supermercato indipendente.
 
MARTEA
Az. Agr. Dorotea Diquattro
Via Enrico Parisi 9
90141 Palermo
tel. 091 328287
cell. 339 5735363
www.martea.it