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L'azienda

Negroamaro: successo a Londra

28 Novembre 2011
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Da sinistra Francesco e Giuseppe Ciotola

Nome: Negroamaro. Luogo di provenienza: Salento. Segni particolari: “English people like it!”.

Proprio così sembra che questo vino del Salento, produzione dell’azienda Torleanzi, anche nella variante rosato, incontri il gusto degli inglesi, in particolare dei Londinesi, e anche degli statunitensi. Le tenute dell’azienda di proprietà della famiglia Ciotola, nata nel 2010, sorgono in un luogo dominato dalla storica Torre Saracena. Ci troviamo in Puglia, precisamente tra Brindisi e Lecce a San Pietro di Vernotico, a pochi chilometri dal mare.
L’Azienda, oltre al Negroamaro, produce sei referenze principalmente da uve autoctone. Tra queste il rosato, ottenuto da uve Negroamaro con una piccola percentuale di Sangiovese, che tanto sta spopolando oltre la Manica. Lo stile della cantina punta sulle caratteristiche dei varietali senza ricorrere al legno e con un modesto utilizzo dell’acciaio. Come spiega Giuseppe Ciotola, giovane imprenditore che segue le orme del padre Francesco: “ Poter raccontare la Puglia per valorizzare il territorio con una produzione che punti alla qualità con la Q maiuscola.” Lo abbiamo incontrato a Palermo nel corso di una degustazione dove ha portato i due esemplari strorici della sua terra. Così, tra un bicchiere di Negroamaro e uno di Primitivo, abbiamo potuto asssaporare e conoscere un’altra faccia della Puglia enologica.

Abbiamo degustato il Negroamaro Igp ’10. La prima cosa che ci ha colpito è stato il suo colore, così intenso, più granato che rubino, tipico del varitale. Avvicinandolo al naso oltre alle note fruttate di ciliegia, caffé, cacao e una leggera nota di tabacco, spiccano i profumi delle terre del Salento. Al gusto ci stupisce la sua complessità, risaltano gli aromi speziati, caldo  e abbastanza persistente.
Buono anche il  Primitivo Igp ’10. Il suo colore è rosso rubino con riflessi violacei intensi. Al naso è più intenso, con sentori di frutta, in particolare si colgono i frutti di bosco. Al palato è persistente, evoca in un sorso questo angolo di Puglia tanto amato del sud Italia.

Maria Antonietta Pioppo