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Vino della settimana

Vino della settimana. Franciacorta Docg Brut Cuvée 22 di Castello Bonomi

28 Agosto 2021
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di Federico Latteri

Castello Bonomi sorge in un anfiteatro naturale posto alle pendici del Monte Orfano, nel territorio di Coccaglio, comune situato nella parte sud occidentale della Franciacorta.

La tenuta prende il nome dall’edificio in stile liberty progettato alla fine dell’Ottocento dall’architetto Antonio Tagliaferri per la famiglia del rivoluzionario Andrea Tonelli, carbonaro citato nei testi di Piero Maroncelli e Silvio Pellico. In tempi più recenti la proprietà fu acquistata dall’ingegner Bonomi, ancora oggi proprietario del castello, che iniziò i lavori di recupero dei vigneti terrazzati. Dal 2008 la gestione è passata alla famiglia Paladin.

(Castello Bonomi)

I vigneti si estendono per 24 ettari, sviluppandosi a gradoni fino a raggiungere un’altitudine di 275 metri sul livello del mare. Sono recintati da un muro a secco risalente a metà Ottocento e circondati da un parco secolare. Il suolo, di natura calcarea e gessosa, è friabile e ricco di sali minerali. Ci troviamo in una sorta di oasi mediterranea, il cui particolare microclima è dovuto a diversi fattori: il Monte Orfano si trova a nord dei vigneti e li ripara dai venti alpini, l’esposizione a sud, sud est e sud ovest regala un gran numero di ore di sole e la piovosità risulta inferiore del 20 per cento rispetto alle altre aree della Franciacorta. Tutto questo, insieme alle buone escursioni termiche, permette di raggiungere una perfetta maturazione nelle varie zone della proprietà.

(Monte Orfano)

La superficie vitata è divisa in 24 cru che vengono vendemmiati e vinificati separatamente. Oltre a Pinot Nero e Chardonnay, i vitigni utilizzati dall’azienda per i suoi Franciacorta, nei vigneti troviamo l’Erbamat, antica varietà autoctona bresciana che il Consorzio di Tutela sta recuperando con l’appoggio di alcune aziende per due diverse finalità: contrastare il cambiamento climatico (l’Erbamat aggiunge freschezza) e valorizzare i vitigni locali per dare maggiore identità al prodotto. La filosofia aziendale può essere riassunta nel pensiero che l’eccellenza si trova nell’incontro di conoscenza e sensibilità, tecnologia e tocco umano, cioè in un sistema che rispetta il territorio e la sua storia, ma che a volte si basa su scelte coraggiose.

(I vigneti)

In vigna si lavora seguendo i principi dell’agricoltura biologica e grande attenzione è rivolta alla sostenibilità, concetto che viene sviluppato a trecentosessanta gradi con il progetto di tutela delle 4V, i cui fondamenti sono: rispettare la vite, proteggere il verde, fare un vino sostenibile e salvaguardare la vita, lavorando per il benessere dei collaboratori e della società. Annualmente vengono prodotte circa 200.000 bottiglie, divise tra un’ampia gamma di Franciacorta e qualche vino fermo.

(La cantina)

Ci è piaciuto molto il Franciacorta Docg Brut Cuvée 22, un prodotto completo e ben centrato, ottenuto da Chardonnay in purezza. Le uve, come lascia intuire dal nome, sono frutto di un’accurata selezione fatta su 22 diversi cru aziendali, all’interno dei quali vengono scelte specifiche porzioni di vigneto in base ad altitudine, morfologia del terreno, età delle viti, esposizione ed epoca di maturazione. L’obiettivo è fare un Franciacorta che esprima sia lo stile aziendale, attraverso piacevolezza e bevibilità, che le tipicità del territorio di provenienza. Le parcelle vengono vinificate separatamente in modo da poter avere le condizioni ottimali per ogni partita di uva. Dopo la fermentazione che avviene a freddo, i vini restano sulle fecce fini e sono sottoposti ad un monitoraggio costante. Il blend viene fatto dallo chef de cave che, grazie alla sua esperienza e a uno scrupoloso lavoro, ottiene una base spumante nella quale sono esaltate le caratteristiche dei vari cru. La spumantizzazione prevede un affinamento sui lieviti in bottiglia di oltre 24 mesi. Il Cuvèe 22 da noi degustato è stato sboccato nel gennaio 2020 e presenta un residuo zuccherino di 8 grammi per litro.

Versato nel calice, offre un colore giallo paglierino con un perlage sottile, diffuso e persistente. E’ intenso e pulito all’olfatto con profumi di fiori gialli, pesca, melone, scorzette di agrumi, misurate note di crosta di pane e un tocco biscottato che ricorda gli amaretti. Al palato riscontriamo una buona acidità, morbidezza, equilibrio e una giusta consistenza. Il sorso si distende con regolarità fino alla lunga chiusura che risulta sapida e leggermente vanigliata. E’ ottimo per l’aperitivo, ma va benissimo anche se bevuto a tutto pasto. Può essere abbinato a tantissimi piatti della cucina di mare, oppure a primi e secondi di vario genere dal gusto delicato.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

Castello Bonomi
Via san Pietro, 46 – Coccaglio (Bs)
T. 030 7721015
info@castellobonomi.it
www.castellobonomi.it

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