Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Vino della settimana

Vino della settimana: Galatrona 2013 di Petrolo

16 Aprile 2016
1 1

Merlot, Val d’Arno di Sopra Doc

di Gianni Paternò

Era il 1716 quando il Granduca di Toscana in un editto identificò tra 4 zone atte alla produzione di vini di qualità, il Val d’Arno di Sopra in cui ricade Petrolo. Vi cresceva bene il Sangiovese accompagnato da “uve franzose”, come le definì l’agronomo Perrin, ottocentesco proprietario della tenuta che nel 1947 fu acquistata dai Bazzocchi, provenienti da Roma. Vigne, boschi, ulivi, un terreno e un microclima baciati dalla natura assieme alla dedizione e alla passione hanno fatto di questo angolo di Toscana, ad ovest di Arezzo, una tenuta modello, un esempio dell’eccellenza vinicola nazionale.


(La tenuta)

Oggi l’azienda si estende per quasi 300 ettari di cui 31 a vigne, 20 di ulivi e il resto di boschi di querce e di macchia mediterranea, una villa settecentesca con un agriturismo da 16 camere già quasi tutte prenotate per l’intera l’estate.


(Luca Sanjust)

La conduce Luca Sanjust, laurea in storia dell’arte rinascimentale, che ormai gli serve per cultura, una filosofia agricola che rispetta la naturalità, che rifugge da quanto di sintesi, di farmaci, di artificiale possa esserci, fiero che il suo territorio, incastonato in mezzo ai Chianti, non sia in queste denominazioni bensì nella recente Val d’Arno di Sopra, un modo per distinguersi; un agricoltore che da sempre non ha fatto trattamenti se non con prodotti naturali, che da oltre un decennio è in conversione al biologico, che ancora non sa se con la prossima vendemmia applicherà il conseguito bollino bio, visto che, come afferma pubblicamente, non dovrebbe essere il coltivatore puro a certificarsi, bensì quello che usa tutto il possibile a doverlo dichiarare in etichetta.
 
Chiaramente se la filosofia e l’indirizzo sono di Luca, l’attuazione è nelle mani del suo agronomo Carlo Nesterini, soprannominato il fattore, del consulente Ruggero Mazzilli, che sta sperimentando nella tenuta una drastica riduzione del rame, dell’enologo Simone Cuccoli con la consulenza di Carlo Ferrini. Con una squadra così tosta e competente nonchè un territorio ideale i risultati non possono che essere di assoluta eccellenza.

I vigneti, col Sangiovese che copre il 70%, a cordone speronato, sono allevati per produrre poca uva, così le bottiglie sono solamente da 70 ad 80 mila annue, 7 le etichette e per il 95% il mercato è estero. Fabbricati antichi, anche la cantina dai grandi spazi che ha la particolarità di non avere contenitori in acciaio, soli cemento e legno.
 
Della produzione di questa supercantina, degustiamo un Merlot in purezza, il Galatrona o Vigna Galatrona, in un’eccellente annata il 2013, un vino che facendo la media tra le 7 principali guide italiane risulterebbe all’undicesimo posto nei vini rossi nel millesimo 2012 che diventa addirittura il 3° tra i vini italiani sommando Wine Spectator e Robert Parker, scusate se è poco.
 
Questo campione deriva dal vigneto Galatrona, 8 ettari di Merlot, le uve sono selezionate e scelte dalle migliori particelle piantate in momenti diversi nei primi anni 90. In cantina sul bancale sono scartati i chicchi non perfetti, la fermentazione, separata per particella, avviene nelle vasche di cemento spontaneamente, come in tutti gli altri vini, senza aggiungere lieviti a temperatura che non superi i 30°. Macerazione di 14 giorni con frequenti rimontaggi per estrarre quanto più. Subito in barriques nuove in cui la malolattica è precoce e dove il vino riposa un anno nelle fecce fini, poi separato dai residui vi ritorna per un ulteriore affinamento di 20 mesi. Non fa chiarifica e nemmeno filtrazione, solamente pochi solfiti aggiunti secondo le annate per un totale finale di circa 70 milligrammi per litro.

Nel calice il colore è rosso rubino fitto tendente al granato. Al naso si sprigionano intense le note caratteristiche di un grande vino, austero, nobile, elegante: piccola frutta rossa matura che fa da lieve sottofondo a note inaspettatamente fresche, balsamiche, forse intrise dai profumi della circostante macchia, di noci secche, pepe nero, cioccolato, una briciola di amabilmente selvatico che completa un quadro equilibrato ed impeccabile. Per il gusto, cosa deve avere un grande vino? Tannini vispi e vellutati: ci sono. Una corposa struttura: c’è. Un’equilibrata dose di acidità: non manca. Un’armonia globale: spiccata. Un’intensità consistente: esplosiva. Una franchezza pulita: incorruttibile. Una persistenza lunga e avvolgente: tende all’infinito. Un retrogusto accattivante: presente. Specialmente un grande vino deve piacere, deve invogliare a non smettere di berlo a piccoli sorsi per assaporarlo e questo Galatrona piace tanto, ma tanto.

Per gli abbinamenti siamo un pò in difficoltà, non perchè non si abbini ai classici piatti da vini rossi equilibrati, ma di personalità, anzi. Perchè un vino raro, secondo noi, deve essere gustato, goduto e apprezzato in un grande calice in salotto, semmai con qualche mandorla secca. Se ci riuscite aspettate qualche anno a stapparlo, non può che migliorare. Sono 20 mila bottiglie che in enoteca comprate ad un prezzo medio di 90 euro. La classe è classe.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

 
Petrolo
Loc. Petrolo, Mercatale Valdarno
52021 Bucine (Ar)
tel. 055 9911322
petrolo@petrolo.it
www.petrolo.it