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L'azienda

Il banchiere diventato agricoltore: “Il mio sogno? Un olio con le 35 cultivar siciliane”

11 Maggio 2021
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di Christian Guzzardi

Antonio Piraino, il “banchiere agricoltore” racconta l’azienda Terre di Palmeri.

Tre monocultivar da Biancolilla, Nocellara del Belice e Cerasuola e un sogno nel cassetto: realizzare un blend con le trentacinque varietà autoctone siciliane. E tra i progetti futuri anche la creazione del primo circolo agricolo siciliano. Dal 1926 la famiglia Piraino coltiva e accudisce i terreni del “Feudo Palmeri”. Siamo in provincia di Palermo, nella cosiddetta “Chianotta di Vicari”, un territorio collinare che ricade nei comuni di Ciminna e Mezzojuso. Sorge qui l’azienda agricola “Terre di Palmeri”, 120 venti ettari immersi nel verde tra ulivi, alberi da frutta e antichi casolari. Una storia legata a doppio filo alla produzione di grano e, da circa vent’anni, anche a quella di olio extravergine d’oliva. Ne abbiamo parlato con Antonio Piraino, ex banchiere oggi agricoltore per passione. È lui, insieme al fratello Andrea, alla sorella Vita Alba, ai loro figli e nipoti a portare avanti l’azienda e a progettarne il futuro. Un omaggio alle generazioni che li hanno preceduti, ma anche un’opportunità per i più giovani. “Tutto è iniziato circa cinquant’anni fa – racconta – quando io, mio fratello e mia sorella abbiamo raccolto il testimone di mio padre e di mio zio. Nel 1998 abbiamo deciso di modernizzare l’azienda e per questo abbiamo piantato un uliveto biologico con l’obiettivo di valorizzare una naturale predisposizione del territorio”.

A fianco del grano, degli alberi di mele cotogne, di gelsi e di mandorle, da vent’anni sorgono infatti anche gli ulivi. Circa venti ettari distribuiti tra tre varietà. “Fin dall’inizio – racconta – abbiamo deciso di dividere l’oliveto in lotti e di impiantare tre cultivar siciliane con proprietà organolettiche differenti: la Biancolilla, leggera e delicata, la Nocellara del Belice, di media intensità, e la Cerasuola, dal carattere deciso. Abbiamo fatto questa scelta perchè volevamo realizzare delle monocultivar capaci di esaltare i profumi e i sapori dell’olio in purezza”. A vent’anni dall’avvio della produzione il risultato è “Xtra”, un’etichetta che oltre alle tre monocultivar comprende anche un blend le riunisce in percentuali che, a seconda delle annate e del grado di maturazione delle olive, possono variare. Il processo di lavorazione prevede una raccolta manuale, che inizia rigorosamente nei primi giorni d’ottobre, e un’immediata molitura presso il frantoio Arkè di Serradifalco per una produzione che nel 2020 ha raggiunto 10.000 litri, ma che nei prossimi anni mira ad arrivare a 25.000.

L’extravergine di Terre di Palmeri al momento è commercializzato presso negozi specializzati o venduto a ristoranti di qualità. È possibile tuttavia acquistarlo presso l’azienda stessa, recandosi in loco o ordinandolo attraverso il gruppo facebook “Terre di Palmeri”. E nel prossimo futuro si profila un progetto innovativo ed ambizioso. “Una delle cose che vorremmo fare – racconta Antonio Piraino – è quella di creare il primo circolo agricolo siciliano. Non un agriturismo o un posto dedito all’ospitalità in senso tradizionale, ma un luogo da vivere in armonia con l’ambiente e con la natura. Sarà possibile, infatti, raccogliere la frutta e gli ortaggi che vengono coltivati e portare a casa il nostro olio d’oliva. L’obiettivo è quello di valorizzare i nostri prodotti regalando a chi aderirà un’esperienza unica e dei momenti di relax e benessere”. Ma i progetti in Terre di Palmeri non finiscono qua: “Abbiamo un sogno – continua – recuperare ed impiantare in azienda tutte le 35 cultivar autoctone di Sicilia. Al momento ne abbiamo già 15. Vogliamo creare una vera e propria antologia degli ulivi. Dei piccoli lotti da visitare per scoprirne la storia e carpirne le differenze. Un inno alla biodiversità. E poi chissà, potrebbe anche nascere un blend 35”. Due idee che vedranno la luce nei prossimi anni e che rappresentano il modo migliore per fare agricoltura: “Essere agricoltori oggi – conclude – significa guardare al futuro, senza dimenticarsi della storia, al fine di produrre qualità nel rispetto dell’ambiente e dei territori”.

Terre di Palmeri
presso Chianotta di vicari, sotto le serre di Ciminna
T. 335 7294810