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Il prodotto

Le Gocciole i biscotti preferiti dagli italiani: nel 2020 vendute 40 milioni di confezioni

04 Giugno 2021

di Michele Pizzillo

Curiosando fra gli scaffali dei supermercati, il passaggio nella corsia degli scaffali che traboccano di prodotti per la prima colazione e gli snack che spesso li metti in tasca per risponde ad un improvviso desiderio di sgranocchiare qualcosa, ti capita di vedere la confezione delle Gocciole chocolate Pavesi.

Ok, la sua bontà è innegabile. Ma poi ti arriva la soffiata di qualche attivo comunicatore che stuzzica la tua curiosità con la battuta che le Gocciole Chocolate Pavesi sono tra i biscotti frollini più amati dagli italiani. Ci pensi un poco e decidi fare qualche ricerca. E, che scopri? Che, intanto, è un biscotto iconico, con 34 anni di storia alle spalle e, fanno sapere da Barilla – adesso proprietaria anche della storica Pavesi di Novara – di essere il frollino più venduto d’Italia. E, su che basi si può affermare una cosa del genere? Continui nella ricerca e ti viene fuori la fonte “Nielsen Market Track AT 03/01/2021, Nielsen HHP AT 04/10/2020”, che riporta dati come i 40 milioni di confezioni di Gocciole Pavesi venduti nel 2020, che equivalgono a 1,9 miliardi di biscotti. Tradotti in distanza, per avere un’idea parliamo di 120.000 chilometri, circa 16 volte il giro d’Italia. Lo scorso anno, per la prima volta, le Gocciole Chocolate Pavesi hanno anche superato la soglia di penetrazione di 7 milioni di famiglie, per un fatturato generato alle casse di oltre 80 milioni di euro. A questo punto possiamo dire di essere di fronte ad un vero e proprio fenomeno economico – per produrli sono impegnati tre stabilimenti: Castiglione delle Stiviere in Lombardia, Melfi in Basilicata e Novara – e sociale, visto anche il “peso” del frollino, solo una decina di grammi, il cui principale momento di consumo è la colazione e l’inzuppo che ne esalta le caratteristiche uniche ed inimitabili. È rilevante però il consumo che viene fatto di Gocciole anche come snack pomeridiano e per il dopo cena.

Il successo di questo biscotto cult del marchio Pavesi – fanno sapere dalla Barilla – ha portato “da febbraio 2021, la famiglia delle Gocciole ad allargarsi, con la special edition Gocciole Coconut in grado di scrivere un nuovo capitolo nella storia di Gocciole, con la pastafrolla arricchita dalla presenza del cocco e abbinata alle gocce di cioccolato fondenti”. Anche il visual dal mood esotico e divertente ricalca il tono di voce leggero ed ironico proprio di Gocciole e il packaging è 100% riciclabile. Si tratta di un prodotto innovativo, ideato per rispondere ai bisogni dei consumatori moderni che ricercano sempre di più varietà ed esplorazione nel gusto. Le gocciole affondano nella storia di Pavesi – non ancora di proprietà Barilla – che nel 1984 lancia la linea di biscotti “Amici del Mattino” per rispondere alla richiesta di una nuova prima colazione da parte degli italiani. Prodotti dai nomi inconsueti: le cinciarelle, i fringuelli, i cardellini, i ciuffoletti, gli usignoli e i codirossi. Che si affermano anche grazie ad una promozione impattante: piatti in ceramica decorati raffiguranti i disegni delle confezioni. La famiglia degli “Amici del Mattino” si allarga ulteriormente tre anni dopo e, insieme ad altri nuovi frollini, nascono le Gocciole. Undici anni dopo, nel 1998, Gocciole diventa un brand a sé stante che si arricchisce di nuove varianti: con gocce di cioccolato, al gusto cappuccino, con gocce al gusto gianduia. Oggi il brand può contare nella sua famiglia delle referenze Gocciole Chocolate, Gocciole Wild, Gocciole ExtraDark e l’ultima arrivata Gocciole Coconut. L’aspetto più incredibile che per raggiungere questo straordinario successo, per le Gocciole sia Pavesi prima e Barilla dopo, non hanno fatto ricorso all’utilizzo di testimonial. Al brand viene però associato il format della giungla, lanciato nel 2001, che rappresenta la metafora della vita quotidiana in città, trasmessa con ironia e originalità. Nel 2011 viene introdotto nel format la figura della suocera, che ancora oggi rimane una forte protagonista della comunicazione. Basta questo per convincere milioni di italiani a contribuire ad incrementare il consumo di un frollino semplicemente fragrante e squisito.