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L'azienda

Gli obiettivi di Assuli: rafforzare l’identità. E poi la nuova sfida: fare vini pure in alta collina

11 Settembre 2020
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Assuli, la cantina di Mazara del Vallo in provincia di Trapani, si spinge verso l’alto e scommette forte sui vini di alta collina.

È la nuova sfida dell’azienda di proprietà della famiglia Caruso che ha acquistato 20 ettari di terreno all’interno del Bosco Scorace, in un posto suggestivo, un’area naturale a Buseto Palizzolo, ad un’altitudine di 600 metri. Sono già in dimora infatti le prime piante di Perricone, Nero d’Avola, Grillo e Lucido che daranno origine a nuovi vini. A raccontarcelo è Roberto Caruso, presidente della cantina, nota per la struttura interamente ristrutturata e allestita con quel marmo, estratto da Monte Cofano, che ha creato il core business della famiglia Caruso nel 1948: il Perlato di Sicilia. L’attitudine imprenditoriale dei Caruso ha origine proprio dal Perlato di Sicilia, con la fondazione della Sicilmarmi, ma ritorna al vino con la nascita della cantina. Oggi Assuli (in dialetto sicilano ‘al sole’) si estende su 130 ettari di proprietà e coltiva vitigni autoctoni siciliani, sotto la guida della terza generazione di famiglia.

Il legame con la Sicilia spinge l’azienda alla ricerca continua. Non a caso è partita la realizzazione di un vigneto sperimentale con 14 varietà selezionate, reliquia (tra questi Alzano, Vitrarolo, Cutrera, Rucignola ed altri) con l’obbiettivo di riscoprire vitigni antichi, in collaborazione la sede marsalese dell’Irvos, l’Istituto siciliano che si occupa di vino e olio attraverso la certificazione dei vini Doc e Igt e la sperimentazione. Circa 600 innesti collocati in altrettanti impianti per un totale di 0,3 ettari situati a Carcitella, nel comune di Mazara del Vallo, dove sorge la cantina col suo antico Baglio. Tra qualche tempo ne avremo i risultati.

“Questo progetto assume un ruolo importante – afferma Roberto Caruso – al fine di divenire punto di incontro concreto tra ricerca, sperimentazione e tecniche viticole d’avanguardia. La voglia di scavare nel passato sta portando alla luce varietà dimenticate ed è un elemento di ancor più forte identità dei vini del territorio”. Si punta tutto sulla autenticità siciliana e sulla zona di origine. “La Sicilia all’estero è più conosciuta per i rossi. Vino rosso si traduce Nero d’Avola, soprattutto in Cina. L’Etna fa una strada a sé, ma il futuro dell’isola è white e noi crediamo tanto nel potenziale della nostra zona”.

Ma cosa è Assuli? “Assuli – spiega Caruso – è la continuazione di un percorso che ha radici profonde. La cantina, i vigneti, i terreni, le vigne, il personale ed i nostri consulenti esprimono la continuità di uno stretto legame con il territorio, la presenza e l’impegno della mia famiglia, che è parte attiva e fondamentale nella conduzione dell’attività; introduce tutta l’esperienza dei Caruso nel mondo dell’agricoltura e del vino, a partire dai miei nonni che iniziarono ad accendere in me la passione per il vino che ho voluto proseguire”. Con la direzione dell’enologo Lorenzo Landi, grazie al mantenimento scrupoloso dei canoni tradizionali di lavorazione di uve autoctone, Assuli ottiene una produzione di vini biologici di eccellenza celebrati da numerosi riconoscimenti ed esportati, ad oggi, per il 90 per cento all’estero. Conta circa 100 mila bottiglie prodotte ma mira al suo massimo potenziale di circa 2 milioni e 200 mila bottiglie di alta qualità.

“Crediamo nella nostra terra e nell’idea di un vino che la rispecchi, in modo fedele, autentico e senza sofisticazioni. Ci siamo impegnati a tradurla, trasferendo in bottiglia un antico sapere che si esprime in un vino di assoluta genuinità e dall’inconfondibile carattere. Ogni bottiglia – spiega Roberto Caruso – narra il forte legame con la terra d’origine anche attraverso il packaging e i nomi dei vini, che rievocano quelli dei paladini de L’Orlando Furioso di Ariosto.

“Abbiamo dato attenzione fin da subito ai nostri vitigni autoctoni, a partire dal Nero d’Avola e nel 2019 abbiamo lanciato la gamma dei bianchi, sempre biologici: Insolia, Grillo e Zibibbo (Carinda, Fiordiligi e Dardinello), tutti Doc Sicilia”, afferma. Gli obiettivi della cantina sono tanti e tra questi c’è il rispetto totale per l’ambiente. Con la presentazione della nuova linea dei vini infatti si è posta l’obiettivo di divenire un punto di riferimento 100% eco-sostenibile, a partire dalla vigna fino ai vari progetti sul risparmio energetico. La struttura infatti è perfettamente integrata con l’ambiente circostante e il ciclo chiuso di lavorazione e trasformazione è ad impatto zero.

F.L.