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L'azienda

Masi, buone cifre nel 2019, ma non in Borsa. E ora wine bar a Monaco e nuovo importatore

26 Novembre 2019
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Lieve aumento dei ricavi, ma si riduce il margine operativo lordo. Boscaini: “Quotazione del titolo in calo? Siamo tranquilli”


(Sandro Boscaini)

di Emanuele Scarci

I grandi vini di Masi ripartono nel 2020 con un wine bar in Maximilianstrasse, la strada del lusso di Monaco di Baviera, che segue a quello di Zurigo del 2014 e al wine bar di Cortina inaugurato un anno fa. 

Sempre dal 2020 la cantina veronese si affiderà al nuovo distributore Eggers & Franke Holding per il mercato tedesco. “Offriamo la wine experience completa – spiega Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola – un intreccio affascinante attraverso la storia, la cultura e il gusto”. La storia di Masi Agricola ripercorre quella dei grandi vini della Valpolicella conosciuti in tutto il mondo: il suo medagliere è traboccante di riconoscimenti internazionali. Tanto che il “nickname” di Boscaini è “Mr Amarone”. La società – controllata dai fratelli Sandro, Bruno e Mario Boscaini, ciascuno con il 24,5% delle azioni – è una delle due quotate alla Borsa di Milano (l’altra è Italian wine brands all’Aim). Masi si conferma campione di export con l’80% dei ricavi, anche se la quota dell’Italia tende a rafforzarsi. Forte la presenza nei top wines (22,5%), nei premium wines (49,4%) e nei classic wines (28,1%). Con tendenziale crescita nei classic wines.

Nei primi 9 mesi del 2019 Masi ha realizzato ricavi netti per 45,6 milioni di euro (+1%) e un margine operativo lordo di 7,5 milioni (9 milioni nell’analogo periodo del 2018). Il problema è che negli ultimi 4 anni la società ha perso oltre il 40% del margine operativo loro (un parametro che misura l’efficienza) che evidentemente non si può spiegare solo con l’effetto diluizione dopo l’acquisizione di Canevel Spumanti. L’incidenza del Mol sul fatturato è sceso dal 28% del 2015 (anno di quotazione) al 16,5% dei primi 9 mesi dell’anno in corso, su ricavi sostanzialmente stabili.

Boscaini, che succede?
“Sapevamo di andare incontro a questo nel momento in cui abbiamo deciso di quotarci. I principi contabili internazionali ci penalizzano. In cantina abbiamo vini a prezzi più elevati di quelli che riusciamo a spuntare sul mercato: si sono drasticamente ridotti a causa di una competizione esasperata. Ma non siamo preoccupati”.

Ma gli investitori sì. Infatti il titolo Masi in Borsa collocato, nel giugno 2015, a 4,60 euro oggi fluttua a 3,20, dopo aver toccato un minimo di 2,90
“Questo è dipeso da una corrente di vendite che si è esaurita. Comunque il valore di libro della società è superiore alla capitalizzazione. Prima o poi il mercato dovrà prenderne atto. Siamo tranquilli”.

Avete aperto un wine bar a Zurigo, uno Cortina a l’ultimo nel 2020 a Monaco: forse gli investitori si aspettavano vetrine mondiali come New York o Londra. Non le pare?
“Non sono d’accordo. La Germania è un mercato importante e a Cortina si svolgeranno le Olimpiadi. Facciamo del nostro meglio”.

Masi promossa per la qualità dei vini, ma rimandata a settembre per gli ultimi risultati della gestione aziendale. Cosa pensa di Ettore Nicoletto, ceo dimissionario di Santa Margherita?
“E’ un manager di standing internazionale, come ne abbiamo pochi in Italia. Chi non lo vorrebbe avere?”