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Biologico, via alle riforme: importazioni, controlli e sostanze vietate, ecco cosa cambia

18 Giugno 2015
vigneti_biologici vigneti_biologici

di Lorella Di Giovanni

Dopo una fase di stasi, in occasione della riunione informale a Riga in Lettonia, il processo decisionale ­sulla proposta di riforma del Regolamento in materia di agricoltura biologica è ripartito.

Sembrava che all’inizio i 28 Stati membri non dovessero trovare una linea comune su questioni spinose e quanto mai scomode come i controlli sulle coltivazioni biologiche, le importazioni dei prodotti bio dai Paesi terzi e la presenza massima di sostanze chimiche non autorizzate.
Nella capitale della Lettonia, infatti, si è raggiunta una prima intesa, quale preludio di un accordo che è poi arrivato il 16 giugno durante il Consiglio dei Ministri competenti di agricoltura e pesca.

In merito al regime di importazione e per un maggiore tutela dei produttori europei, in futuro i prodotti biologici potranno essere importati solo in regime di conformità con applicazione delle stesse norme produttive europee o da Paesi con i quali siano stati sottoscritti accordi di reciprocità.
In materia di controlli, viene mantenuto l’attuale sistema di verifiche annuali, quale strumento fondamentale per rassicurare il consumatore europeo nelle sue scelte alimentari. Gli Stati Membri potranno dilazionare le ispezioni fisiche solo in caso di aziende a basso rischio fino a un massimo di trenta mesi.
In tema di residui di sostanze non ammesse riscontrati su prodotti biologici – argomento assente nell’attuale legislazione – la proposta introduce un articolo che va migliorato, non avendo raggiunto pienamente l’obiettivo di armonizzare le procedure applicate nei diversi Stati membri.

Infine per le piccole aziende produttrici, si rende meno difficoltoso il loro accesso al sistema del biologico con l’introduzione della certificazione di gruppo.
Così come si legge nel comunicato stampa, il ministro Maurizio Martina ha dichiarato che l’intesa raggiunta è frutto anche del lavoro fatto durante il semestre di presidenza italiana e che ancora esistono margini di miglioramento per il regolamento. Il vice ministro Andrea Olivero si è mostrato soddisfatto, aggiungendo che l’accordo rappresenta un passo in avanti del settore verso una maggiore tutela dei consumatori e dei produttori europei.