Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il progetto

Neda, un vino speciale

02 Aprile 2013
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Il team di La Casa di Nilla durante la vendemmia

Un vino speciale, parla calabrese e ha un grande cuore.

Si chiama Neda, verrà presentato al Vinitaly mercoledì 10 aprile alle 10,30 al Padiglione 9, sala C – primo piano, alla degustazione: “Le tessiture dolci delle essenze mediterranee – Sei vini chiamati a testimoniare le policrome fragranze dell’Italia meridionale” guidata dal presidente Associazione Italiana Sommelier Antonello Maietta. L'annata è la 2009, ed è il frutto di un progetto (lacasadinilla.itche vede coinvolto, come direttore, una delle nostre firme più vibranti, Giancarlo Rafele. 

A parlarci di questo Greco di Bianco è Nicola Fiorita, presidente Slow Food Calabria. Non è la solita recensione però, questo vino meritava un racconto diverso, fuori dalle righe. Al lettore il piacere di scoprire la storia di Neda. 

“Raccontami, dai, una storia della tua terra. E un vino di quel Sud che nasconde ancora sentimenti profondi e angoli misteriosi. Sorprendimi, ancora, in questo presente in cui tutto è già stato detto, scritto, bevuto.”

“Siediti, allora, che ho qualcosa per te. Un vino che è già una storia. Un vino da assaporare come fosse uno di quei romanzi della nostra gioventù che ci tagliavano il fiato e cancellavano il resto del mondo per tutto il tempo di quelle due-trecento pagine”.

“Eccomi, versami pure nell’anima questa storia”.

“C’è una casa nella periferia più estrema di una città calabrese che non ha insegne, non ha campanello e nemmeno un segno di riconoscimento. Una casa anonima apparentemente, ma che non ha eguali nel mondo. Ci vivono bambine e adolescenti che sono stati vittime di abusi sessuali e gravissimi maltrattamenti. Si riprendono la vita, lentamente, giorno dopo giorno, si riprendono il presente e il futuro in attesa di poter pensare al passato. Crescono e vanno via, in genere, ma qualcuno non ha dove tornare e resta ancora davanti al camino della Casa di Nilla. Tutte imparano a lavorare, per il dopo.
Verrà un buon lavoro, ben retribuito, giustamente apprezzato, stabile magari. Intanto, è venuta una idea. E una collaborazione. L‘Azienda vitivinicola Tramontana ha messo a disposizione due piccole vigne. Una a Gallico, un paese di Reggio Calabria che si affaccia sullo stretto di Messina, l’altra a Casignagna, coltivata a Greco Bianco. E’ grazie alla sensibilità di questa storica famiglia di vignaioli calabresi che La Casa di Nilla ha potuto collocare sul mercato due etichette a marchio proprio: “Nemesi” (un rosso di media struttura prodotto da uve Nerello calabrese con l‘aggiunta di Merlot e Syrah) e “Neda”, un Greco di Bianco Doc. Dicono che il Greco di Bianco sia il vino più antico del mondo, antico quanto la lotta tra il bene ed il male, quanto il dolore e la felicità”.

 “E’ quella bottiglia lì vero? E’ quello il Neda di cui parli, è ora di provarlo, non credi?”.

“E’ qui per te. Perché tu possa degustare i sogni di quelle bambine, perché tu possa sentire gli odori della vita. I vigneti, ti dicevo, stanno a Casignana di Bianco, nella provincia di Reggio Calabria, l’uva è messa ad appassire su graticci al sole per 15 giorni prima di essere sottoposta a una soffice pressatura. La fermentazione avviene  in acciaio a temperatura controllata e anche l’affinamento ha luogo in acciaio per 16 lunghi mesi prima dell’imbottigliamento. Ci vuole tempo per le cose belle, e i ragazzi lo sanno.
Guarda come è ambrato questo vino. Senti come è dolce questa storia. Un amico ci ha detto che possiamo sentire la zagara, l’acacia e tutte le modulazioni della frutta secca, dai fichi ai datteri, e poi cedri canditi, albicocche disidratate e tabacco, ma tu fermati un attimo sul dopo. Lo senti? Lo senti il retrogusto dell’impegno civile, lo senti che ti resta nella bocca quella stessa sensazione zuccherosa di quando eri bambino e passavi il Natale davanti alla tv a vedere Mary Poppins o a cantare le canzoni di Tutti insieme appassionatamente?”.

“La banalità del bene”.

“E la grandezza di un vino che puoi abbinare con la pasticceria secca, i dolci a base di pasta di mandorle, le crostate di frutta e la frutta secca e con i formaggi erborinati. La totale lucentezza di un vino che può illuminare ogni serata. E può dare un senso a tutta questa nostra passione, a questa ricerca di sapori, di odori, di gocce di splendore”.

“E’ buono, molto buono. Dici che migliora ancora con l’invecchiamento?”.

“Si, credo che tenga almeno una decina di anni. Ma non aspetterò. Non vedi quanto miglioriamo noi, bevendolo?”

Le altre etichette protagoniste della degustazione di giorno 10 aprileMoscato di Baselice Zingarella 2010 – Masseria Parisi; Passito di Pantelleria Ben Ryé 2010 – Donnafugata; L’Autentica 2008 – Cantine del Notaio; Primitivo Dolce Nero 2007 – Mille Una; Vernaccia di Oristano Antico Gregori – Contin. 

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