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Vino della settimana

Vino della settimana: Brunello di Montalcino Docg 2011 di Cantina di Montalcino

23 Luglio 2016
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Sangiovese in purezza

di Gianni Paternò

Chiunque sia appassionato o anche solo consumatore di vino sa cosa siano Montalcino e il suo Brunello: uno dei vini più importanti e apprezzati al mondo che proviene dalla collina di Montalcino a quote da 120 a 600 metri. Un territorio dove da tempo immemore si coltiva un vitigno che era chiamato Brunello e che studi ampelografici nel 1879 hanno stabilito essere il Sangiovese. In un fazzoletto quadrato di circa 15 chilometri di lato insistono terreno e microclima particolari per cui il Sangiovese viene particolarmente buono quindi il nome Brunello è rimasto diventando uno dei più pregiati e ricercati vini italici, Doc dal 1966, Docg dal 1980.

In questo territorio baciato dalla buona sorte nel 1970 nacque una cooperativa che prese il nome di Cantina di Montalcino. Nel 1990 la Cantina fu acquisita da un’altra cooperativa: la Cantina Leonardo da Vinci, a Vinci appunto. I 100 soci di Montalcino oggi possiedono 160 ettari di vigneti di cui 70 di Brunello e la Cantina ha una peculiarità: i vigneti sono sparsi in tutti i versanti della collina, a diverse quote e diversi terroir e microclimi; questo implica che sempre, ogni anno, si troveranno vigneti in cui l’uva è buona, sana, atta a divenire un ottimo Brunello. Le etichette sono 8 comprendenti 3 Brunello: il Classico, il Da Vinci una selezione, il Riserva che si fa solo nelle annate eccezionali con le migliori uve, nel 2006 ormai praticamente introvabile e nel 2012 che uscirà nel 2018. In totale 550 mila bottiglie di cui 200 mila dei Brunello.

Splendida la nuova cantina moderna, funzionale e semi interrata, con enoteca per vendita e degustazione, progettata da Tommaso Giannelli e Corrado Prosperi, inserita nel circuito toscano di Architecture Wine.

La Cantina ora fa parte della Leonardo Da Vinci. Il presidente, da poco eletto, è sempre Lorenzo Melani, che di suo fa l’architetto; il responsabile del settore agronomico è Andrea Meini; l’enologo Riccardo Pucci che a Montalcino è affiancato da Lorenzo Danielli. Non basta che il territorio sia fortunato, la vigna deve essere coltivata bene. Quindi i soci sono seguiti e consigliati dalla squadra di tecnici, alcuni coltivano in biologico, il resto fa i trattamenti solo quando necessario.


(Lorenzo Melani)

Recensiamo il Brunello di Montalcino, il base si fa per dire. Vendemmia iniziata il 20 settembre, abbastanza lunga proprio per le diversità di quote ed esposizioni, effettuata con campionature per determinare il miglior momento. Oltre ai tecnici della cantina c’è il supporto di quelli del consorzio che compiono anch’essi monitoraggi. Una prima selezione avviene in campagna, una seconda in cantina per verificare che le uve rispondano alla qualità richiesta.


(Riccardo Pucci)

La fermentazione avviene in acciaio in serbatoi di capacità adatta alla massa innestata da lieviti selezionati, macerazione da 15 a 20 giorni secondo le annate. Durante la fermentazione si fanno delestage, rimontaggi e salassi che consistono nel togliere il 20% di mosto dalla massa fermentante per concentrarla e aumentare quindi la percentuale di bucce. Il mosto separato diventa parte degli altri vini. Un metodo quindi che ha un certo costo perchè fa diminuire la quantità di Brunello, ma che si è rivelato importante per migliorarne la qualità. Dopo la svinatura avviene la malolattica spontaneamente sempre in acciaio. Affinamento in legni di rovere di Slavonia di diverse capacità ed il 5% in barrique. Altra particolarità: viene operata una rotazione turnata tra le varie botti per uniformare quanto più le caratteristiche di tutto il vino. Come da disciplinare l’affinamento dura almeno 2 anni cui segue l’assemblaggio delle masse e un ulteriore riposo fino a maggio quando dopo la filtrazione a cartone si imbottiglia per uscire in mercato nel successivo gennaio.

Versato nel calice il colore è rosso porpora. Al naso si presenta complesso, intenso, con note di prugne, ribes, ciliegie sia fresche che in confettura, speziato, ricco di cioccolato e una ventata di menta fresca. Naso importante, serio, ma di enorme fascino e da vino di altissima classe. Al palato si confermano le sensazioni, anzi si arricchiscono: fragrante come pochi, ritornano i sentori olfattivi; potente, di eccelsa struttura che si completa con tannini vivaci, ma non pungenti a cui fa da spalla un’equilibrata acidità, lunghissima la permanenza. Un vino grandioso che conferma la fama del Brunello di Montalcino.

Abbinatelo a grandi piatti di struttura e gusto deciso, splendido con carni al sugo o alla brace. Formaggi stagionati, ma non troppo salati. Il miglior consiglio è gustarlo in santa pace, a solo, centellinando e apprezzando i sorsi e ogni volta affondando il naso per estrarne un lungo afflato. Sono 130 mila bottiglie al prezzo di 27 euro.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

 
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