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Vino della settimana

Vino della settimana: ilgiglio inzolia-grillo di Masseria del Feudo

03 Novembre 2012
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Siamo in una delle provincie sicule meno vitate, ma non per questo i vini prodotti nel nisseno devono avere un complesso di inferiorità rispetto al resto dell'Isola, anzi.

Esattamente siamo in comune di Caltanissetta dove la famiglia Cucurullo possiede dal 1906 un podere che oggi si estende per 110 ha con vigneti, frutteti, oliveti e allevamenti zootecnici. Nel tempo la famiglia ha modernizzato l'azienda per adattarsi ai tempi e per produrre tenendo conto anche della meccanizzazione della commercializzazione razionale. Pertanto si è costruita la cantina per produrre vini di qualità, un frutteto con ben 13 varietà di pesche, moderne stalle di bovini con annesso caseificio. Oggi i fratelli Francesco e Carolina Cucurullo guidano l'azienda sotto l'ala protettiva del padre Salvatore.
 
Chiaramente trascureremo il resto e parleremo solo del settore vitivinicolo. Sono 18 ha in una zona  tendenzialmente argillosa dove la vite esisteva dal 1860, ma che sono stati completamente reimpiantati da otto anni a controspalliera e potatura a cordone speronato. Oltre agli autoctoni Nero d'Avola, Inzolia e Grillo, gli interazionali Syrah e Chardonnay per un totale di 80.000 bottiglie.

In degustazione ilgiglio, minuscolo e tutto unito, un IGT Sicilia 2011 da 13° con uvaggio di Inzolia al 65% e Grillo al 35% . Per quest'ultimo vi rimandiamo qui e qui mentre dell'Insolia sicuramente saprete che il nome italiano è Ansonica, ma noi preferiamo chiamarlo alla siciliana inzòlia o insòlia perchè a quanto pare è il più antico autoctono isolano, anche se poi si è diffuso nell'Italia centrale.
E' un vitigno che resiste bene alla siccità, dall'acino non grande, dorato, che è adatto all'appassimento tanto che anni fa, quando gli agricoltori mangiavano essenzialmente ciò che producevano, i grappoli di inzolia erano appesi in cantina per poter essere gustati fino ad inverno inoltrato. Entra a far parte di sei DOP siciliane dove può essere anche in purezza. Qualcuno la classifica come semiaromatica in quanto ricca di profumi primari, cioè di quelli propri dell'uva.
E' stato il primo vitigno bianco isolano ad essere stato imbottigliato con successo e diffusione, indice che è un vitigno che ha dato ottimi vini; oggi sia puro sia in blend, assieme al catarratto al grillo, al carricante è una stella della nostra enologia; domani, con la sperimentazione e l'esperienza, sarà sicuramente un'eccellenza vinicola.
 
Il nostro vino proviene da uve biologiche certificate, coltivate in contrada Grottarossa a circa 450 m, raccolte a mano e processate separatamente sotto la guida dell'enologo Nicola Centonze. Tutta la vinificazione, dalla pressatura soffice alla fermentazione con lieviti selezionati, è  in acciaio dove riposa per tre mesi nelle fecce nobili. Dopo la filtrazione affina in bottiglia per 2 mesi. Anche in cantina il processo è biologico e da quest'anno il vino sarà etichettato in tal senso.

Versato nel calice rivela un colore giallo paglierino tenue, caratteristico dell'inzolia. All'olfatto i profumi sono molto intensi, prima un carretto di frutta: pesca, melone giallo, ananas, mango, poi un cesto di fiori: rosa, viola, gelsomino, ginestra. Il naso è pervaso da una affascinante finezza, da un'irreprensibile franchezza e da una completa armonia. Al gusto si avvertono i frutti ma in sequenza la buona acidità pulisce il palato con un retrogusto lungo di mandorla. Sempre armonico e con un buon corpo. Una bottiglia dalla duplice personalità: molto floreale e fruttata appena aperta, più minerale all'indomani.
Nei canali HoReca sono 8.000 bottiglie che allo scaffale potete trovare a 7 euro.
Lo abbiniamo ai frutti di mare crudi, a salmone e pesce spada affumicati, al gorgonzola al cucchiaio.

Masseria del Feudo
Contrada Grottarossa
92020 Caltanissetta
tel. 0934 569719 – 0922 856755
www.masseriadelfeudo.it

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di Giovanni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino