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L'azienda

Le Colture e il Prosecco Docg: “Fu nostro nonno il primo a capirne le potenzialità”

22 Giugno 2021
Coline_e_vigneti_Photo_Mattia_Mionetto Coline_e_vigneti_Photo_Mattia_Mionetto

di Marco Sciarrini

Tradizione, famiglia e qualità: questo è il biglietto da visita della famiglia Ruggeri e della loro cantina Le Colture.

L’Azienda è situata a Santo Stefano di Valdobbiadene, in provincia di Treviso, nelle colline dove il Prosecco diventa Superiore. Qui si trova l’azienda agricola condotta dalla famiglia dal 1983, con Cesare Ruggeri, supportato dalla moglie Biancarosa, e che oggi può contare sulla partecipazione alla conduzione dell’azienda dei tre figli: Silvia, responsabile dell’area amministrativa e contabile, ha la supervisione sulle attività commerciali in Italia e all’estero, Veronica cura l’accoglienza, le visite e le degustazioni, e Alberto che affianca il papà. A Santo Stefano, i Ruggeri erano viticoltori già negli anni ’40 e ’50, punto di riferimento del territorio, guidata e fondata da uno zio di Cesare Ruggeri, Luciano, a cui il padre di Cesare e tutti i fratelli, allevatori e viticultori, fornivano le uve.

“Mio padre Cesare è un uomo di grande ingegno – commenta oggi Alberto Ruggeri, co-titolare di Le Colture – e ha sempre avuto l’ambizione di produrre il proprio vino con le proprie viti. È allevatore e viticoltore da sempre, ha una profonda conoscenza della vigna e forse proprio per questo, negli anni ha cominciato a progettare l’idea di una propria azienda vitivinicola, senza quindi limitarsi al solo conferimento, e nasce da questa ambizione, un sogno che è diventato realtà all’inizio degli anni ’80”. Erano 8 gli ettari di vigneto con cui Cesare Ruggeri Insieme al fratello Renato iniziano, “Negli anni ’80 – spiega Alberto Ruggeri – pochissimi a Valdobbiadene imbottigliavano il vino, semplicemente perché non era prassi. Le uve si coltivavano per essere vendute. Mio padre, in questo, ha aperto una via diventando uno dei pochi a gestire l’intera filiera produttiva, dalla vigna alla bottiglia”. Nel 2014 diventano 40 gli ettari di vigneti: “Le Colture è il nome del luogo dove sorge l’azienda agricola – racconta Alberto Ruggeri – Da allora tanta strada è stata fatta, negli anni siamo entrati noi figli, con mia madre Biancarosa che ha sempre affiancato papà nelle sue decisioni. Una figura, quella di nostra madre, centrale e che rappresenta ancora oggi il collante tra la famiglia e l’azienda”.

(Colline e vigneti – ph Mattia Mionetto)

Sempre in quell’anno, le strade dei fratelli Ruggeri, Cesare e Renato, si separano e i 40 ettari della proprietà vengono divisi a metà. Tuttavia, Cesare Ruggeri, fedele allo spirito che l’ha sempre animato, promuove una serie di acquisizioni con l’obiettivo di tornare ad avere una proprietà ampia e consolidata. Tra il 2014 e il 2021 l’azienda si espande rapidamente sia nell’area della Docg sia all’esterno, nella zona collinare del Montello, il modesto rilievo montuoso della provincia di Treviso, e gli ettari vitati di proprietà arrivano fino agli attuali 45. I vigneti oggi sono distribuiti in parte vicino all’azienda, in parte in altre zone come Valdobbiadene, con una piccola porzione sulla collina del Cartizze fino all’altopiano di San Pietro di Feletto, appena a ridosso della storica città di Conegliano.  “I cru si trovano attualmente sulle rive di Santo Stefano – commenta Alberto Ruggeri – a cui si aggiungono i cru del Cartizze e dei vigneti di Valdobbiadene, da cui nasce il blend Cruner. La gamma dei vini è completata dal extra dry, il brut, il brut rosé, fino al Prosecco Doc e a un rosso cabernet Igt che nasce dai vigneti di proprietà siti nella zona del Montello”.

La produzione attuale è oggi di circa 800 mila bottiglie all’anno, quasi tutte da vigneti di proprietà diretta, con l’obiettivo di arrivare a un milione di bottiglie nei prossimi anni. I 45 ettari sono distribuiti tra Santo Stefano e Valdobbiadene e 1,5 di ettaro a Cartizze. L’azienda con la lotta integrata e la concimazione organica e l’uso di prodotti che abbiano il minor impatto ambientale possibile, sta cercando di dare un contributo alla sostenibilità, e per questo collabora in sinergia con i più importanti centri di ricerca, ai quali affida alcuni vigneti per prove sperimentali o per il monitoraggio di malattie, come la flavescenza dorata. È inoltre in corso, insieme ad altre 10 aziende della zona, un progetto denominato “Glera resistente”, volta a produrre Prosecco da viticoltura sempre più sostenibile. Anche in cantina la sostenibilità si realizza attraverso il risparmio energetico con pannelli fotovoltaici, e un depuratore per il riuso della acqua reflue. Marne, arenarie e argille, sono i terreni in cui insistono i vigneti, frutto di innalzamento di fondali marini ed erosione delle attuali Dolomiti, l’area pedemontana riesce ad essere favorita dalla protezione dei monti alle spalle e l’esposizione solare dei vigneti posti ad anfiteatro, dove dalle cime più alte si riesce a vedere il mare, sono esposti a sud e sud-est- ovest. L’etichetta raffigura due cavalli che sono l’altra passione della famiglia.

(I vini degustati)

La degustazione, accompagnata da Veronica Ruggeri ha visto tre vini avvicendarsi;

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Spumante Brut Rive di S. Stefano Gerardo 2019
Glera in purezza, vino dedicato al nonno Gerardo Ruggeri, prima etichetta con denominazione prodotta a Santo Stefano con la denominazione Rive dal 2014. Dai vigneti più vecchi dell’Azienda 35-40 anni sui terreni scoscesi di composizione calcareo, di origine marina e dalla disgregazione delle rocce ricchi di dolomia. 4 ettari vitati, con esposizione a sud ovest e 6.000 bottiglie l’anno prodotte. Pressatura soffice delle uve, fermentazione lunga in acciaio in assenza di bucce a temperatura controllata e rifermentazione secondo il Metodo Martinotti. Colore giallo paglierino brillante con perlage fine e persistente, al naso note floreali di fiori bianchi ed erbe aromatiche, frutta esotica ed agrumata, al palato fresco con corrispondenza gusto olfattiva, sorso pieno con una bella persistenza salina su note fruttate.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Spumante Brut Fagher 2020
Glera 100%. Il suo nome viene dall’albero del Faggio. Vigneti posti a sud a 270 metri sul livello del mare, su terreno conglomerato argillo-marnoso. il mosto fermenta in acciaio senza le bucce e la presa di spuma avviene in autoclave con il metodo Martinotti. Colore giallo paglierino brillante e fine perlage, al naso note matura di frutta esotica mela e note evidenti erbacee, insieme a sensazioni di panificazione. Al palato il sorso è elegante e delicato, piacevolmente fresco, con una effervescenza che dona al cavo orale una pulizia perfetta, e che ben si accompagna a pietanze consistenti. Lunga anche la persistenza su note fruttate. 130 mila bottiglie prodotte.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Spumante Dry Cartizze 2000
Glera 100%. Proveniente dall’antico nome dato al graticcio dove veniva fatta appassire l’uva “gardiz”, su un terreno del tutto particolare a forma di anfiteatro, dove l’uva “subisce” una leggera sovra maturazione. Cresce a 300 metri sul livello del mare, con una perfetta pendenza, esposizione e ventilazione e su un suolo di marne, arenarie e argille. il mosto fermenta senza le bucce e la presa di spuma avviene in autoclave con il metodo Martinotti. Colore giallo paglierino brillante, al naso note fruttate mature di frutta esotica, pesca gialla, e sensazioni agrumate, accompagnate da sentori di petali di rosa, al palato vivace freschezza e morbido, con buona persistenza sulle note fruttate olfattive. 20 mila bottiglie prodotte.