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Vino della settimana

Vino della settimana: L’U bianco 2014 di Lungarotti

02 Gennaio 2016
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Umbria Igt, Vermentino 60% e Chardonnay

Una volta c’era una pubblicità che diceva: “l’Italia ha un cuore verde: l’Umbria”. Da cui potremmo ispirarci aggiungendo: “l’Umbria ha un cuore vinicolo: Torgiano”. Per poi trarre una conclusione: “Torgiano ha un’unica espressione: Lungarotti”. In effetti il vino umbro può identificarsi con Lungarotti, l’azienda che Giorgio dal dopoguerra ha indirizzato verso il mondo del vino di qualità interpretato in chiave moderna, ma nel rispetto di ciò che il territorio riesce a dare. Un’attività, nata ufficialmente nel 1962, che non si è limitata alla vite e al vino, ma si è estesa nel settore dell’accoglienza e della divulgazione. Nascono così, sempre a Torgiano, il wine resort 5 stelle Le Tre Vaselle, l’agriturismo Poggio alle Vigne, i musei del Vino Torgiano, Muvit, e dell’Olivo e dell’Olio, Moo, realizzati per la passione e la competenza della moglie Maria Grazia Marchetti e dal 1987 gestiti dalla Fondazione Lungarotti, l’Osteria del Museo e aggiungiamo infine la fattoria didattica San Rocco. Una molteplice attività però tutta incentrata verso la propria terra, verso le tradizioni rivolte al futuro.


(Torgiano Lungarotti)

Sono 230 gli ettari di vigneti a cui dal 2000 si sono aggiunti i 20 a Montefalco dove è stata realizzata una seconda cantina ipogea nel rispetto assoluto del paesaggio e dell'ambiente utilizzando energia da fonti rinnovabili. Qui i vini dall’annata scorsa sono certificati biologici. Ben 29 le etichette suddivise in 4 linee: Tenuta di Torgiano, Tenuta di Montefalco, Terre d’Umbria, Fattoria del Pometo con le vigne più nuove, l’unica che trovate anche nella Gdo. Con la scomparsa nel 1999 di Giorgio, a cui i torgianesi, grati, hanno dedicato la via che porta in azienda, quest'ultima è nelle mani delle sorelle Chiara, agronoma che ne è l’amministratore e Teresa, enologa che ora si occupa specialmente del marketing e della comunicazione mentre la madre Maria Grazia continua ad adoperarsi per i suoi amati musei e per le iniziative culturali.


(Teresa e Chiara Lungarotti)

Completano la squadra, Alessandro Alì neo direttore commerciale, Attilio Persia agronomo, Vincenzo Pepe enologo. Da poco fa anche la sua comparsa la terza generazione con il nipote Francesco Zaganelli, diventato l’export manager. Negli ultimi anni ai classici vitigni dell’Umbria che hanno reso famoso il marchio Lungarotti si sono affiancate referenze costituite dall’unione di un vitigno locale e un internazionale, un modo diverso e più completo per diffondere e qualificare gli autoctoni.


(Montefalco Lungarotti)

Se l’altra volta abbiamo recensito il top Rubesco (leggete qui), ora porgiamo attenzione ad un vino meno importante per capire se la qualità Lungarotti si manifesta anche nelle etichette meno blasonate. La scelta è caduta su L’U bianco, nome che richiama il principio del nome dell’azienda e l’iniziale della regione, vino ultimo nato al secondo anno di produzione, di buona diffusione e ottimo successo anche all’estero. Le uve, appunto un blend di Vermentino e di Chardonnay provengono dalla tenuta di Torgiano, da terreni a quota 150 metri, profondi di medio impasto ricchi di argilla. Vendemmia nella prima decade di settembre con una resa che può arrivare a 100 quintali per ettaro.Prodotto esclusivamente da mosto fiore, dopo breve criomacerazione è vinificato in acciaio a freddo e conservato sulle fecce fini sino all’imbottigliamento. Il controllo della temperatura è costante durante tutta la lavorazione.

Versato nel calice il colore è giallo paglierino brillante. All’olfatto è inaspettatamente di classe, fine, equilibrato, franchissimo, di ottima intensità, rivela note di frutta gialla, garofano, limone. Al palato si conferma un gran bel vino: minerale, acido, sapido in un mix circolare, senza punte; buona la struttura, al retrogusto è lungo con un finale amabilmente amarognolo. 

Un bianco profumato, ma non invadente, vivace e corposo che si abbina molto facilmente ovunque pensiate di aver bisogno di un bianco. Noi l’abbiamo gustato con delle reginelle al pesto di basilico, uno sgombro alla griglia, pomodoro secco fritto, formaggio gruyère. Le bottiglie sono 50 mila con un prezzo allo scaffale di 10 euro e vi inviterebbero a lasciar perdere i bianchi barricati e malolattici.

Cantine Lungarotti

via Giorgio Lungarotti 2

06089 Torgiano (Pg)

tel. 075 988661

lungarotti@lungarotti.it

www.lungarotti.it

 

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di Gianni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino