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L'allarme

Aumento accise su superalcolici: in rivolta i produttori. Istituto Nazionale Grappa: “Invece di sostenerci vogliono distruggerci”

09 Maggio 2013
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Lo Stato cerca i soldi e si vuole rifare anche sulla grappa e i superlacolici.

Si prospetta all'orizzonte un aumento delle accise. Produttori, grandi gruppi e piccoli distillatori sono entrati in allarme. Uno sgambetto poco gradito in questo periodo che ha suscistato la reazione dell'Istituto Nazionale Grappa, che con una nota, ha annunciato battaglia. Ad essere incriminato è l'emendamento presentato dagli onorevoli Titti Di Salvo e Giulio Marcon di Sel che prevede un aumento delle aliquote delle accise per un gettito complessivo di 26 milioni di euro entro il 2013 e di 45 milioni annui a partire dal 2014. La proposta di innalzare le aliquote delle accise arriva da un periodo di progressiva riduzione del gettito derivante da queste. Dal 2006, anno dell'ultimo aumento delle accise sugli alcolici, si è raggiunto il minimo storico nel 2012, con un calo drastico del -22% , equivalente a 150 milioni di euro (fonte dati Ministero Economia e Finanze).
 

Ecco la lettera di protesta dell'Istituto Nazionale Grappa firmata dal presidente Elvio Bonollo: 

“Siamo molto preoccupati ed amareggiati. Invece di valorizzare e sostenere una delle eccellenze italiane ci si impegna a distruggerla.  La grappa è un'’opera d’arte italiana che il mondo ci invidia per i suoi caratteri inimitabili che sono il frutto di generazioni di esperienza,  arte e tradizione  sviluppatesi nei secoli, grazie al duro lavoro quotidiano di  generazioni di famiglie di distillatori italiane, che tutt’ora costituiscono un comparto sostanzialmente composto da piccole aziende artigianali depositarie di un patrimonio di conoscenze unico. La nostra acquavite di bandiera, che già attraversa il difficile momento legato alla pesante situazione economica generale,  rischia di essere definitivamente messa in ginocchio da un provvedimento dello Stato che comporterebbe la morte di  numerose aziende del nostro settore, fallendo anche nel  portare un vantaggio in termini di maggior gettito allo Stato.   Aumentare le aliquote delle accise per i prodotti alcolici non porta beneficio a nessuno: il loro innalzamento produrrebbe  una ulteriore contrazione dei consumi, con conseguente aggravio della già difficile situazione economica del comparto delle bevande alcoliche, determinando così una riduzione del gettito complessivo nelle casse dello Stato. In altri termini  è una misura fine a se stessa, incapace di risolvere i problemi e allo stesso tempo in grado di impoverire soltanto la categoria dei distillatori che ogni giorno portano avanti con passione questo lavoro spesso ereditato come tradizione di famiglia. Per questo motivo chiediamo con forza al Governo e alle Istituzioni competenti di rivedere questo provvedimento ed abbandonare definitivamente questa ipotesi per evitare ripercussioni devastanti””.