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Vino della settimana

Vino della settimana: Calafuria 2014 di Tormaresca

04 Luglio 2015
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Negramaro rosato IGT Salento

Poteva il marchese Piero Antinori limitarsi a possedere migliaia di ettari di vigneti solamente in Toscana, Umbria, Piemonte, Usa, Ungheria, Cile? Assolutamente no, per cui quando se ne prospettò l’opportunità nel 1998 acquistò la Tenuta Bocca di Lupa, in piena area della DOC Castel del Monte in comune di Minervino Murge. Siamo in un altipiano a circa 250 metri di altitudine, nel centro della Puglia. L’anno successivo non si fa scappare l’acquisto di una nuova tenuta, Masseria Maìme, questa volta nel Salento a metà strada tra Brindisi e Lecce, distante oltre 200 km dalla prima. Sono ben 500 ettari tra boschi, vigneti, uliveti che arrivano a strapiombo fin sul mare.

 
La prima tenuta che acquistarono era amministrata da Peppino Palumbo, un pugliese che si vanta di avere le mani impastate di terra da tante generazioni, che fu anche il promotore del secondo acquisto per cui, sia per gratitudine ma di più per le sue capacità, gli Antinori lo nominano amministratore di Tormaresca, poetica fusione di torri e mare, il marchio che racchiude le due tenute.


(Peppino Palumbo e Piero Antinori)

A Piero Antinori non mancano l’imprenditorialità, nè la competenza, nè i capitali per ristrutturare completamente l’azienda, mantenendo solo ciò che continuava ad essere valido ed attuale, conservando le colture ad alberello pugliese, valorizzando le varietà autoctone che hanno fatto la gloria dei vini pugliesi: Negramaro, Nero di Troia, Primitivo, Aglianico, Fiano, Moscato reale, anche se non mancano gli internazionali Chardonnay e Cabernet Sauvignon. Oggi sono 140 ettari di vigneti nella prima e 250 nella seconda tenuta che danno 3,2 milioni di bottiglie con 12 etichette che prendono la strada dell’estero in maggioranza. Anche i fabbricati e le cantine sono completamente modernizzate specialmente la nuova avveniristica struttura del Salento.

 
La coltivazione è del tipo convenzionale e sostenibile nel Salento, totalmente biologica compreso i vini a Bocca di Lupa. Renzo Cotarella, enologo del gruppo Antinori, sovrintende alle operazioni in cantina condotte da Davide Sarcinella.
 
Visto che è appena iniziata l’estate, che la Puglia è terra favolosa per i rosati, recensiamo il Calafuria, dal nome di una vicina cala, un Negramaro secondo il disciplinare Salento IGT. Le uve provengono dalle stesse vigne che mirano il mare, di 15 anni di età a cordone speronato. L’annata 2014 non è stata delle più facili con una primavera piovosa e un’estate fresca. Vendemmia nella prima decade di settembre con un ritardo medio di una settimana. Raccolta e selezione a mano, diraspatura, pressa soffice, il mosto decanta a 10° e successivamente con l’aggiunta di lieviti selezionati fermenta a temperatura controllata a 16°. Dopo le usuali chiarifica, stabilizzazione, filtrazione e aggiunta di pochi solfiti va in bottiglia per qualche mese.

Il colore è rosa con tendenze ramate. All’olfatto bei profumi di frutta esotica, di rosa, fiori di campo, pesca e qualcosa di agrumi. quindi fruttato e floreale, di fascino. In bocca cambia completamente andatura, diventa sapido, molto minerale, asciutto, di robusta struttura anche se di soli 11,5 gradi e nel retrogusto persistente ritorna la fragranza del frutto. Un gran rosé, dalla particolare doppia personalità. Da gustare a temperatura di 12 gradi o anche meno.
 
Nella calda estate il Calafuria sostituisce con gran piacere i rossi, chiaramente non quelli di potente struttura, va bene con i primi a base di pomodoro, con carni alla brace, pesci al cartoccio, formaggi anche stagionati, e poi pizza, tanta pizza. Sono 100 mila bottiglie che si trovano a 14 euro.
 

Tormaresca

Str. Prov. 86 per Torre San Gennaro km 5,00

72027 San Pietro Vernotico (Br)

tel. 0831 671046

tormaresca@tormaresca.it

www.tormaresca.it

 

 

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di Gianni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino