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Il progetto

L’Irvos certifica i vini maltesi

25 Febbraio 2014
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Nel 2013 sono stati assegnati ben 128 marchi tra Dok e Ig

L’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia guarda con autorevolezza all’estero.

Mentre Malta e la vicina Gozo scoprono una vocazione vinicola, i loro vini sono ora certificati dall’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia che dall’isola del Mediterraneo parte per guardare a nuovi sbocchi all’estero. Da due anni i tecnici dell’Irvos studiano e  analizzano bianchi e  rossi prodotti a Malta e a Gozo, circa 250 le etichette certificate che rispondono ai marchi Dok e Ig.

L’Istituto ha partecipato due anni fa ad un bando internazionale, il contratto fu firmato nell’ottobre 2011 dall’allora direttore Dario Cartabellotta, oggi assessore alle Risorse agricole. In poco più di due anni sono state analizzate le qualità organolettiche e le proprietà chimico-fisiche dei vini maltesi, più bianchi che rossi. Nel 2013 in 128 hanno ottenuto la certificazione, un centinaio l’anno precedente.

“All’inizio – spiega Lucio Monte, direttore dell’Istituto – riscontravamo parecchi difetti qualitativi, poi i produttori hanno lavorato molto sulla qualità, proprio sulla base delle nostre indicazioni. Lo dimostrano anche i numeri dei vini giudicati ‘rivedibili’, sensibilmente diminuito”.

Impegno che ha riguardato anche il sistema vigneto. “La maggior parte – dice ancora Monte – sono irrigati con acque salmastre, la produzione ne risente. Abbiamo lavorato anche su questo fonte e parallelamente avviato un progetto, finanziato dall’Unione Europea, in collaborazione con l’Università di Malta e il Ministero per la difesa dell’ambiente attraverso la cura del vigneto”.

I vini maltesi certificati dall’Irvos sono prevalentemente destinati al mercato interno, pochi finiscono all’estero. “Malta – aggiunge Monte – vive un momento felice sotto il profilo turistico e sono proprio gli stranieri i principali consumatori di questi vini che iniziano ad essere interessanti”. E se oltre alla certificazione, si dovesse dare un voto? “Sei e mezzo con possibilità di miglioramento, anche se ci sono vini che presentano qualità ragguardevoli rispetto al più recente passato”, conclude Monte.

Entro qualche settimana saranno resi noti i risultati del bando per la certificazione del 2014. E l’Istituto, sbarcato a Malta prima di iniziare a certificare i vini made in Sicily (datata pochi mesi dopo), spera di continuare il lavoro intrapreso, fatto non solo di burocrazia ma anche di conoscenze trasferite. Per ampliare il dialogo fra la Sicilia e il resto del mondo del vino.

Stefania Giuffrè