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Vino della settimana

Vino della settimana – Nero di Troia Igp 2014 di Cantine Le Grotte

10 Dicembre 2016
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di Gianni Paternò

Franco Dell’Erba da oltre 35 anni ad Apricena, nel foggiano, cava l’omonimo pregiato marmo del luogo che costituisce il secondo polo marmifero nazionale. 

Possiede anche un’azienda agricola da quasi mille ettari dove si coltivano cereali, ortaggi, ulivi e, da 15 anni, anche viti. Lo affianca in questa impegnativa impresa il figlio Pasquale, 39 anni, che è diventato il titolare. Ci sono Nero di Troia, Bombino, Moscato, Falanghina oltre ad internazionali e, dallo scorso anno, Primitivo e Chardonnay. Sono 52 ettari, sempre ad Apricena, quindi in un terreno ricchissimo di calcare che è stato rotto anche con il martello pneumatico per impiantarvi i vigneti, a quote che vanno dai 60 ai 200 metri in un territorio al centro dei Monti del Gargano, del Tavoliere di Foggia e del Lago di Lésina, limitrofo al mare.


(Sullo sfondo il lago di Lésina e le Tremiti)

Per i primi anni si vendevano le uve, ma accorgendosi che così a stento si riprendevano le spese, nel 2013 si realizzò una moderna cantina che comprende sala di degustazione, grande showroom con cucina annessa, punto vendita e nacque il marchio.


(La bottaia)

Un’agricoltura tradizionale che ammette i trattamenti solo quando strettamente necessari, potatura verde e diradamenti tra luglio e agosto per ridurre la quantità di uva, migliorandone così la qualità. Essendo un marchio nuovissimo, la produzione è di 100 mila bottiglie, ma in forte crescita, con l’estero che già arriva al 40%. Il resto è venduto in confezionamento per la grande distribuzione e sfuso localmente.


(Franco Dell'Erba)

Biagio Cruciani affianca i Dell’Erba da jolly, occupandosi della campagna e della commercializzazione non disdegnando un impegno anche nel marmo; enologo Ciro Spadone che ha conseguito la laurea specialistica a Torino. Le etichette sono 9 e nel prossimo anno se ne aggiungeranno altre 2. Degustiamo il Nero di Troia Igp, dei 2 quello che riporta in etichetta l’effigie di un’antichissima moneta longobarda dove al centro c'è una croce che indica il nome “Sico”, il top. Il Nero di Troia è antichissimo ed ha origine greche. Un vitigno dall’acino grosso e dalla maturazione più tarda rispetto agli altri rossi pugliesi. Nel passato anche recente non si sapeva vinificare quindi dava vini di grande struttura, ma di pochi profumi, oggi invece si è riusciti a tirarne fuori le notevoli potenzialità per cui diventa sempre più diffuso.


(Il Nero di Troia) 

La vendemmia da fine settembre a metà ottobre, subito in cantina che dista poche centinaia di metri, pigiadiraspatura e fermentazione con lieviti selezionati fino a 14 giorni, un mese sempre in acciaio sulle fecce e 2 travasi a temperatura bassa per non far partire la fermentazione malolattica, poi dal 10 al 20% va in barrique nuove, il resto in acciaio e nei relativi contenitori si sviluppa la malolattica; un anno di affinamento. Riunite le masse si chiarifica e si filtra ed in bottiglia per altri nove mesi. Solfiti totali al di sotto di 90 milligrammi per litro, quindi pochi.

Nel calice il colore è rubino tendente al viola. All’olfatto si esprime su note terziarie, con una complessità ed un rigore da vino che avrebbe fatto molto più legno. Pulitissimo, intenso, raffinato, svela tante spezie, foglie di tabacco, salvia, aghi di pino su un fondo di prugne e more. Al palato arriva fresco, rallegrato dalla balsamicità che si sposa ai tannini presenti morbidamente, a una corretta acidità; è armonioso, intenso e di corposa struttura anche se l’alcol sembra inizialmente non avvertirsi nella sua potenza, un retrolfatto molto lungo che fa affiorare i sentori terziari. Un magnifico Nero di Troia, di un vitigno a torto finora trascurato, capace di dare risultati splendidi anche se per ottenerli alla fine non ci vuole molto. Un’interessante scoperta.

Abbiniamolo a piatti gustosi: rigatoni con salsiccia e finocchietto selvatico, brasato, salsiccia al sugo, caciocavallo podolico. Sono 18 mila bottiglie che trovate allo scaffale a 13 euro.

Rubrica a cura di Salvo Giusino 

Cantine Le Grotte
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