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Il premio

Nichi Vendola: “La politica di qualificazione del territorio punterà adesso sulle Università”

18 Gennaio 2013
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Il presidente della Regione Nichi Vendola alla conferenza sul riconoscimento dato da Wine Enthusiast alla Puglia come wine destination tra le dieci migliori  al mondo, esordisce con un dato: “Trentamila iscritti in meno all'Università contro la crescita, invece, delle iscrizione alla facoltà di Agraria”.

Cosa sta accadendo, quindi, allo scenario del mondo del lavoro pugliese? “Torna attrattivo il comparto e negli ultimi tre anni la Regione ha triplicato la sua produzione, perché prima produceva il vino degli altri”. Una rivoluzione che ha portato oggi la Puglia sotto i riflettori. Traguardo raggiunto grazie ad una visione globale determinata all'affermazione della qualità e dell'unicità del territorio, come spiega Vendola: “Dobbiamo proseguire con una politica di qualificazione del sistema produttivo, dando obiettivi di qualità, ricostruendo la filiera, finanziando le centocinquanta cantine meritevoli”.

E l'Università deve assolvere, per Vendola, al ruolo di centro nevralgico di questo processo, insieme allo sforzo dei produttori. E a loro poi si rivolge esortandoli a puntare anche sul Nero di Troia per farne un altro asso nella manica come è stato fatto per il Primitivo e ancora prima col Negroamaro. “Bisogna Seguire i mercati e capire su quali segmenti produttivi investire – prosegue Vendola -. L'antica sapienza

contadina deve essere al servizio del futuro dei vitigni di qualità”. E accenna anche ad un altro prodotto enologico ultimamente diventato bandiera del territorio, novità trendy dell'offerta pugliese: il vino rosato. Dice Vendola: “Non è figlio di un Dio minore, ma  va difeso e valorizzato ancora di più”. La rinascita del comparto vitivinicolo deve seguire la rotta dell'Innovazione “in senso ecologista e di preservazione del territorio” prosegue Vendola che confida alla platea la sua rabbia sul tempo perduto, sull'assenza della Puglia all'estero durata troppi anni, “perché quello che si sta avendo ora lo si poteva fare molti anni prima”, ma il suo plauso va al comparto e al Movimento Turismo del Vino che hanno contribuito all'accelerazione di una rinascita e al raggiungimento di un riconoscimento prestigiosissimo quale quello dato dalla rivista statunitense.  

L.B.