Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il prodotto

Il rito della cioccolata calda: la miscela la prepara lo chef Candiano con la dolceria Bonajuto

06 Dicembre 2015
Candiano Candiano

(Lo chef Vincenzo Candiano)

di Francesca Landolina

“Pensavo che non l'avresti mai indovinato, la mia preferita: cioccolata calda”. Lo dice Roux (Jonny Depp) a Vianne (Giuliette Binoche) nel film cult “Chocolate”. Ma come non indovinare del resto? Per gli amanti della cioccolata, la versione in tazza è puro piacere, soprattutto nei pomeriggi d’inverno. Ed ecco che arriva anche la novità siciliana con la firma dell’antica Dolceria Bonajuto, dal 1880. Si chiama Xicara.

Complice lo chef stellato Vincenzo Candiano del ristorante La Locanda Don Serafino di Ragusa Ibla, l’oro nero in tazza nasce da un intuito e da una solidale collaborazione con i più antichi cioccolatai di Sicilia.
I “Peccati golosi di Montezuma”, un dessert di Candiano preparato con cioccolato di Modica Bonajuto è stato l’input di Xicara. “Perché non offrirlo con una cioccolata interamente ideata dalla Dolceria, facile da preparare anche a casa?”, la domanda partita dallo chef è stata subito accolta e nel giro di un anno tra prove e sperimentazioni si è dato vita al rito della cioccolata in tazza. “Xicara è un prodotto nuovo che mancava nella nostra gamma. Vincenzo si è accorto di questa “lacuna”. In effetti, bisognava tornare all’antico rituale della bevanda, sorseggiata calda e che riportasse alla vera tradizione. Dopo un po’ di tentativi, insieme, siamo arrivati al prodotto d’origine. Non volevamo un budino, ma rispettare la densità di un tempo”, afferma Pierpaolo Ruta dell’Antica Dolceria modicana. Il tocco dello chef sta nell’ideazione della sua composizione. Pura massa di cacao, zucchero e come addensante farina di carrube. Quest’ultimo ingrediente rende la cioccolata ideale anche per chi ha intolleranze e lega il prodotto ancor di più al territorio. Basti pensare che il territorio di Ragusa produce il 75 per cento di carrube per il comparto a livello nazionale. 

“Nessun processo industriale e nessun cacao in polvere, come spesso accade nei prodotti comunemente consumati – afferma Candiano – . Risulta volutamente più liquida, perché originariamente era una bevanda non un budino cremoso”.
E se il rituale viene riproposto come in origine, il nome evoca già il perpetuarsi di un po’ di magia. “Xicara è un termine di origine spagnola e sud americana, ma presente anche nel dialetto modicano – afferma Ruta -. Cicara o Cìchira (dallo spagnolo “xìcara”, mutuato dall’azteco) è il guscio di un frutto tropicale, da cui ha origine la tazzina da caffè. Insomma si riferisce alla tazza usata per bere la cioccolata calda”.
Il prodotto non è da grande distribuzione. Si può trovare a Modica da Bonajuto, nei vari rivenditori e presto anche nel sito aziendale.
Si prepara in un attimo come mostra il video.

E si può ottenere utilizzando come base liquida acqua o latte, per una versione più cremosa. L’abbiamo testata. Ma non sveliamo nulla. Il miglior modo per scoprirne il gusto autentico è prepararla e sorseggiarla in un pomeriggio d'inverno.