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L'azienda

L’Etna che sorprende il mondo con i suoi vini. Nicolosi: “Vendemmia 2020 complessa”

29 Settembre 2020

di Francesca Landolina

L’Etna Bianco Superiore Barone di Villagrande Contrada Villagrande è uno dei pochi vini Best in Show, con 97 punti, per il Decanter World Wine Awards 2020. Un riconoscimento che senza dubbio riconosce all’Etna il suo valore nella scena mondiale dei vini.

“Siamo particolarmente orgogliosi, per l’Etna, per noi, per il territorio tutto”, ha affermato Marco Nicolosi Asmundo, patron della cantina Barone di Villagrande. Il concorso enologico è il più partecipato in termini di campioni presentati a livello mondiale. Dall’alto dei suoi 17.000 vini domina la scena mondiale, si svolge a Londra e le giurie sono composte da autorevoli esperti, molti dei quali Master of Wine. I campioni valutati con il giudizio più alto sono stati nuovamente sottoposti ad una seconda degustazione, suddivisi per vitigni o tipologia ed affidati ad un panel composto dai presidenti e vicepresidenti regionali. I Best in Show, solo 8, sono stati selezionati tra quelli vincitori di medaglie di platino e giudicati a parte dai tre presidenti: Andrew Jefford, Sarah Jane Evans MW e Michael Hill Smith MW. Solo lo 0,3% dei campioni in concorso ha meritato quest’ultimo premio: poche etichette in tutto. (leggi in questo articolo i risultati>)

Un premio che giunge in un momento di grande successo per il territorio etneo, un successo che va sempre più consolidandosi. Marco Nicolosi ce ne parla mentre è in corso la sua vendemmia. Ma che vendemmia è la 2020? “Una vendemmia difficile – afferma – perché abbiamo visto una pressione della peronosperora, ma siamo riusciti a controllarla. I piccioni e i colombacci hanno mangiato circa 20 quintali di uva ad altissima gradazione e stiamo rilevando della drosophila suzukii, il moscerino della frutta. Tutto ciò ci imporrà una grande selezione. Si stima una perdita quantitativa del 10 per cento per peronospera, del 5 – 10 per cento per animali selvatici, e poi la perdita per il danno del suzukii che ci obbliga a selezionare acino per acino. In totale perderemo in quantità il 3-4 per cento. Ma la qualità è buona, con un importante accumulo zuccherino e una buona acidità. Dal punto di vista polifenolico si è un po’ indietro. Avremo vini molto sottili. Perfetti per bianchi e rosati”.

Non mancano i progetti in cantiere per l’azienda. “Abbiamo portato avanti progetti semplici cche riguardano la nostra ospitalità in cantina, realizzando due nuove camere indipendenti. Poi c’è la voglia di realizzare una cantina ipogea, sotterranea, perché l’affinamento in bottiglia è molto importante per i nostri vini e rende senza dubbio migliori i bianchi. Abbiamo anche due ettari nuovi in produzione di Carricante a Villagrande”. La cantina produce oggi circa 100 mila bottiglie. Ma si pensa ad una crescita. “Calcolo che nei prossimi anni le bottiglie arriveranno a 120”.  E la ripartenza dopo il lockdown? “In Italia si riparte con lentezza. C’è apprensione. La ristorazione è abituata a giacenze importante e ha diminuito gli acquisti. Mentre all’estero si è continuato a vendere regolarmente soprattutto negli Uniti Australia, in Sud Corea e in California. Il 30 delle vendite è in Sicilia, il 70 all’estero”.