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Il prodotto

Barone Pizzini svela Bagnadore 2011: “Ecco perché lo abbiamo fatto affinare un anno in più”

06 Ottobre 2019
Silvano_Brescianini_e_Pierjacomo_Ghitti Silvano_Brescianini_e_Pierjacomo_Ghitti


(Silvano Brescianini e Ugo Colombo)

di Michele Pizzillo, Milano

E’ vero che Barone Pizzini, prima azienda franciacortina ad adottare i metodi dell’agricoltura biologica, propone sempre delle ottime bollicine, ma con il Franciacorta Bagnadore Non dosato riserva 2011, aggiunge un nuovo capitolo della storia della vitienologia bresciana. 

Intanto con l’originale idea di prolungarne l’affinamento per proporlo in vendita un anno dopo il fratello più giovane, Bagnadore 2012. “La vendemmia 2011 ci ha riservato molte belle sorprese che non potevamo permetterci di privare i nostri clienti del piacere di godere di qualcosa di veramente straordinario – confida Ugo Colombo, uno dei fondatori di Barone Pizzini, durante il viaggio di rientro a Milano dalla Franciacorta – Ecco la scelta di prolungarne l’affinamento in bottiglia di oltre un anno”. Aggiunge Piermatteo Ghitti, che della Cantina di Provaglio d’Iseo è amministratore delegato: “il Bagnadore oltre a rappresentare e interpretare nel migliore dei modi la nostra filosofia aziendale, è anche un vino a cui sono particolarmente affezionato. Questa riserva nasce, infatti, per volontà di mio padre Pierjacomo, con lo scopo di celebrare la nostra famiglia, nota come i Bagnadore, dal nome del torrente che scorre accanto alla nostra dimora quattrocentesca di Marone, sul lago d’Iseo”. E, le uve Chardonnay (60%) e Pinot nero (40%) utilizzate per il Bagnadore, provengono da un unico vigneto, il Roccolo, con piante vecchie di oltre due decenni che godono dei benefici della collocazione geografica nei pressi di un bosco che mitiga il clima, garantisce un’ottima escursione termica e favorisce la biodiversità. Le uve vengono vendemmiate separatamente, pressate, vinificate e lasciate otto mesi in barrique e altri 8 mesi in vasche inox, dove i vini maturano prima di essere assemblati. E poi destinati ad un lungo affinamento in bottiglia. 

“Il successo del Bagnadore 2011 è dovuto sia alle ideali condizioni climatiche dell’annata, sia alla maturità raggiunta dall’azienda che ci ha permesso di arrivare agli ottimi risultati che ci avevamo prefissi alla sua fondazione”, sottolinea Silvano Brescianini, general manager della Barone Pizzini. Cioè, massimo impegno nel seguire i metodi del basso impatto ambientale attraverso l’applicazione dei criteri della bio-edilizia e della qualità nella produzione dei vini. E, per ricordare questi traguardi, i Ghitti e Brescianini, hanno organizzato una bella festa presso il ristorante Carlo Magno di Collebeato, coinvolgendo lo chef Beppe Maffioli che ha creato uno straordinario connubio tra la sua eccellente proposta gastronomica e la storica riserva di Barone Pizzini. Maffioli è stato bravissimo nell’ideale un menù che ci è sembrato funzionale al grande vino oggetto della festa. Così, dopo gli aperitivi di benvenuto, accompagnati però da Bagnadore 2012 – che non sfigura accanto al gigante dell’anno precedente – si è passati a due piatti locali come i casoncelli alla bresciana burro e salvia, seguiti dal coregone con sarde, capperi e olio del Garda e polenta di mais nero spinato: due piatti che hanno permesso una sorta di verticale di Bagnadore perché sono stati serviti anche i millesimi 2009 e 2008 che hanno rivelato una freschezza incredibile, oltre che una beva veramente invitante ed un’incursione finale marchigiana con il Verdicchio Castelli di Jesi passito biologico 2016 Curina Pievalta per accompagnare la mousse al mascarpano e limone con frutti di bosco e il panettone del maestro Iginio Massari. Però, il re della serata è stato il 2011. Anche perché la festa è stata organizzata in suo onore. Ed è un omaggio veramente meritato, per il Bagnadore 2011, da molti ritenuto una sorpresa. Che, confida Brescianini “è stato una sorpresa anche per me. A me le sorprese piacciono, e farmi sorprendere da un mio prodotto, beh, vuol dire che le scelte che abbiamo fatto vent’anni fa quando pensammo, con la viticoltura biologica, di stimolare la biodiversità per la coltivazione e il nutrimento delle viti oltre che salvaguardare la biodiversità del territorio, è stata azzeccata”.

La serata è stata arricchita dalle sciabolate di Francesca Negri, autrice del libro “Vino pret-à-porter” (Rizzoli editore) che ha dato lezioni di come aprire le bottiglie di spumante appunto con un colpo di sciabola, mettendo alla prova anche qualche ospite che ha voluto provare l’ebrezza della sciabolata. Così, la simpaticissima scrittrice, oltre alle sciabolate, ha pure consigliato le signore – e non solo a loro – come si fa ad avere sempre il vino giusto nel bicchiere.

Franciacorta Bagnadore Non Dosato Riserva 2011
Uve Chardonnay 60% e Pinot nero 40% provenienti dal vigneto Roccolo, con viti – 6.000 ceppi per ettari – piantate più di venti anni fa su un terreno di deposito morenico sepolto da depositi colluviali sabbiosi fini, profondo e con substrato ciottolosi ricco di scheletro drenante. Di colore giallo paglierino con note dorate e bollicine finissime e molto fitte, al naso il vino evidenzia profumi eleganti con note agrumate, spezie ed erbe aromatiche. Al palato, poi, la ricchezza dello Chardonnay e la potenza del Pinot nero si sostengono per assicurare la grande struttura che lo caratterizza unitamente ad un finale persistente specialmente per note agrumate.