Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il prodotto

Il fagiolo di Ustica, un’altra perla dell’isola

21 Agosto 2012
fagiolo fagiolo


Fagiolo di Ustica

Raccontiamo in questa sezione alcune delle piccolissime produzioni della Sicilia, perle della tradizione e di territori che ancora resistono alle leggi del mercato odierno, ai cambiamenti dello stile di vita, esemplari di un'imprenditoria eroica.Testimonianze selezionate dai Tasca d'Almerita a cui è stata dedicata una vetrina con il progetto Natura in Tasca. 

Nota già per la sua lenticchia, piccola e saporitissima, l’isola di Ustica produce un’altra pianta della famiglia delle leguminose dalle caratteristiche uniche: il fagiolo.

“La coltivazione del fagiolo sulla nostra isola – spiega il rappresentante della terza generazione di produttori Pasquale Palmisano – è autoctona. Il suo seme probabilmente è stato appreso dall’ultima colonizzazione dell’isola, nel 1769 con Federico II, quando parecchi coloni eoliani, per lo più liparoti, si sono insediati sull’isola creando la futura popolazione di Ustica”.


Pasquale Palmisano

La semina di questo legume, di colore bianco e di dimensioni più piccole rispetto agli altri fagioli, avviene tra la fine di febbraio e la metà di marzo, in base alle condizioni dei terreni, ad Ustica molto fertili perché di origine vulcanica, mentre la raccolta cade intorno alla prima settimana di giugno. “La tecnica di coltivazione – continua Pasquale –  è completamente manuale e prevede nessun uso di concimi o erbicidi. Durante la seconda decade di marzo avviene la raschiatura del terreno con l’uso di una zappetta per liberare le piantine dalle erbe circostanti. A differenza della lenticchia, da qualche anno utilizziamo una trebbia per la raccolta mentre l’eliminazione della paglia che ricopre il seme avviene manualmente, grazie al vento che soffiando porta via la pula. Ciò che differenzia il fagiolo di Ustica dagli altri legumi – aggiunge – è sicuramente, così come per la lenticchia, la dimensione, dovuta alla loro crescita quasi spontanea, con l’acqua e le altre sostanze che la pianta riesce a trarre dal terreno ”.


Un momento della semina

Un prodotto di nicchia, dunque, ancora poco conosciuto che, però, si è già fatto apprezzare per le sue caratteristiche e sta riscuotendo interesse tra i consumatori.  “I nostri legumi – commenta a questo proposito Pasquale – sono stati inseriti di recente nel Progetto “Natura in Tasca” dei Conti Tasca d’Almerita che riunisce una selezione di prodotti artigianali e con metodi tradizionali. Ho accolto con molto entusiasmo il loro interesse per la nostra azienda e credo che questo progetto sia un’occasione importante per fare conoscere ai clienti la bontà della nostra produzione”.

E sul modo di gustare al meglio il fagiolo di Ustica Pasquale ci dice: “Le ricette che seguiamo per la preparazione di questi legumi sono quelle tipiche usticiesi, come la zuppa di fagioli o in umido con l’aggiunta di pasta e verdure di stagione.  L’importante è mettere in ammollo i fagioli con un po’ di sale la sera prima, in modo da corrodere un po’ la buccia. Prima della cottura si passano tra le mani con un po’ di bicarbonato ed infine si cuociono in pentola per tre quarti d’ora”.

Azienda Agricola U’ Baruni di Ustica
di Pasquale Palmisano
Contrada Tramontana
Ustica (Pa) 

Per sapere di più sul prodotto www.naturaintasca.it