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L'azienda

Contrordine compagni: il Merlot può essere uno dei vini più buoni del mondo

18 Febbraio 2013
Bottiglia_Da_Ros Bottiglia_Da_Ros

di Armando Garofano

Cari amici enofanatici sono sicuro che Sideways l’avete visto tutti (il titolo del film era stato tradotto maldestramente in Italiano con in “Viaggio con Jack”).

Allora, ve lo ricordate Myles? Il tipo nella foto qui sotto – mentre sbraita come un facocero con la gotta: “I won’t drink any fucking Merlot”  (non berro’ mai quello schifo di vino) contro un attonito Jack (che invece sta solo ragionevolmente tentando di rimorchiare due tipe niente male, anche a colpi di merlot). Ebbene: aveva torto marcio. Il Merlot può essere un vino straordinario basta che cresca nelle condizioni giuste, su terreni drenanti, ricchi di limo trasportato dai fiumi, in climi freschi e umidi, che presentano notevoli escursioni termiche, ovvero: a casa sua, nel Sud – Ovest della Francia.


Paul Giamatti

Qui il merlot è un vitigno autoctono e parla con un accento vigorosamente locale.
Ma andiamo con ordine. L'occasione per delirare a mia volta contro la migrazione dei vitigni me l'ha data l'assaggio di un vino portentoso che vede protagonista il tanto vituperato merlot, aiutato questa volta da una robusta correzione di Cabernet Sauvignon (30%) e da un 20% di Abouriou (un vitigno autoctono della valle della Garonna che in Italia conosco solo io, rassegnatevi).


Elian Da Ros

Il calice della redenzione è opera di Elian Da Ros – figlio di emigranti veneti finiti chissà come in questo angolo sperduto della Francia – che fa vini biodinamici da sogno, in una denominazione che quando ho preso la bottiglia sembrava uno scherzo: Cote du Marmandais. Non fate quelle facce perplesse: esiste sul serio.
Prima la conoscevo solo io in Italia (adesso anche voi) e se non fosse troppo presto per il calendario liturgico comincerei a cantare un Exultet per aver scoperto questa chicca. Siamo a sud di Bordeaux, nelle vicinanze della città di Marmande a pochi chilometri dal corso della Garonna. Denominazione non di primo piano, suoli calcarei e limonosi dove il merlot regna sovrano e Elian Da Ros lo trasforma in un vino indimenticabile che si chiama:”Ce vin est une fete”, ovvero: questo vino è una festa.


Un momento della vendemmia

Mai nome è stato tanto inadeguato: questo vino non è una festa, ma un vero e proprio trionfo della maestria francese – e stavolta mi devo rassegnare anche io, sono più bravi di noi: l’assemblaggio, il dosaggio del legno, la maturità delle uve, ogni componente è stata padroneggiata con una competenza straordinaria.


La bottaia

Malgrado la collocazione geografica le creazioni Elian non sono di stile bordolese come si potrebbe pensare, poiché il nostro marmandense di origini trevigiane è stato a scuola di biodinamica da Leonard Zind-Humbrecht, ovvero il Nicolas Joly dell’Alsazia tanto per capirci facile: un’autorità nel campo della biodinamica e dei grandi vini. E i risultati si vedono.

Ce vin est une fete” ha un bouquet ampio e infinito, polposo ed elegante al contempo: spicca la ciliegia rossa matura, e poi i lamponi – ma belli grossi e maturi anch’essi – segue un vortice di sensazioni balsamiche intense e vellutate e poi accenni di humus e infine note affumicate e opulente. A questo naso materico corrisponde un corredo gustativo completo. C'è tutto: alcol e dieci piani morbidezza, e poi freschezza tonificante, acidità, sapidità e tannini setosi. Insomma un vino di opulenza e carattere con un'ampiezza straordinaria che forse pecca solo per un finale non interminabile. Un piccolo capolavoro in cui potenza e eleganza si esprimono in perfetta sintonia, senza sussulti o vibrazioni. Il tutto ad un prezzo irrisorio: intorno agli 8 euro in cantina. In Italia non è importato, ma lo potete trovare a circa 10 euro su qualche portale francese specializzato in vini naturali e biodinamici. Adesso bisogna solo che qualcuno lo racconti a Myles.
 
Elian Da Ros
Laclotte, 47250 Cocumont, France
+33 (0)5 53 20 75 22
http://www.eliandaros.fr/
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