Il progetto
Progetto di distribuzione Duca di Salaparuta, nuove partnership e la prossima con una cantina del Veneto
Il progetto di distribuzione di vino ha debuttato poco tempo fa con lo Champagne, quello di Maison Lanson.
Adesso nel proprio portfolio Duca di Salaparuta ha aggiunto la Toscana rappresentata da Caparzo e dalle tenute del gruppo Doga delle Clavule e Borgo Scopeto, e l'Abruzzo con Tenute Barone di Valforte.
Non è ancora partito però, l’azienda storica siciliana sta valutando altre cantine con cui entrare in partnership. Probabilmente la gamma di tipologie di vino in distribuzione, che spazia per ora dalle bollicine francesi ai rossi d’Italia Brunello, Chianti Classico, Morellino di Scansano, Montepulciano d'Abruzzo e altri vini territoriali si arricchirà con il Prosecco, e si guarda anche al Franciacorta. Nel frattempo si sta anche completando la squadra di wine ambassador, saranno in tutto sette, che andranno in giro per l’Italia a raccontare i vini e i territori rappresentati. Spazierà, infatti, solo sul territorio italiano questa nuova iniziativa. Una risposta alla difficoltà che sta vivendo il mercato interno del vino. “Siamo partiti dalla constatazione che il mercato italiano aveva bisogno di progetti diversi, soprattutto per quanto riguarda il mercato tradizionale che sta soffrendo. C’è l’esigenza di avere una forza vendita che abbia le capacità. Per questo abbiamo pensato ai wine ambassador", spiega Benedetta Poretti responsabile comunicazione di Duca di Salaparuta. Il loro compito sarà quello di assistere i clienti, portando avanti insieme a loro iniziative di promozione e comunicazione, dalle degustazioni o serate organizzate al coinvolgimento degli utenti dei social network. Formula innovativa che vuole solo portare nel calice la qualità. “La selezione delle aziende segue questo criterio – spiega la Poretti – ed è anche importante che offrano una varietà di referenze più ampia che valorizzi la tipicità del luogo – e aggiunge –. A fronte della regionalizzazione dei consumi, punteremo su tipologie di vino che rispecchino la tradizione del luogo di origine. Tengo a precisare sulla partnership che siamo davanti ad un cambio di prospettiva, non trattiamo con cantine solo da distribuire ma con realtà con cui vogliamo realizzare un progetto comune”.
C.d.G.
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