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Vino della settimana

Vino della settimana: Nonò di Costantino

02 Marzo 2013
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Petit Verdot e Cabernet Sauvignon.

Nel secolo scorso Giuseppe Costantino con 6 ettari di vigneto e una minuscola cantina cominciò a vendere il vino prodotto da vitigni autoctoni. Nel tempo gli ettari aumentarono con Onofrio detto amichevolmente Nonò fino ad arrivare con Leonardo a 55. Accanto agli autoctoni sono impiantati i classici internazionali mentre Leonardo visitando vigneti di amici nel profondo nord si innamora del Müller Thurgau e del Petit Verdot, per cui con la consulenza degli agronomi ne impianta rispettivamente 8 e 3,5 ettari. Siamo in territorio di Partinico a 250-300 metri e di Monreale nelle contrade Bommarito e Guastella a 400-500 metri. La conduzione in campagna è praticamente biologica in quanto gli unici trattamenti sono a base di zolfo e calce.
Nel 2008 si realizza la cantina moderna con tutti i processi termocontrollati ed ormai la produzione si attesta sulle 200.000 bottiglie destinate al mercato nazionale con apertura verso la Polonia, gli USA e la Germania.

Il Petit Verdot è un vitigno originario della Francia, della regione del Medoc, a nord di Bordeaux, in sinistra del fiume Gironda. E' una regione tipicamente viticola e il Petit Verdot viene utilizzato, in varie percentuali, negli assemblaggi di alcuni Bordeaux assieme al Merlot e al Cabernet, perché dona al vino un tocco di complessità; ha buccia spessa e può produrre vini tannici, concentrati, ricchi di colore a maturazione. Purtroppo ha un difetto: matura tardi per cui in molte annate non arrivava al corretto sviluppo, quindi pian piano è stato utilizzato sempre meno nella regione d'origine. Ha però il pregio di dare ottimi risultati in zone caratterizzate da clima caldo, molto soleggiato, costantemente ventilato e con scarsissime precipitazioni durante la fase vegetativa, per cui si è ambientato perfettamente in Sicilia
Del Cabernet Sauvignon, il re dei vitigni non perchè dia i vini migliori in assoluto ma per la sua capacità di adattarsi bene in tutti i continenti per cui è diventato il più diffuso, potete leggere di più qui.
 
Le uve per il Nonò, che costituisce il top aziendale, hanno una produzione di soli 50-60 q/ha e sono vendemmiate nella prima decade di ottobre. Dopo il diraspamento macerano per 15 giorni a temperatura controllata inoculate con lieviti selezionati, poi pressatura soffice, svinatura e malolattica naturale. Il vino riposa per 2 mesi  in tonneaux da 500 litri e successivamente in acciaio per altri 10. Filtrazione lieve e dopo l'imbottigliamento un ulteriore riposo di almeno 2 mesi. Solamente questa etichetta fa legno, anche se poco, tutte le altre solo acciaio.

Nel calice un colore rubino impenetrabile non particolarmente brillante. Al naso la prima impressione è di frutta acerba che si manifesta poi con i frutti rossi, la prugna, note minerali, speziate e poco balsamiche. In bocca è particolare, si distingue, la avvolge come un vino fruttato che però si va rafforzando diventando complesso e di corpo con un buon equilibrio tra acidità e tannini delicati, amabili ma evidenti; sa di vino fresco, piacevolmente giovane. Il primo imbottigliamento è dell'annata 2010 che degustiamo.
 
Sono 4.000 bottiglie con 14° alcolici che si abbinano facilmente sia con piatti non impegnativi che con pietanze più elaborate. Noi l'abbiamo accompagnato ad una minestra di fagioli, ad una bistecca panata, ad una mozzarella DOP. Costo euro 24.

Azienda Agricola Costantino
Contrada Raccuglia
90047 Partinico
tel. 0918781768
www.aziendagricolacostantino.it

Recensioni
di Giovanni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino