Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il progetto

“Agrobiodiversità e produzione artigianale, una via d’uscita che tutela il consumatore”

21 Marzo 2013
cartasardo cartasardo


Dario Cartabellotta, Piero Sardo

Agrobiodiversità e produzione artigianale il comparto dove il consumatore può avere maggiori garanzie e tutela. Un'economia da difendere.

Così hanno ribadito l'assessore delle Risorse agricole e alimentari della Regione Siciliana, Dario Cartabellotta, e il presidente nazionale della fondazione Slow Food, Piero Sardo. Hanno fatto il punto sulle produzioni di piccola scala in occasione della presentazione, tenutasi a Palermo, di Lactimed, progetto europeo di Cooperazione Transfrontaliera nel Mediterraneo, che ha riunito dodici tra enti e istituzioni di Francia, Tunisia, Grecia, Egitto, Libano e Italia, rappresentata dalla Sicilia. Ha lo scopo di promuovere la produzione e la distribuzione di prodotti lattieri tipici del bacino del Mediterraneo attraverso l'organizzazione di catene di valore, sostenendo i piccoli produttori nei loro progetti di sviluppo e nella creazione di nuovi mercati al di fuori dei confini nazionali cercando di sopperire alle esigenze della filiera lattiero-casearia siciliana, istruendo sulle procedure flessibili e innovative e sui metodi di commercializzazione. I Paesi coinvolti nel progetto sono stati selezionati perché condividono percorsi storici e tradizioni fortemente legate alle produzioni lattiero-casearie, ma per tutti sarà anche un modo per aprire alle innovazioni e allo scambio di conoscenze ed esperienze.

“L'agrobiodiversità – ha detto Cartabellotta – è una grande opportunità per la Sicilia, un volano per l'economia e un modello di sviluppo da seguire a livello nazionale. Contro l'omogeneità alimentare delle grandi industrie che ha portato ai recenti scandali e che porterà a nuovi sviluppi – ha spiegato – c'è una via d'uscita che tutela il consumatore”.

Alle sue parole si sono aggiunte quelle di Piero Sardo: “Noi dobbiamo essere consapevoli che esistono due mondi del formaggio: uno che è quello industriale e un altro che è quello artigianale – ha precisato -. Due mondi paralleli che non è detto che non possano coesistere tra di loro, ma sicuramente non si possono sovrapporre. Dobbiamo salvaguardare i piccoli produttori dall'avanzare della grande distribuzione e non aiuta di sicuro la normativa comunitaria. Il primo fattore in grado di aiutare le piccole produzioni deve essere rappresentato dalla capacità del consumatore di riconosce e apprezzare il prodotto quale espressione storica e culturale del territorio. Mentre il secondo fattore deve essere la mappatura dei piccoli produttori che ci porta successivamente a catalogare tutti i tipi di prodotti artigianali”.

Fino al 22 marzo 2013, l'Isola ospiterà la prima missione sul campo, una delegazione di esperti di Slow Food, di Aster e del Ciheam-Iamm (Centro internazionale degli alti studi agronomici sul Mediterraneo – Istituto agronomico mediterraneo di Montpellier), accompagnata da esponenti della rete Anima (ente capofila del progetto Lactimed), visiterà diversi centri in tutta la regione per incontrare i produttori locali della filiera lattiero-casearia.Nella conferenza stampa sono state presentate le linee guide del progetto, le metodologie del lavoro e le attività che Slow Food avvierà in Sicilia. Cuore del progetto sono i formaggi siciliani prodotti dai maestri artigianali, ma sarà dato ampio spazio anche allo scambio e alla relazione con altre realtà produttive, così da sviluppare la sostenibilità delle produzioni, la salvaguardia delle tradizioni e la biodiversità.

Roberto Chifari