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L'azienda

Giacomo Funaro: “Scommetto ancora sul Grillo e sperimento il legno sul bianco”

25 Gennaio 2022

di Francesca Landolina

Non un “Grillo” per la testa, bensì due.

Un nuovo spumante metodo classico, vendemmia 2020, che uscirà a dicembre del 2023, e un Grillo in purezza, vendemmia 2021, che per la prima volta, in casa Funaro, “dialoga” con il legno, affinando all’interno di una botte grande in rovere francese leggermente tostato da 25 ettolitri per circa un anno. Sono le due novità che Giacomo Funaro, della cantina del territorio di Santa Ninfa in provincia di Trapani che gestisce insieme al fratello Clemente e alla sorella Tiziana, ci anticipa durante la nostra intervista. “Il nuovo metodo classico è una sperimentazione con quest’uva particolare per noi che arriva dal vigneto di Salemi, ad un’altitudine di circa 150 metri sul livello del mare da un terreno ricco di sostanza organica, che presenta una struttura limosa-argillosa – afferma il produttore – Sappiamo che le bollicine ci hanno dato sempre grande soddisfazione, come nel caso del Vsq Extra Brut Metodo Classico Millesimato Biologico da uve Chardonnay. Ora vedremo come si comporta il Grillo”. E ancora una volta è l’uva autoctona a bacca bianca della vigna di Salemi ad essere protagonista di un altro vino dalle grandi aspettative: il primo bianco ad affinare in legno per la cantina Funaro. “Ammetto di aver sempre preferito l’affinamento in acciaio per le uve a bacca bianca, ma a volte le eccezioni vanno fatte. Questo non è un vino che nasce da un’idea prestabilita. Al contrario, tutto è partito dall’uva che ci siamo ritrovati tra le mani durante la vendemmia 2021. Le caratteristiche emerse erano tali, in termini di acidità e profumi, che è stato del tutto spontaneo chiedersi in che modo valorizzarla al meglio. L’idea della botte grande è nata da un confronto con i miei consulenti enologi. Per il momento il vino è in botte. Non so ancora se sarà filtrato o meno. Non so quando uscirà, saranno gli assaggi a svelare la sua identità. Per me è una scommessa. Mi aspetto un vino complesso, che sappia emozionare”.

La cantina Funaro, a conduzione biologica certificata, non è del resto estranea alla voglia di sperimentare e il produttore racconta i suoi progetti con l’entusiasmo di chi inizia una nuova avventura. Già nell’aprile del 2021 aveva presentato le sue tre etichette nate dalla collaborazione con l’enologo Alessandro Viola: tre vitigni autoctoni per vini non filtrati, fermentati senza l’utilizzo di lieviti indigeni selezionati; in purezza, Perricone, Inzolia e Zibibbo macerato. Come sono stati accolti dal mercato? “Posso dire che è andata bene – afferma – Lo Zibibbo, dei tre, è stato il vino più apprezzato; sono arrivati molti feedback positivi. Dicono che sia un vino che fa emozionare. Ma anche Perricone e Inzolia hanno ottenuto un buon riscontro. L’annata 2021 li migliorerà ancora. Quanto al commercio, c’è da dire una cosa: i vini naturali non sono apprezzati proprio da tutti. La nostra cantina è posizionata su un altro mercato e da una parte c’è il vantaggio di far conoscere questi vini ai nuovi clienti e dall’altro la difficoltà ad inserirsi in alcuni mercati esteri esclusivi per i vini naturali. C’è bisogno di tempo. Ma nel complesso le 15 mila bottiglie prodotte sono state quasi tutte vendute. Le nuove annate usciranno tra marzo e aprile. Se rifarei questo progetto? Assolutamente sì. Sono vini che mi regalano l’emozione di emozionare”.

L’azienda produce oggi circa 225 mila bottiglie, vendute per il 65 per cento in Italia (il 70 per cento del fatturato italiano arriva dalla Sicilia) e per il 35 per cento all’estero. “Nel 2021 abbiamo ripreso i volumi del 2019. C’è stato un calo in Giappone, ma una crescita negli Stati Uniti. Poi ci sono paesi nei quali la pandemia sembra non aver cambiato nulla, come la Germania e il Belgio che acquistano con regolarità”. L’emergenza sanitaria, tuttavia, ha fermato alcune attività che riguardano soprattutto l’enoturismo. “Abbiamo un bel progetto che prevede visite guidate e un servizio ristorazione per abbinamenti vino-cibo dedicati agli enoturisti. E la costruzione di sei camere per alcuni ospiti e clienti da sfruttare nel periodo estivo, ma al momento ci siamo fermati in attesa di conoscere gli sviluppi della pandemia. Sono comunque ottimista, credo che siamo alla fine di questo lungo periodo ostile e presto ci sarà una grande ripartenza”.