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Il personaggio

Una storia d’amore tra il Reno e la Sicilia nel segno di un Riesling e un Nero d’Avola

11 Marzo 2016
Bacharach Bacharach

(Bacharach)

di Marina V. Carrera

Questa è una storia che ci piace molto. Parla di affinità, di bello, di buono e di convergenze tra luoghi molto lontani tra loro. È la storia di Melanie e Lorenzo, un’avventura che parla in tedesco e pensa in italiano e viceversa.

Ma prima di addentrarci nel racconto accenniamo all’antefatto che ha per scenario il ristorante Vicari di Noto. Durante una bella cena, ci viene servita una bottiglia di Riesling tedesco e Salvatore Vicari, chef e patron, ci informa candidamente che la produttrice abita a qualche minuto dal ristorante.


(Melanie Kneip)

Così, il nostro racconto inizia in una giornata un po’ diversa dal solito, alla ricerca di un vino tedesco in provincia di Siracusa. Nel riuscirci, scopriamo che nella stessa casa dell’agognata produttrice non una, ma due persone fanno vino. Sono compagni nella vita, lei – Melanie Kneip – è tedesca; lui – Lorenzo Naro – è italiano. Anzi, siciliano. Due vini a 2.000 chilometri di distanza l'uno dall’altro.
È inverno, fuori la splendida e silenziosa campagna di Noto vestita di roccia, freddo e impalpabile pioggia. Dentro tappeti e soffici divani scaldati da un caminetto. Un formaggio erborinato, delle “scacce”, una sorta di calzoni ripieni tipici di questa zona della Sicilia e quattro calici di vino. Melanie e Lorenzo si raccontano, il tempo vola senza rendercene conto. Nel bicchiere un nobile e insubordinato Riesling del Mittelrhein tedesco. La cantina si chiama Weingut Lennard e il Bacharach Riesling è il vino di Melanie. A qualche chilometro dal confortevole caminetto, in contrada Calcicera, ci sono le vigne di Lorenzo, che ovviamente fa tutt’altro, un Nero d’Avola dal nome NaroNero al momento in affinamento, ed è del 2012.


(Lorenzo Naro)

Ma torniamo al Riesling. Bacharach è uno tra i più graziosi villaggi sul Reno. Il tratto di fiume, in questo punto insolitamente stretto e profondo, è quello chiamato appunto “Mittelrhein”, il Medio Reno. Oltrepassate Wiesbaden, Bingen e la celebre zona vitivinicola del Rheingau, il Medio Reno è un’area del vino con caratteristiche difficili. Inizia dopo Bingen e arriva sin quasi a Bonn passando da Coblenza. Il comune di Bacharach, che porta le insegne del casato bavarese-palatino dei Wittelsbach, mostra un passato medioevale dietro le mura del XIV secolo. Belle le case a graticcio, l'Altes Haus, il Posthof, l’Alte Münze, di gran fascino il castello Burg Stahleck costruito tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo in una gola del fiume, visitabile e in una parte riadattato ad ostello della gioventù.


(Bottiglie di NaroNero)

Dal 2002 è nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell’Unesco. Il Riesling, in combinazione con un terroir unico, è il sovrano di queste sponde. L’ardesia (Schiefer) blu ne caratterizza i suoli. I vigneti, per lo più su terrazzamenti molto ripidi, spesso sembrano essere incollati alle pareti della valle. Protette dal vento, queste pietre dal colore grigio-blu-nero sono immediatamente riscaldate dai pochi raggi di sole di queste latitudini. Le peculiarità del vitigno, unite a quelle delle pietre e del fiume Reno sono inconfondibili e uniche al mondo. Ed è quello che fa tremare i polsi ai degustatori più esperti. Una mineralità pungente, aromi fragranti e delicati, un’acidità vibrante che accompagna i vini lungo archi temporali interminabili. Nei vini più importanti, il tempo tirerà fuori i famosi “idrocarburi”, l’emozione nell’emozione.


(Riesling Lennard)

Qualche anno fa Melanie si appassiona di alcuni vigneti presso Bacharach, cinque ettari. Vigne difficili, scoscese, ma con un microclima talmente docile da trovarvi dei mandorli. Il vitigno è il Riesling, e c’è un po’ di Pinot Nero. Tra l’altro, le varietà cosiddette di Borgogna si trovano in quella parte di Germania sin dal XII secolo perché viaggiavano con i monaci cistercensi. Ora, oltre i vigneti, c’è anche una cantina storica ormai non più attiva, dal nome Hütwohl, le cui origini risalgono al ‘600. Un luogo particolare pregno di misticismo dionisiaco, fatto di muffe, botti grandi, manoscritti centenari e vetrate fiamminghe. Melanie, con un po’ di buoni amici e collaboratori rimette in piedi la cantina e inizia le vinificazione. Oggi la produzione si attesta sulle 12 mila bottiglie, due le etichette dell’annata 2014, mentre la 2015 dovrebbe essere pronta entro l’estate. A queste si aggiungeranno a breve 8 mila bottiglie di Pinot Nero. Il Bacharach Riesling ‘14 e il Steger St. Jost Riesling “S” ‘14, dove la s sta per selezione. Entrambi da 12,5 gradi alcolici. Sono vini di bel carattere, il primo è teso, scalciante, immediato, di grande beva.


(Il Reno)

Il secondo, invece, ha più spessore, più materia. La frutta esotica, quasi sempre confidente con questo vitigno, rilancia con insolite note candite, finemente piccanti, con cenni di ginger e zafferano. Nel finale, la prepotenza della pesca bianca esplode, così come una mineralità austera e volitiva. I prezzi sono encomiabili, circa 12 euro il primo, circa 18 il secondo, Iva inclusa.
Di Lorenzo, invece, parleremo un’altra volta. Il vino non è ancora sul mercato, anche se la suspence è ormai alta. Sta affinando in botti grandi, anche questo arriverà entro l’estate.