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L'azienda

Ecco cosa si beve nella Ruwer

02 Luglio 2012
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Ingresso

di Armando Garofano

Cominciamo da Charles Dickens che ha coniato la famosa frase “I admit that I am a spy, and that it is considered a discreditable station, though it must be filled by somebody”, ovvero in parole povere: “è uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo”.

E finiamo a Mertesdorf nella Ruwer dove ho subdolamente trascinato con un sotterfugio anche la famiglia di amici con la scusa di una innocente gita. La Ruwer è un fiume piccolo e testardo, gelido e tenace – non gli daresti due soldi – eppure ha scavato una valle profonda e buia, costringendo il Riesling a scalare pendii da sesto grado per rubare al cielo qualche raggio di sole e sopravvivere con dignità. Il fondo alla valle una chiusa bloccava l'acqua del fiume e ne sfruttava la forza per far girare la ruota di un mulino. La chiusa c’è ancora, il mulino – probabilmente fondato durante la colonizzazione romana – è diventato un ristorante e nel casale adiacente c'è la cantina di Karlsmühle, vero obiettivo della spedizione.


Mulino

Karlsmühle è uno dei due produttori storici della Ruwer – l’altro è Von Schubert – presente da oltre tre secoli nella valle – dal 1803 appartiene alla stessa famiglia – vende gran parte della produzione negli USA ed in Italia è importato dalla famosa enoteca Bulzoni di Roma. Peter Geiben l'attuale proprietario si avvale della collaborazione dell'enologa Sylvia Wels per declinare il Riesling in versioni secche o con residuo zuccherino.
 
Per evitare di essere sbranato sul posto da mogli e bambini affamati stavolta ho risparmiato al viticoltore il solito interrogatorio punitivo su lieviti, fermentazioni, macerazioni e affinamenti e i vini li abbiamo provati direttamente al ristorante. Un posto senza fronzoli, con una clientela assai attempata, un cameriere strampalato di Bari disperso quassù dagli anno 70, pochi piatti e una carta dei vini essenziale che comprende solo la produzione di Karlsmühle con ricarichi minimi che si aggirano sul 25%. Su una trota freschissima (allevata in piccoli bacini dietro al ristorante) grigliata a puntino con le mandorle e immancabili patate abbiamo degustato.


Trota alle mandorle

2009 “Lorenzhöfer Riesling“ Selektion von Quarzitschiefer
Selezione di uve proveniente da vigneti a forte presenza di quarzi. Colore giallo paglierino con sfumatura dorate. Connubio perfetto tra freschezza agrumata e mineralità decisa. Equilibrio, eleganza, bevibilità sublime (nel senso che una bottiglia in due va giù molto facilmente). Indubbiamente intenso ma dalla persistenza non infinita. Prezzo: 11,50 €

2010 “Lorenzhöfer Riesling“ Selektion von alten Reben
Uve provenienti da una selezione di vecchie vigne. Più intensità, più volume rispetto al primo. Eleganza e freschezza metallica. Anche in questo caso persistenza non indimenticabile, ma bottiglia scolata senza pietà. Prezzo: 13,50 €

2003 Lorenzhöfer Riesling Auslese
Vino dolce – da dessert – e tuttavia lontanissimo dalla triste tipologia diffusa in Italia servita ghiacciata nelle dolci serate estive con la denominazione di “Bollito di Pasticceria” o qualcosa del genere. I profumi sono enigmatici: menta fresca, note di muffa nobile, pompelmo, idrocarburi, pietra focaia, pesca gialla matura: uno spettro aromatico ampio, delicato e rarefatto. In bocca l’alcol pur contenuto (8%), insieme agli zuccheri, tiene testa con sicurezza ad un acidità debordante, e in una giornata fresca il vino si può tranquillamente bere a temperatura di cantina. La persistenza anche in questo caso è media, ma l’equilibrio sapiente tra dolcezza e acidità che giocano a rimpiattino spinge a berne ed a riberne fino all’ineluttabile fine della bottiglia. Prezzo: 20,40 €

Bere questi Riesling dalle gradazioni basse e dai profumi intensi è un po’ come ascoltare una rapsodia, ovvero una composizione incentrata su un contesto tematico fisso, e che tuttavia offre un insieme di spunti melodici, anche molto diversi tra di loro per ritmo e armonia, che conferiscono toni quasi improvvisativi alla composizione (questa l’ho un po’ scopiazzata da Wikipedia ma vi assicuro che è esattamente così).
 
P.s. Un ringraziamento speciale va a Marc Gerges, buongustaio, degustatore severo, eccellente fotografo e complice imprescindibile nel tenere a bada marmocchi e mogli inviperite in questa piovosa domenica del 2012.

Weingut Peter Geiben
Karlsmühle 1
Im Mühlengrund
54318 Mertesdorf-Lorenzhof
Tel: 0651/5124
Fax: 0651/561 0296
anfrage@weingut-karlsmuehle.de  
www.weingut-karlsmuehle.de
 
Foto: Marc Gerges