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L'azienda

Dalla Svezia alla Toscana per produrre vino: la storia di MonteRosola e dei Thomaeus

18 Maggio 2019
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(La famiglia Thomaeus)

di Marco Sciarrini, Roma

Presentazione alla stampa della cantina MonteRosola la cui Tenuta si adagia a 400 metri sul livello del mare sulle colline del comune di Volterra, una delle antiche capitali etrusche facenti parte della potente Dodecapoli. 

La bellezza di questo paesaggio risiede nel suo carattere forte, a volte spigoloso, mai conciliante, dove potenti impennate e profondi collassi improvvisi dei piani rendono la linea d’orizzonte frastagliata. Nel 2013 la famiglia svedese Thomaeus acquista i 7,5 ettari della tenuta e investe per l’ampliamento dei terreni arrivando a un totale di 124 ettari di cui, ad oggi, 11 ettari in produzione, 8 già impiantati in attesa di un adeguato sviluppo vegetativo e un progetto che prevede di arrivare a breve a un totale di 25 ettari di vigneto. L’accresciuta estensione vitata ha richiesto nuovi spazi, più ampi per la vinificazione, per la bottaia e per la conservazione delle bottiglie. Per questo, a maggio 2016, sono stati avviati i lavori per la nuova cantina, il cui progetto è stato affidato all’architetto di Volterra Paolo Prati. Nelle più classiche favole moderne ci sono luoghi con cui si instaura un’affinità così profonda da richiedere un rapporto costante, quotidiano che non sempre coincidono con il posto in cui nasciamo. Per Bengt ed Ewa Thomaeus è stato così. MonteRosola è stato un colpo di fulmine, un amore immediato che li ha portati a lasciare la Svezia per Volterra e per un territorio con cui il dialogo si è andato consolidando di giorno in giorno, nel rispetto e nella conoscenza. Da qui è nata la scelta nel 2013 di eliminare l’utilizzo di prodotti chimici fino a ottenere la certificazione di conduzione biologica nel 2018. Una lettura attenta del territorio e dei suoi caratteri pedoclimatici ha guidato la scelta dei vitigni. Nei nuovi impianti si è deciso di dare più spazio ai vitigni storici come il Sangiovese, il Grechetto e più recentemente il Vermentino che prendono posto accanto a quelli migranti: il Merlot, il Syrah e il Cabernet. Le lavorazioni in vigna seguono il tempo e la delicatezza della manualità, dalla potatura secca, alla gestione della parete vegetante fino alla sfogliatura e al diradamento delle uve all’invaiatura se necessario. Anche la vendem¬mia è svolta manualmente con una scelta dei grappoli in vigna e un’accorta selezione degli acini sul tavolo di cernita. La cura e l’attenzione posta alle lavorazioni in vigna costituisce la parte fondamentale del pensiero di Bengt ed Ewa sul vino. 


(MonteRosola)

La fermentazione è svolta dai lieviti presenti sulle uve e viene assecondata da “rimonte e follature” manuali. Il terreno è prevalentemente franco argilloso e ricco di scheletro. La selezione dei vitigni ha seguito la variazione compositiva dei terreni che in alcune zone si presentano più ricchi di scheletro, in altre sono a prevalenza sabbiosa. La zona presenta fossili marini a sottolineare un ambiente di sedimentazione costiero. La famiglia Thomaeus, nel momento di pensare al progetto, ha indicato, come ispirazione, le architetture medievali caratteristiche della Toscana. Dall’analisi del territorio e dalle ispirazioni della proprietà ha preso vita il progetto, che ha fatto della sostenibilià la sua stella di riferimento.

Le opere di rilievo che rendono la Cantina autosufficiente sono:

