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Vino della settimana

Vino della settimana: Contrada S 2013 di Passopisciaro

15 Agosto 2015
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Nerello Mascalese Igp Terre Siciliane.

Andrea Franchetti, enologo e vignaiolo in Toscana, nel 2000 “sbarcò” in Sicilia e in quel paesaggio straordinario fatto di fuoco, di neve, di lava, di sciara, selvaggio all’estremo se incolto, lussureggiante se interviene la mano dell’uomo, cioè sull’Etna, esattamente in contrada Guardiola di Castiglione di Sicilia, acquistò una tenuta di circa 40 ettari dove esistevano vecchie viti abbandonate di Nerello Mascalese, tanto incolto e caseggiati ormai desueti e cadenti.


(Andrea Franchetti)

Man mano, oltre a creare la cantina dalla ristrutturazione delle case, andò comprando altri appezzamenti in altre contrade: Chiappemacine, Porcaria, Sciaranuova, Rampante, ma la cosa strana era che il Nerello non gli piaceva, non capiva cosa ne veniva fuori per cui introdusse i vitigni che meglio conosceva: Chardonnay, Petit Verdot, Cesanese d’Affile. Per fortuna l’incomprensione col vitigno principe dell’Etna durò poco.

Dedusse che ogni contrada, ogni vallone, ogni giacitura erano costituiti da lave di colate diverse che diversamente si erano evolute in suoli produttivi, che ognuna produceva uve dai sapori diversi. Queste diversità divennero lo sprone per impegnarsi a vinificare come è giusto e finalmente fece i vini che gli piacevano. Divennero quindi 5 crus, uno per contrada oltre al Passopisciaro sempre di Nerello, il Guardiola di Chardonnay infine il Franchetti di Petit Verdot  e Cesanese. In totale sono 80.000 bottiglie vendute per il 70% all’estero. Coltivazione come se fosse biologica, anzi più che biologica.

Degustiamo il Contrada S che sta per Sciaranuova, meno di un ettaro, a quote che vanno da 850 a 900 metri, costituito da una lava friabile, quasi impastata. Il Mascalese è vecchio di oltre 80 anni e cresce in un canale fresco esposto al sole dove gli unici trattamenti sono con polvere di zolfo, argilla, propoli ed estratto di semi di pompelmo. Vendemmia in piccole cassette subito portate nella vicina cantina dove dopo la diraspatura i chicchi interi fermentano in acciaio con lieviti selezionati per 10 giorni. Pressatura, svinatura, decantazione, malolattica e affinamento di 18 mesi in botti di rovere da 50 ettolitri con travasi ogni 2 mesi. Alla fine torna in acciaio per 5 giorni dove si depositano le fecce, chiarifica e imbottigliamento durante la luna calante dell’aprile di quest’anno. I solfiti, al disotto dei limiti, aggiunti nei due momenti topici.

Versato nel calice il colore è rubino chiaro, tipico del Mascalese in purezza. All’olfatto un iniziale sentore vinoso, di vino fresco quasi mostoso, ma con l’aria si evolve e vengon fuori la viola, i piccoli frutti rossi, la ciliegia sotto spirito, infine le note terziarie di liquirizia e pepe nero. In bocca il pilastro principale è la spiccata acidità, la trave il tannino comunque non esagerato, buona la struttura; ne vien fuori un vino vispo, quasi sbarazzino. Nessuna retroetichetta e nessuna informazione se non quelle di legge.
 
Vino da bere a tavola per valorizzare una pasta alla norma, salsiccia alla brace, caponata di melanzane, formaggi anche strutturati. Non disdegna, anzi, una discreta refrigerazione. Solo 2.000 le bottiglie, risultato di bassissime rese, che in enoteca si trovano a 38 euro. In cantina possibili le degustazioni, preferibilmente su prenotazione.
 

Passopisciaro

Contrada Guardiola

95012 Castiglione di Sicilia (Ct)

tel. 0942 983225 – 366 3589926

info@passopisciaro.com

www.passopisciaro.com

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Rubrica a cura di  Salvo Giusino