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Vino della settimana

Il vino della settimana: Creso 2011 di Bolla

16 Maggio 2015
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Un vino moderno che si ispira alla tradizione

Corvina 75% e Cabernet Sauvignon leggermente appassito. Igt Verona.

Bolla è senza dubbio il marchio storico che ha fatto meglio conoscere il vino italiano di qualità nel mondo, specie in America. Per leggere la storia di questa antica cantina veneta leggete qui.
Aggiungiamo che furono i Bolla ad imbottigliare per primi l’Amarone, allora un Recioto mal riuscito per cui le noti dolci erano sostituite da quelle leggermente amarognole.

 
Oggi, interamente acquisita nel 2009, fa parte della galassia Giv, il Gruppo Italiano Vini guidato da Corrado Casoli, che possiede 15 aziende sparse in tutto lo stivale e un totale di 1.340 ettari. La forza di Bolla non è nei pochi ettari di vigneti posseduti bensì nei 200 produttori per circa 900 ettari che ne costituiscono il nerbo. Produttori seguiti e formati in tutte le fasi della coltivazione, che da quell’anno hanno cambiato radicalmente il loro approccio alla produzione. Artefice del rilancio di Bolla è  Christian Scrinzi l’enologo che vi arriva in quell’anno e che propone la coltivazione integrata, rispettosa della vigna e quindi del vino, che da wine maker come ama definirsi li aggiorna ispirandosi alla tradizione veneta riveduta in chiave più moderna non solo per seguire il mercato ma anzi per imporvi un proprio stile.


(Corrado Casoli e Christian Scrinzi)

Delle tante etichette di Bolla parliamo di una chicca: il Creso che prende il nome appunto dal re che trasformava in oro quel che toccava e ne raccontiamo l’evoluta storia. Il primo Creso nasceva nel 1986 ed era fatto di Cabernet con uno stile da vino internazionale più precisamente californiano proprio perchè destinato principalmente al mercato americano dove doveva competere con gli analoghi della Napa Valley e dintorni. Si ci accorse che così veniva travisato nelle sue caratteristiche legate al territorio per cui ci si aggiunse l’autoctona Corvina che ne aumentava il quadro acido e si cercò uno stile alla Supertuscan. Non contenti dei risultati nel 2001 il Creso fu abbandonato. Nel 2009 col suo arrivo Scrinzi studia quello che si era fatto con questo vino e assaggiando le varie annate rimaste in cantina prende la decisione questa volta giusta: “facciamolo alla veneta”.


(La storica bottaia)

Rimane il Cabernet, ricavato dalle migliori vigne della valle di Negrar, ma si riduce a meno del 40 % e si appassisce, modificando così il suo naturale e conosciuto profilo organolettico. L’appassimento è fatto in fruttaio fino agli ultimi di novembre. Nel frattempo si vinifica una base di Valpolicella, cioè di Corvina, di quella buona, in maniera da conservarne il fruttato  e si aggiungono i chicchi appassiti che favoriscono una seconda fermentazione. Il tutto arricchisce il colore, la complessità, i polifenoli, gli aromi. Dopo la svinatura va in barriques ben tostate e abbastanza nuove per circa un anno e poi in bottiglia per almeno 6 mesi. Prima annata in commercio la 2010.

Curiosi del risultato lo versiamo nel calice e il colore si rivela rosso rubino profondo e quasi impenetrabile. Dopo una buona roteazione al naso arriva un’immediata ventata di ciliege, prugne, viole accompagnate da sentori cupi di spezie: pepe e chiodi di garofano, cioccolato, caffè, resina balsamica e qualche nota vegetale, quasi muschiosa. Un eccellente mix, elegante, franchissimo, di estrema intensità.
Al palato inizia fresco con un rapido crescendo rossiniano di tannini setosissimi, potenza, struttura, stupefacente armonia con un frutto che non si nasconde, ma fa capolino. Ai tannini e all’acidità si contrappone l’estrema morbidezza dell’uva appassita. Grande, grande vino.

Per gli abbinamenti siamo quasi in difficoltà perchè la complessità gusto-olfattiva di questo Creso, la sua rotondità permettono un’infinità di accoppiamenti. Forse il miglior consiglio che possiamo dare è di non contaminarlo col cibo, di apprezzarlo a solo, gustandolo e godendone le grandi qualità. Sono 20.000 bottiglie e invitiamo i nostri quattro lettori a non farlo destinare tutto al mercato americano. Correte a comprarlo anche perchè il prezzo è veramente invitante: 19 euro in enoteca. Un affare.
 

BOLLA spa

via A. Bolla 3

37029 San Pietro in Cariano (Vr)

tel. 045 6836555

www.bolla.it

www.giv.it

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di Gianni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino