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Vino della settimana

Vino della settimana: Kike’ di Fina

16 Febbraio 2013
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Traminer e poco Sauvignon Blanc.

Da una dolce collina in Contrada Bausa in quel di Marsala si domina uno splendido panorama sulle campagne circostanti, sulla rocca di Erice, sul mare, sulle saline, sulle isole dello Stagnone e delle Egadi. Siamo nelle terrazze del baglio-cantina della famiglia Fina, che all'inizio degli anni 90 comprava le uve e vendeva vino sfuso. Bruno Fina faceva e fa l'enologo e lavorava al fianco di Giacomo Tachis, il padre della moderna enologia siciliana, colui che ha cambiato il modo di pensare la vigna e ha suggerito i procedimenti di vinificazione più efficaci. Nel 2005 la svolta: Bruno compra le terre, riatta il baglio, realizza la cantina, impianta nuovi vigneti.
Così accanto ai tradizionali autoctoni, nei terreni più adatti impianta gli internazionali e in un piccolo fazzoletto nel versante nord del monte Erice a 550 m sul mare, dove soffiano i venti freschi e umidi di tramontana e dove tra il giorno e la notte insiste una notevole escursione termica, Bruno compie un'ardita scommessa: impianta il Traminer aromatico.
 
Questo vitigno non è da confondere col più noto e diffuso Gewurztraminer, che è una sua variante con acino di colore rosa e che possiede una carica aromatica di fiori e frutti così intensa da poter anche diventare esagerata e stancante. Il Traminer. originario dell'alta valle dell'Adige, ha bacca più chiara, tendente al verde e pur possedendo tutto il ventaglio e il bouquet di profumi, è meno intenso, più delicato, anche più elegante. Il problema è farlo crescere bene nel clima caldo e arido siculo. Ma dire che la Sicilia sia un'isola è limitante; in realtà è un continente in quanto possiede una immensa diversità di elementi: orografici, meteorologici, pedologici per cui non è impossibile trovare il territorio adatto ad una singola varietà. E' quello che è successo per il Pinot Noir, il Petit Verdot, il Viognier, e tanti altri.

L'azienda Fina, amministrata dal figlio Marco, imbottiglia circa 150.000 unità destinate solamente ai canali HoReCa, più un'ulteriore vino che vende sfuso ad anemiche cantine del nord. Bruno chiaramente fa l'enologo ma sta per lasciare la guida tecnica all'altro figlio Sergio.
 
Il nome KiKè dato al vino che degustiamo deriva al vezzeggiativo affibbiato alla figlia Federica e oltre al Traminer contiene un 10% di Sauvignon Blanc, correttamente indicato in etichetta e presente per migliorare l'acidità.

 
Vendemmiato a settembre fa una macerazione con le bucce di sole 6 ore; poi con lieviti selezionati 15 giorni di fermentazione in acciaio alla temperatura bassa di 15 gradi. Dopo un primo travaso affina per 6 mesi sulle fecce fini e dopo la filtrazione per ulteriori 2 mesi, concludendo in bottiglia per altri 3.

Il colore è giallo paglierino tendente al dorato, molto brillante ed accattivante. Avvicinando il bicchiere al naso ci si inebria coi suoi aromi. Mela, pera, frutti esotici, viola, rosa, qualche agrume e un po' di miele, il tutto in elegante equilibrio che viene esaltato da note minerali e speziate. Non è affatto sdolcinato e ruffiano, l'intensità è al punto giusto. Al palato ti aspetti la carica di fiori e frutta, invece arriva minerale, sapido, secco, con la corretta acidità, elementi che stemperano la caratteristica aromatica di base, insomma un vino di eccelsa armonia e di intenso corpo, di soli 13° alcolici. Bruno ha stravinto la scommessa.
 
Sono 22.000 bottiglie che trovate a 11 euro.
Proprio per il suo equilibrio e per le sensazioni che offre, si può abbinare ad una infinità di piatti. Da provare con spaghetti alle vongole, con gli agrumi e quindi con un'insalata di finocchi ed arance, con un formaggio stagionato. Da gustare, ben freddo, con amici in una calda serata estiva.

Fina Vini s.r.l.
Contrada Bausa
91025 Marsala (Tp)
tel. 0923 733070
www.cantinefina.it

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di Giovanni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino