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L'azienda

Musita, debutto a tutto sprint

27 Giugno 2012
musita musita

In tempo di crisi si dice che bisogna investire.

Un team di giovani ha pensato bene di avviare una cantina e affrontare la competizione nel mercato internazionale. Questa nuova realtà si chiama Musita e il loro primo vino in bottiglia porta l’annata 2010. Cinquanta ettari di vigneto di proprietà e altri affidati a conferitori, nell’agro di Salemi, esattamente nella zona collinare che si espande attorno al sito archeologico di Segesta. Potrebbe essere una scelta incosciente quella di avere voluto debuttare in questo modo e in questo momento di congiunture economiche più che negative, disastrose,  ma forse è proprio il gusto della sfida che invece fa ben sperare i  produttori, componenti di una famiglia affiatata, gestita dalle nuove generazioni. “Non è facile competere nel mercato, lo sappiano, ma abbiamo una grossa dose di coraggio che supera ogni limite – dice scherzando Vito Amato, responsabile dell'amministrazione e commerciale –. Abbiamo formato un gruppo di persone valide, con la consulenza di  tecnici di alto livello, il nostro obiettivo è quello di posizionarci in una facia medio alta”.


Vigneto della cantina

Musita sorge da una vecchia cantina sociale, a simboleggiare  il cambio di pagina verso un nuovo capitolo della storia enologica dell’Isola. Il debutto il giovane brand lo ha fatto con 300mila. I vini li segue  Giorgio Flessati, enologo trentino che ha seguito progetti di cantine anche all’estero e nel Nuovo Mondo. Porta, per esempio, la sua firma l'avvio di Vina Falernia la cantina più a nord del Cile.  Il coinvolgimento di Flessati nel cuore della provincia trapanese dice tutto sullo stile che  Musita vuole dare al suo territorio. “Eleganza e freschezza, è questo il binomio che ci siamo prefissati insieme a Flessati – spiega Amato -. Sia per i vini bianchi che per i rossi che devono essere morbidi e con tannini avvolgenti. Vogliamo già da subito lavorare su un alto livello”.

Un gusto internazionale di chiara impronta siciliana. Una scelta ben chiara che li ha visti premiati a tutti i concorsi a cui hanno partecipato, portando a casa un bottino di certo inaspettato. “Siamo contenti dei premi vinti e dei risultati ottenuti, la conferma che stiamo lavorando nella direzione giusta, ma, come spesso mi ricorda Giorgio, questo non deve fermare la nostra continua ricerca di perfezione”, dice Carmela Ardagna il volto rosa della cantina. Così al Decanter World Wine Awards hanno fatto incetta di premi con il Nero d’Avola 2010 a cui è andato il Regional Trophy – Miglior Rosso del Sud Italia, con il  Syrah 2010 che ha conquistato la medaglia d’oro, e con il Catarratto 2011 che ha ricevuto la lode. All’International Wine Challenge invece al Syrah 2010 e al Catarratto 2011 è andata la medaglia d’argento e una Lode è stata riconosciuta al Nero d’Avola 2010.  Ad essere premiate le procedure adottate in azienda, sin dal vigneto. “La raccolta la facciamo in cassetta di 15 chili al massimo e l’uva la lavoriamo subito. Ogni nostro passo in azienda lo facciamo stando attenti a preservare la qualità”.

Insomma è partito alla grande il team di Musita che non nasconde grande ambizioni: quella di fare dei cru. “Saranno dei vini che si identificheranno con le tenute dell’azienda – ci anticipa Amato -. Non abbiamo identificato una tenuta migliore rispetto ad un’altra in termini assoluti, ognuna esprime il meglio in base alle cultivar impiantate. Sicuramente il Nero d’Avola di Fontana Bianca e il Syrah di Baronia rappresentano i vigneti di più alto livello qualitativo, confermato dai premi vinti ai concorsi”. Perla dell’azienda è il Cataratto Lucido di cui posseggono alberelli di cinquant’anni. “Per noi è il bianco migliore che esprime questa terra, ha più potenzialità dello Chardonnay ma è difficile comunicarlo e promuoverlo nei mercati internazionali. Potrebbe battere tutti ma ha un solo problema: il nome”, conclude il giovane produttore. 

C.d.G.
 

Musita srl
C.da Passo Calcara, 552
91018 – Salemi (Tp)
Tel./fax 0924-68576
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