Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Vino della settimana

Vino della settimana: Nero d’Avola di Castel Venus

08 Dicembre 2012
titolo-vino titolo-vino

Torniamo nella provincia di Trapani, che risulterebbe quella più vitata d'Italia e per questo almeno un motivo ci sarà.

Questa volta si va in comune di Erice, la cittadina medievale il cui affascinante piccolo centro storico si erge nella sommità del Monte San Giuliano, in inverno sempre immerso nella nebbia notturna manco fossimo in Val Padana. Nel suo territorio, che abbraccia i versanti del monte San Giuliano, Giuseppe Lucchese, agronomo, possiede dei vigneti di famiglia che recentemente amplia fino ad ad averne 45 ettari, dislocati a circa 350 metri di quota, strategicamente nel versante nord, più fresco e con maggiori escursioni termiche dove coltiva vitigni a bacca bianca: Catarratto, Chardonnay e Grillo, e in quello sud, più assolato e caldo dove insistono quelli rossi: Nero d'Avola e Syrah. Il nome dell'azienda prende spunto dal castello sommitale di Erice, dove una volta sorgeva un tempio dedicato alla Venere Ericina, tra i più importanti dell'antichità.

Prima del 2006 Lucchese vendeva le uve, poi si convince che è più conveniente e più soddisfacente vinificarle ed imbottigliarlein proprio per cui sotto la guida e la cura dell'enologo Tonino Guzzo oggi imbottiglia circa 100.000 unità: i 5 monovarietali suddetti, un rosato di Nero d'Avola e l'Ubi Major, l'etichetta di pregio, blend di NdA e Syrah che fa legno. Mercato prevalente è quello estero in particolare Europa e America. La rimanente parte delle uve prodotte sono vendute come frutto. I vigneti sono trattati in maniera dolce con soli rame e zolfo.
 
Degustiamo il Nero d'Avola, di cui abbiamo tanto parlato in questa rubrica settimanale, che proviene da viti allevate a controspalliera, vendemmiate a settembre con una resa di 85 q/ha. La macerazione è di almeno 10 giorni a temperatura controllata, fermentazione con lieviti selezionati, malolattica ed affinamento di 6 mesi in acciaio. Poi in bottiglia per almeno 2 mesi.

Colore rosso rubino intenso, al naso inizialmente si manifesta non franco, chiuso, come se fosse un vino molto più vecchio di quello che è. Dovete avere pazienza e non disperare; continuando ad ossigenarlo l'odore sgradevole svanisce completamente e vi sembra d'avere di fronte un vino che fa legno, dai sentori di confettura di ciliegie mature e di prugne, un tocco di vegetale, di cioccolato, di liquirizia. Non molto intenso ma intrigante. Al gusto si continua ad avvertire la confettura, tannini equilibrati, retrogusto leggermente amarognolo ed un'intensa acidità che però non disturba affatto ma lascia la bocca pulita e vi fa sembrare il vino meno alcolico dei suoi 14°. Finale inaspettatamente lungo.
Se pensate che le 40.000 bottiglie hanno un prezzo di 6 euro, si può dedurre che non è assolutamente necessario spendere cifre esagerate e che non è indispensabile che i rossi facciano legno o addirittura barriques per poter gustare un vino piacevole, armonico ed accattivante.
Questa è lavera forza dei vini siciliani.
Da abbinare a pasta con salsa di pomodoro pelato, il così detto picchi-pacchi, involtini di manzo alla palermitana, ad una fetta di sfincione.
 

Castel Venus
via Milano 123
91010 Erice (Tp)
tel.  0923 524174
www.castelvenus.com

Recensioni
di Giovanni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino