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Vino della settimana

Vino della settimana: Cannemasche di Abbazia Santa Anastasia

08 Giugno 2013
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Nero d’Avola rosato.

Nelle campagne di Castelbuono, nell’estremità orientale della provincia di Palermo, in quelle che scendono verso il mare, nel XII secolo Ruggero d’Altavilla fondò un’abbazia dedicata a Santa Anastasia affidata ai frati Teatini e successivamente ai Benedettini. Erano 300 ettari che divennero il fulcro dell’attività agricola della zona con coltivi di ogni tipo. Ma il tempo che scorre non le fa bene per cui gradatamente i terreni vennero via via abbandonati e l’abbazia divenne quasi un rudere. Così quei terreni, che nel frattempo erano stati inondati dalla macchia mediterranea, nel 1980 furono acquistati assieme a quel che restava dell’Abbazia dalla famiglia Lena, terreni che avevano natura pedologica ottimale ed erano soggetti  a condizioni microclimatiche particolari: esposizione a nord, influenza del mare che con le sue brezze si infila  nella vallata , altitudine compresa tra i 200 e 500 m, benefica escursione termica tra il giorno e la notte.
 
Comincia allora negli anni novanta la trasformazione affidata a professionisti di chiara fama per realizzare la cantina e impiantare i primi 30 ha con vitigni autoctoni e internazionali che nel tempo sono aumentati fino ad arrivare oggi a 75 ha cui se ne aggiungono 31 di uliveto. La svolta succede nel ’96 quando diventa consulente Giacomo Tachis, il padre della moderna enologia siciliana. Nascono quindi etichette di vini di successo tra cui il Litra, un cabernet sauvignon in purezza che tanti riconoscimenti ha ottenuto, e Abbazia Santa Anastasia diventa un marchio d’elite nell’enoviticoltura siciliana. A Tachis nel 1999 succede Riccardo Cotarella che continua l’opera evolutiva che dal 2003 diventa biologica per poi arrivare nel 2006 al biodinamico, ma non in tutte le etichette. E dall’anno scorso la consulenza è affidata a Gianfranco Cordero. In mezzo a questi cambiamenti c’è la costanza e la continuità di Giuseppe Prisinzano, attuale responsabile della produzione, che dal ’97 è rimasto fedele al marchio.

Oggi tre etichette convenzionali, cinque biologiche e quattro biodinamiche per un totale di 230.000 bottiglie che per oltre metà vanno all’estero.
Da alcuni anni gli antichi edifici sono stati trasformati in un lussuoso e confortevole hotel Relais con ristorante gourmand guidato dallo chef  Antonio Bonadonna.
 
Il vino che abbiamo in degustazione è il Cannemasche 2012, un rosato di Nero d’Avola Terre Siciliane IGP alla sua prima annata, che proviene dalla vigna in contrada Frassino. Dopo la diraspatura una macerazione con le bucce che può arrivare anche a tre giorni. Nel frattempo inizia la fermentazione con lieviti spontanei e man mano si diminuisce la temperatura; successivamente circa tre mesi in acciaio sulle fecce fini e batonnages e si fa la malolattica per renderlo più stabile. Filtrazione e stabilizzazione a -4°; pochi solfiti aggiunti per arrivare ad un totale di 60 mg per litro.
Dopodichè le 14.000 bottiglie affinano per altri 2 mesi. 13° alcolimetrici.

Al calice presenta brillante colore tra il cerasuolo e il chiaretto, più intenso quindi di un classico rosato. Al naso sentori di frutta rossa, fragola, lampone, prugna, melograno, di non forte intensità ma elegante,  note minerali ed un pizzico di pepe. Al palato arriva molto morbido per poi far emergere una buona acidità, armonico e con lunga permanenza di mandorla lievemente amara. Un rosato che esce dagli schemi usuali, che tende verso il vino rosso giovane ma che può essere adattato giocando sulla temperatura di servizio.
 
Lo abbiniamo a piatti estivi di carne, ad uno sgombro all’acqua di mare e tanti pomodorini,  ad una pasta alla trapanese con pomodoro crudo. In enoteca a 7 euro.

Abbazia Santa Anastasia
Contrada Santa Anastasia
90013 Castelbuono (Pa)
tel. 0921 671959
www.abbaziasantanastasia.it
www.santa-anastasia-relais.it

Recensioni
di Gianni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino