Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il progetto

Ape Nera Sicula e mandorle nel terreno confiscato affidato ai giovani, nuovi obiettivi per la cooperativa SoSvile

04 Novembre 2013
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E’ una officina laboriosa in cui le api nere e i mandorli, simboli del paesaggio agrario siciliano, fioriranno sotto le ali della legalità.

A consentirlo è il progetto di solidarietà  “L’officina laboriosa: l’ape nera sicula ed il mandorlo in sinergia per una nuova opportunità di sviluppo sociale” presentato ieri pomeriggio a Monreale. Un progetto ambizioso che guarda al sociale, fortemente voluto dal Rotary International Distretto 2110, Sicilia e Malta che ha sovvenzionato l’idea promossa dal Rotary Club Palermo Ovest insieme ad altri sette Rotary Clubs dell’Area Panormus per l’impianto di un mandorleto e di una apicoltura per la produzione di mandorle e di miele di api sicule su terreni confiscati alla criminalità mafiosa nei territori tra Monreale e Roccamena. Beneficiario del progetto è la Cooperativa sociale SoSviLe che rappresenta la prima cooperativa italiana affidata direttamente a giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni.

“Si tratta di ventidue ettari” spiega Marilù Monte, Presidente della neonata cooperativa e Responsabile Presidio Slow Food delle susine bianche di Monreale “di cui nove utilizzabili a livello agricolo.  Il Rotary Club sosterrà l’impianto di un ettaro in cui verranno piantati quattrocento mandorli e l’adozione di dieci famiglie di api nere sicule che saranno acquistate da Carlo Amodeo insieme a tutte le attrezzature per l’ apicoltura. Durante la procedura di confisca i terreni sono stati vandalizzati e questo renderà il lavoro ancora più articolato. L’obiettivo è quello di generare del miele di mandorlo di difficile produzione perché si tratta di un miele invernale in cui le api sfidano le avverse condizioni climatiche per raccogliere questo nettare. Speriamo così di sensibilizzare il popolo siciliano nella valorizzazione e nella conoscenza delle nostre eccellenze”. L’ape nera sicula ha popolato per millenni la Sicilia (rischiando però l’estinzione negli anni ’70) e si è sempre distinta dalle altre specie per il suo carattere estremamente docile e per la sua produttività anche a temperature molto elevate o tipicamente invernali. “Da qualche anno” racconta Mario Indovina, Fiduciario della Condotta Slow Food, “le istituzioni hanno iniziato a credere ad una agricoltura orientata al buono, pulito e giusto. Il termine pulito indica proprio la presenza forte della legalità. L’agricoltura oggi rappresenta per i giovani una grande opportunità di lavoro perché in Sicilia ci sono grandissime estensioni di terreno da coltivare. Può, dunque, essere un valido strumento di crescita del Pil tanto è vero che in momento di grande recessione l’unica voce in attivo è il settore agricolo”. Ma da dove ripartire per far sì che i siciliani  non perdano mai la memoria delle eccellenze prodotte nell’isola?: “Sicuramente dai giovani” afferma Marina Pandolfo, presidente del Rotary club Palermo Ovest “ai quali bisogna indicare la strada maestra della legalità e dell’etica. Per la prima volta il Rotary ha deciso di sostenere un progetto in ambito agricolo per aiutare i giovani che si occupano della terra. Vogliamo dimostrare che è possibile ridare nuova vita ai beni confiscati alla criminalità mafiosa mettendo in  luce la biodiversità della nostra terra attraverso un ciclo produttivo pulito, sano e sostenibile”.

Nell’ambito della manifestazione “Sviluppo agricolo e legalità”, durante la quale è stato presentato il progetto, è stata conferita dalle mani del sindaco Filippo Di Matteo la cittadinanza onoraria del comune normanno al prefetto Giuseppe Caruso, visibilmente emozionato, che è anche direttore dell’agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati alla mafia.

Rosa Russo