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L'azienda

Alberto Tasca d’Almerita: “La nostra scommessa sulla Malvasia”

10 Luglio 2011
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La scommessa dei Tasca d’Almerita su Salina. La parte vinicola delle Eolie va in passerella. Nel proprio territorio.

È tutto pronto per il Malvasia Day: tredici produttori che lunedì 11 luglio a partire dalle 19 faranno assaggiare i propri vini, in una serata dedicata a giornalisti, addetti ai lavori, appassionati: un’occasione per mettere in vetrina una tipologia osannata e bisognosa di rilancio. E un’isola mozzafiato. I Tasca d’Almerita ci stanno credendo tantissimo: loro è l’idea, loro la location, quel Capo Faro che oggi è un must per chi vuole godersi una vacanza-chic alle Eolie. Ne parliamo con Alberto Tasca d’Almerita, l’ad dell’azienda il cui cuore batte soprattutto a Regaleali, nel centro della Sicilia.

Come nasce l’idea del Malvasia Day?
«L’idea nasce da una serie di incontri a Salina. Da un ragionamento con Corrado Maurigi, che è il nostro vigneron a Salina. Lui conosce tutti i viticoltori dell’isola ed allora ci siamo chiesti: perché non creare un momento di aggregazione? Abbiamo così preso spunto da altre manifestazioni territoriali sul vino, penso a quelle sul Cerasuolo o sull’Etna Doc, ed ecco il Malvasia Day».

L’obiettivo?
«Stare tra di noi e aprirsi ai viandanti. La location è molto particolare: un’isola bella e ostile perché, per l’appunto, isolata. Ma molto frequentata, soprattutto in questo periodo».

Cosa ti aspetti?
«Nulla di eclatante ma allo stesso momento sto vivendo questa vigilia con un pizzico di emozione. Curioso di capire che cosa succederà, di vedere il pubblico e soprattutto come progettare il futuro. Quello di quest’anno sarà un primo passo per fissare qualche paletto e andare avanti».

È stato difficile coinvolgere gli altri produttori?
«No. Qualche timore c’era, ma come spesso accade, tutte le cose che sembrano difficili, poi alla fine sono più facili del previsto. I produttori hanno raccolto con entusiasmo un evento del genere. Vedremo. Sarà un test per capire come può assumere forma».


Capo Faro

Cosa ne pensi di Salina?
«Un’isola meravigliosa, la più verde delle Eolie. Ha una cultura agricola importante, tre comuni sul suo territorio. Un’isola che offre sbalzi di altitudine rilevanti e pertanto escursioni termiche sbalorditive. In pochi chilometri arrivi sopra i mille metri. Esposizione al sole a 360 gradi, terreni di origine vulcanica, la brezza del mare…Unica».

E in tutto questo, come sta la Malvasia?
«Come tutti i vini dolci molto apprezzati dal pubblico, ma poi hanno un’oggettiva difficoltà al consumo. Vengono spesso regalati o proposti a fine pasto. Ma se non hai ristoranti all’altezza con dessert di qualità è difficile che vengano bevuti. La cosa strana è che se la bevono, tutti impazziscono ma i consumi restano bassi. C’è un consumo ancora da creare. Magari con abbinamenti nuovi».

Per esempio?
«Come aperitivo assieme a formaggi, ai capperi. O con un piatto di gamberoni. Personalmente mi piace spaziare. Sperimento e devo dire che la Malvasia può offrire belle sorprese sensoriali».

Salina offre spazio anche per altre tipologie di vini. I Tasca che stanno facendo?
«È vero. C’è dell’altro. Sui bianchi stiamo sperimentando qualcosa. Il vigneto Salina è molto piccolo, sperimentare significa sacrificare spazio e tollerare costi elevati. Ma qualcosa sul versante dei bianchi la porteremo avanti. Come anche una selezione di lieviti autoctoni. Per dare ancora più identità, qualora ve ne fosse bisogno, ai vini dell’isola».

F. C.