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L'azienda

La Cantina Milazzo sulla cresta dell’onda: fatturato raddoppiato. E ora l’enoturismo

15 Giugno 2020
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di Sarà Spanò

Abbiamo visitato qualche giorno fa la cantina Milazzo, che si trova in provincia di Agrigento.

Nata negli anni ‘60, questa cantina si trova sulle colline di Campobello di Licata a 400 metri sul livello del mare. Qui ci sono Giuseppina Milazzo, il marito Saverio Lo Leggio e il figlio Giuseppe. Già presenti in azienda dal ‘92, ritornano nel 2012, dopo qualche anno di assenza, con piene responsabilità gestionali. In soli quattro anni raddoppiano il fatturato, per chiudere il 2019 al massimo del profitto. Raggiunto un nuovo equilibrio finanziario, si concentrano sulla produzione di articoli di nicchia, con una moderna filosofia aziendale, rigorosamente sostenibile, tendente all’eccellenza e con una precisa visione del futuro- “L’idea è quella di costruire un’azienda che dia valore alla materia prima. Puntiamo alla produzione di vini di alto pregio e dalle grandi potenzialità – dice Saverio Lo Leggio – che bene si prestano ai lunghi e lunghissimi invecchiamenti. Ipotizziamo anche un innalzamento della fascia di prezzo, ma crediamo che qualsiasi aumento, sia pur minimo, debba essere giustificato da una maggiore qualità. Cerchiamo di trasmettere il nostro pensiero a tutti i dipendenti: è straordinario come il reparto commerciale sia più concentrato a dare valore al prodotto, selezionando una clientela realmente interessata, piuttosto che al semplice fatturato”.

Oggi l’azienda produce intorno alle 850 mila bottiglie e i vigneti sono sparsi in 8 contrade, all’interno e nei vicinissimi dintorni di Campobello di Licata: Milici, Munti, Fondirò, Montalbo, Garcitella, Giuseppina, Silliti e Ninotta. Sommando il recente acquisto di un terreno di 20 ettari a contrada Garcitella, l’azienda conta un totale di 110 ettari, tutti coltivati in biologico. Ogni contrada, dalle diverse potenzialità espressive, è caratterizzata da un proprio terroir e un proprio microclima che la rendono ideale per la coltivazione di specifici vitigni e influenzano in maniera determinante le caratteristiche del vino. “I terreni dei nostri vigneti sono molto variabili, morfologicamente e per composizione. Si passa da aree scure e argillose, ricche di componenti organiche e quindi molto fertili – continua Saverio Lo Leggio – ad aree più chiare, calcaree e ricche di gesso, componente che le rende capaci di trattenere l’umidità, rimanendo al contempo molto fresche; questi terreni conferiscono le caratteristiche spiccatamente aromatiche ai nostri vini”.

L’approccio aziendale è quello di continuare a investire, nel presente e nel futuro, in modo da migliorarsi in ogni settore. Un esempio è il recente utilizzo del moderno impianto di subirrigazione nelle contrade di Fondirò e Garcitella, dimostratosi molto efficace. “Grazie a questo impianto abbiamo ridotto al minimo la dispersione, con un conseguente risparmio idrico e un grande vantaggio agronomico” spiega Saverio Lo Leggio. Oltre a lavorare in maniera sostenibile in vigna, la cantina Milazzo punta a una sostenibilità a 360 gradi. È in cantiere l’installazione di 2. 800 metri quadri di pannelli fotovoltaici, grazie ai quali raggiungeranno l’autosufficienza a livello energetico. A questi sarà affiancata una vasca per la depurazione delle acque tramite la tecnica della fitodepurazione. Il blocco dovuto al Covid-19 non ha rappresentato un problema per la famiglia Lo Leggio: “Ci siamo dedicati al lavoro in cantina e, nonostante le vendite si siano ridotte in maniera notevole (lavoriamo solo col settore dell’Horeca) non ci disperiamo: i vini si prestano a lunghissimi invecchiamenti, quindi non temiamo le giacenze e abbiamo avuto un paio di mesi per pensare ai progetti futuri”. L’azienda ipotizza infatti di puntare sull’enoturismo, grazie alla presenza di un fabbricato in collina a Garcitella, da destinare a vera e propria struttura dedicata all’accoglienza. La cantina ha inoltre un forte radicamento nel territorio, che vuole preservare e valorizzare nella sua integrità: “Anche l’ulivo fa parte del nostro paesaggio. Fino ad ora abbiamo prodotto olio dai vecchi terreni di proprietà per autoconsumo. L’acquisto del terreno a Garcitella ci ha dato ancora una volta da pensare: qui infatti c’è un altro ettaro di ulivi. Tra i progetti futuri c’è anche quello di costruire un piccolo frantoio e di produrre una nostra linea di olio”, conclude Lo Leggio.


Tra una chiacchiera e l’altra, ci siamo ritagliati il tempo per degustare due referenze, che esprimono appieno la filosofia di produzione dell’azienda: un bianco, ormai introvabile in commercio, e, in anteprima, il rosso che doveva essere presentato durante l’edizione 2020 del Vinitaly.

Selezione di Famiglia Grand Cuvèe Bianco 2004
Questo vino quasi “maggiorenne”, con la sua longevità, è considerato la cartina tornasole dell’azienda, che punta sui vini di lunghissimo affinamento. È prodotto nel territorio di Milici, fortemente calcareo, da quattro diversi cloni di uve Chardonnay, con una piccolissima percentuale di Inzolia. La macerazione delle uve e l’affinamento in barrique per 14 mesi, contribuiscono allo spinto profilo aromatico. Si presenta consistente, di colore giallo carico con riflessi dorati. Al naso è fine e complesso. Predomina inizialmente una nota burrosa, che man mano lascia spazio a note floreali che ricordano la mimosa e la ginestra, e a sentori di frutta a pasta gialla. Note minerali a seguire e la freschezza del cedro, del limone e della citronella. Il sorso è morbido ed elegante, persistente e sorprendentemente fresco.

Maria Costanza Rosso Riserva 2013
Ottomila bottiglie per questa nuova interpretazione del Maria Costanza Rosso. Viene prodotto da uve Nero D’Avola raccolte solo da piante selezionate, coltivate nei terreni di Fondirò e Milici, di composizione argilloso-calcarea. Dopo 24 mesi in barrique, la massa viene assemblata in silos di acciaio, dove rimane per un anno. Imbottigliato nel novembre 2016, fa lunghissimo affinamento in bottiglia. La malolattica è svolta parte in barrique e parte in acciaio. Si presenta di un colore rubino intenso, quasi impenetrabile. Al naso è fine ed elegante. Sentori fruttati di piccoli frutti rossi come ribes, mirtillo e mora sono avvolti dalla freschezza delle note minerali. E ancora profumi di incenso, speziati, balsamici e una delicata tostatura. Il sorso è pieno, ben strutturato e avvolgente. Il tannino è elegante. Di lunga persistenza e con una nota di sapidità ben equilibrata il finale.