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L'azienda

Morella, rosato con Primitivo e Negroamaro: “Il miglior tappo per i bianchi? E’ in vetro”

11 Gennaio 2019
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(Gaetano Morella e Lisa Gilbee)

di Annalucia Galeone

E' impressionante la bellezza della distesa di alberelli e dei grandi ulivi secolari che diradandosi lentamente scompaiono affacciandosi sulle acque blu del mar Jonio. 

Allontanarsi senza un brivido di malinconica nostalgia è quasi impossibile. Qui, in località Marroco, Lisa Gilbee e Gaetano Morella, immersi nella natura, hanno deciso di mettere su casa e presto la nuova cantina. Sono vignaioli schietti e autentici. Il loro vino è una delle migliori espressioni del Primitivo di Manduria. Decanter, forse la più autorevole rivista enoica al mondo, ha dedicato la copertina alla loro “Signora” segnalato come una delle “dieci gemme da scoprire nel Sud Italia”. E' forte il legame con il territorio, quasi una missione il desiderio di valorizzare e riscoprire i vecchi alberelli. Le vigne “so' pezzi e core”, un patrimonio genetico inestimabile da conoscere e tutelare, una risorsa. Oggi esiste una sensibilità ed una attenzione diversa per fortuna. Qualche anno fa gli aiuti economici sono stati erogati ai coltivatori in difficoltà per estirpare invece di salvaguardare.

La produzione annua si aggira attorno alle 32 mila bottiglie, l'obiettivo è arrivare a 40 mila, non oltre, quando la nuova struttura operativa sarà realizzata e opererà a pieno regime. Gli ettari, tutti di proprietà, sono 19 di cui 13 vigne coltivate su terra rossa ad alberello dalla veneranda età tra i 45 e i 90 anni. Tutto il vino prodotto è venduto. “Un mese e mezzo” è l'ultimo arrivato. Il bianco del contadino prodotto alla vecchia maniera, ideale a tutto pasto. E' ottenuto da un mix di uve bianche, moscato soprattutto, piante sui 60 anni provenienti dagli appezzamenti nelle contrade di Mondonuovo e Bagnoro. Il nome indica il tempo in cui il vino è rimasto a contatto con le proprie vinacce. Complesso e strutturato, sosta in cemento e acciaio prima dell'affinamento in bottiglia per un anno. Tappo Stelvin, 1.000 bottiglie, 13,5 volume.


All'orizzonte, c'è una novità il primo rosato di negroamaro e primitivo. Un esperimento di metodologie produttive e vitigni, 2.000 bottiglie circa con Stelvin. “L'etichetta è in cerca di nome – afferma scherzosamente Gaetano Morella -. Sono aperte le scommesse e i suggerimenti, in palio le prime sei bottiglie prodotte”. I Morella sono ostinati e controcorrente. “Il miglior tappo per bianchi e rosati è il vetro – sostiene Lisa Gilbee -. Il sughero, anche quello migliore, non da garanzie. Il consumatore è diffidente, legato agli stereotipi, deve essere educato. Il tappo in vetro, è un tappo tecnico non condiziona la qualità del vino e non lo priva di emozioni e poesia”.

Azienda Agricola Morella
via per Uggiano, 147 – Manduria (Ta)
info@morellavini.it
tel. 099 9791482