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L'azienda

Il Montepulciano secondo Tiberio: “Il nostro Cerasuolo erede del terroir”

14 Giugno 2022
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di Alessia Zuppelli

Una Doc quella del Cerasuolo d’Abruzzo che già dal colore ci consegna tutte le peculiarità di questo prodotto ottenuto da uno dei principali vitigni a bacca rossa del centro Italia, il Montepulciano.

Un vino da non relegare esclusivamente a rosato d’aperitivo o alla briosità dell’estate, tanto meno da valutare esclusivamente in termini di macerazione sulle bucce vista la sua storicità. Il Cerasuolo, infatti, è “erede del terroir” come sottolinea Cristiana Tiberio, enologa al timone dell’azienda di famiglia insieme al fratello Antonio: “Il vino rivela ancora oggi quello che è il terroir d’Abruzzo. Il Cerasuolo è nato in quell’Abruzzo di montagna prima del cambiamento climatico quando il Montepulciano non riusciva a maturare bene in altura e dunque questo era l’unico vino che era possibile produrre, anche se le uve erano raccolte tardivamente a novembre e si fermentava con tutte le bucce. Si otteneva un vino che non era né un rosso né un rosato. Così è nata quindi l’appellazione Cerasuolo d’Abruzzo, sia per dare valore al Montepulciano uva sia a quel Montepulciano vino che veniva prodotto in montagna. Adesso con il cambiamento climatico le uve maturano molto bene anche li, non vengono più raccolte tardivamente e non si fermenta più con tutte le bucce, ma il carattere tradizionale del Cerasuolo rimane per offrire una complessità aromatica diversa”.

In questa zona di collina, in provincia di Pescara, su terreni calcarei, le uve sono accarezzate da fresche temperature che giungono dalle catene montuose della Maiella e del Gran Sasso su un’altitudine compresa fra i 300 e i 600 metri sul livello del mare. I venti e l’escursione termica si riflettono dunque in vini tanto minerali quanto acidi, “luminosi” dal sorso “croccante”: “La montagna non da vini caldi, ma freschi e vibranti. E il Cerasuolo oggi rappresenta tutto questo. Il nostro vino è prodotto da una vigna singola di Montepulciano, quella più adatta a rappresentare il Cerasuolo nella sua complessità aromatica. Profumi non solo solo di amarena e ciliegia ma anche di fragoline selvatica, e note di rabarbaro e di melograno, dal colore profondo e brillante e dal tannino non troppo estratto bensì vivace”.

Legato all’eredità storica del territorio, oggi il Cerasuolo d’Abruzzo prodotto dall’azienda subisce una macerazione a freddo di poche ore, da 2 a 3 circa, a circa 10°. La nostra degustazione consegna al calice un rosa cerasuolo brillante che rivela al naso una particolare nota di frutta rossa, che lascia immaginare una ciliegia dal morso croccante, e quella consistenza quasi evanescente degli arilli dell’acidula melagrana. Seguono fresche sensazioni leggermente erbacee che si riflettono nella freschezza di un sorso slanciato che incontra una leggera e gradevole trama tannica. Fermentato esclusivamente in acciaio, il vino affina in bottiglia per essere pronto a essere servito in più svariate occasioni, seguendo una sorta di destagionalizzazione del prodotto. Proprio per questo motivo non è suggerita un’univoca temperatura di servizio se non quella data dal contesto.

Si pensi ad esempio a una sera d’estate in abbinamento a una pizza con verdure grigliate, certamente può essere ideale una temperatura di circa 8°/10° per essere più alta, intorno ai 14° o 16° durante un pranzo domenicale d’autunno in abbinamento a piatti della tradizione come delle zuppe di pesce, minestre, e preparazioni di primi con particolare struttura grazie alla sua particolare e gradevole persistenza gusto olfattiva. Ideale da bere in gioventù ma anche da conservare in cantina per qualche anno. «Un vino gastronomico che si offre bene a piatti tradizionali per i vini rossi, quindi non è un rosato estivo, ma un vino che è capace di andare oltre la sua stagionalità. Complesso, ma allo stesso tempo godibile per la sua succosità e questo senso del morso che il cerasuolo ti da in virtù della sua acidità sostenuta» indica Cristiana Tiberio.