  • Areazione a 360° – La costruzione nasce dall’idea di avere una “scatola nella scatola”. Questo genera uno spazio cuscinetto tra le due strutture che permette all’aria di circolare naturalmente
  • Fotovoltaico – E’ in progetto nell’immediato futuro l’ampliamento del fotovoltaico già presente nella vicina villa dei proprietari e che ad oggi già contribuisce in maniera importante all’abbattimento dei costi energetici e all’utilizzo di energia pulita
  • Geotermico – Sfruttando il calore profondo del terreno, tramite sonde geotermiche e integrando l’impianto con una pompa di calore, si arriva ad avere una temperatura dell’acqua a circa 70°. Questo permette l’utilizzo dell’acqua per il lavaggio dei tini evitando qualsiasi additivo per la pulizia. Esternamente è stata realizzata una vasca rivestita in cocciopesto (unica in Italia) dotata di un sistema di serpentine che rilasciano il calore in sur¬plus prodotto dall’impianto geotermico permettendo il mantenimento della temperatura dell’acqua a 15°-20°.
  • Recupero acque meteoriche- Le acque meteoriche vengono raccolte in una cisterna interrata dotata di un si¬stema di potabilizzazione. Il troppo pieno viene convogliato nel vicino bacino tramite uno scambiatore che permette all’occorrenza il reintegro della cisterna. 
  • Acque reflue – La cantina è dotata di un sistema altamente tecnologico per la depurazione e il riuso delle acque reflue dovute agli scarichi domestici e a quelli della lavorazione vinicola. 
  • Illuminazione – L’illuminazione esterna, ispirandosi all’effetto tenue e flebile delle fiaccole medievali, riduce al minimo l’impatto ambientale e valorizza al contempo le volumetrie dei vari corpi che si stagliano tra i vigneti. 
  • La cantina e gli ambienti di lavoro e di stoccaggio – Gli ambienti dedicati alla lavorazione dell’uva si sviluppano per la maggior parte al livello interrato della cantina fatta eccezione per il locale diraspatura che si trova al piano terra. Qui sono stati predisposti fori enologici che permettono il caricamento gravitazionale delle uve. In tutti gli ambienti, e in particolare in quelli di lavoro l’impiantistica rimane nascosta per evitare l’intralcio alle lavorazioni 


(La degustazione)

Le viti, sono allevate a Guyot e si trovano a 430 metri ul livello del mare, rivolte esattamente verso sud. Il terreno è composto da fertile argilla e minerali derivanti dai depositi di alabastro, una qualità di calcare, unici nel loro genere. Infatti l’alabastro rende il terroir davvero unico, noto in zona come  Volterroir. Nei mesi caldi, il terreno forma una crosta dura sulla superficie, che protegge il suolo da un’evaporazione eccessiva dell’umidità. Queste condizioni, simili a quelle più nobili di altri territori toscani, sono ottimali per la coltivazione. Le primavere umide, seguite dalle calde estati toscane, rendono dinamiche le condizioni di crescita della vegetazione, sostenute ulteriormente anche dai venti costanti, che mantengono le uve asciutte e con una bassa proliferazione di infezioni fungine. Le ampie fluttuazioni di temperatura tra il giorno e la notte, contribuiscono allo sviluppo delle uve, massimizzandone il sapore. Nel corso della degustazione siamo stati accompagnati da Alberto Antonini che supervisiona i vini MonteRosola permettendo un cotante miglioramento di questi prodotti e facendogli aggiudicare diversi premi e riconoscimenti internazionali. I suoi studi includono un dottorato in Scienze agrarie conseguito presso l’Università di Firenze e una laurea in enologia a Bordeaux e all’Università della California, Davis. Alla degustazione hanno anche partecipato Giacomo Cesari, enologo, che assiste la produzione, Stefano Dini, agronomo, responsabile della coltivazione delle viti, e Michele Senesi, Direttore generale di MonteRosola.


(I tulipe)

I vini in degustazione sono stati quelli delle annate 2013, 2015, 2016 e 2018. Le annate 2013, 2015, 2016 provengono tutte dal singolo vigneto “storico” di MonteRosola che si estende per 1,8 ettari e presenta la stessa tessitura. L’annata 2018 è la prima vinificata nella nuova cantina con l’utilizzo delle tulipe ed è la prima fatta sulle nuove vigne piantate nel 2015. Una parte delle uve è stata raccolta anche nei vigneti piantati nel 2016 che presentavano adeguato sviluppo vegetativo.

Crescendo Igp Toscana, Sangiovese in purezza – Invecchiato 18 mesi in botti di rovere francese. Le annate prese in considerazione hanno denotato al naso fruttato, con toni terrosi e cuoio espressivo di frutta rossa, tabacco e un tocco di quercia, in bocca finezza ben strutturata ed elegante, lungo e persistente. 

Canto della Civetta Igp Toscana  – Merlot, in purezza. Invecchiato 18 mesi in botti di rovere francese selezionate. Le annate hanno evidenziato un colore rosso rubino che si è mantenuto per la verticale, con distinte note di frutti neri e note di aromi di rose antiche, molto lungo nel finale. Un Merlot ben strutturato, con una bocca ricca, tannini eleganti e lungo nel finale. 

Indomito Igp Toscana – 75%, Syrah, 25%, Cabernet Sauvignon. Colore rubino Perfetta corrispondenza delle impressioni nasali e sensoriali della bocca dell'armonia dei frutti bilanciata con note speziate di pepe bianco e sentori di macchia mediterranea. Intenso, caldo, elegante e vibrante, con un finale molto lungo.

Le annate del 2018 dei vini degustati ha marcato in modo netto il cambio di filosofia e di volontà di ottenere vini che ambiscono a divenire con il tempo dei Supertuscan, valorizzando così un territorio al momento sconosciuto ai più di cui però sentiremo parlare tra non molto. Il consiglio è di prendere delle bottiglie e metterle in cantina.