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L'azienda

Il 2011 per l’azienda Librandi: mercati in ripresa ma le leggi non ci aiutano

23 Dicembre 2011
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Paolo Librandi

Un anno chiuso in positivo. Segnali dei più rosei dal sud Italia, da una cantina che rappresenta la forza commerciale della Calabria del vino.

Librandi, l’azienda vinicola di Cirò Marina, dimostra lo stato di salute di una parte della viticoltura della Regione e del meridione in generale. La chiusura di un anno pesante dal punto di vista della crisi porta comunque il segno più e fa sperare in una ripresa dei mercati. Come si è prospettato anche per molte cantine italiane, gli sviluppi arrivano dagli orizzonti dell’estremo Oriente. “ Il bilancio per quanto riguarda i mercati nuovi è soddisfacente per noi, parliamo di Taiwan, di Cina, di mercati orientati su prodotti di fascia alta – spiega Paolo Librandi -. Sono però mercati che vanno analizzati. Il consumo di alcol lì è sostenuto, sono abituati a bere alcolici forti, vanno su vini che devono avere una certa struttura, carattere, che in genere tendono ad essere  quelli di fascia alta. Manca però un un ceto medio. In questi mercati di vini di prezzo non si può parlare, si ha a che fare con vini da un euro e venti al litro. L’unica chance per noi è entrare con quelli di fascia alta nella ristorazione. Il problema è anche che in Cina, per esempi, il vino da noi venduto in enoteca a sei euro lì sullo scaffale arriva ad ottanta. Ci sono accise alte, i costi di esercizio sono altissimi, come i tributi al governo, i prezzi schizzano alle stelle”.

Sul mercato italiano anche se i consumi per Librandi hanno tenuto, la tendenza alla regionalizzazione non avrebbe consentito una diffusione capillare, scenario comune anche ad altre cantine del Paese. “Sul mercato italiano, vorremmo fare qualcosa di più. Se dal mercato italiano togliamo la Calabria dove siamo presentiin modo forte, vendiamo di più in proporzione in Germania e Svizzera che appunto nelle altre regioni. Ma il problema in casa è anche l’aspetto legislativo più che quello commerciale – aggiunge il produttore -. Le aziende come la nostra sono le più colpite, gli investimenti sono fermi,  è un dramma dovere aspettare per affrontare investimenti strutturali, in comunicazione, nei terreni o in cantina”. Se l’azienda ha saputo tenere alle congiunture economiche negative lo ha potuto fare anche grazie al un morale alto dovuto ai riconoscimenti collezionati in questi dodici mesi e conferiti da parte degli opinion leader del settore più autorevoli. “È importante – conclude Librandi –  dare il giusto spazio al premio sicuramente più importante e cioè a quello che viene annualmente conferito dai consumatori, che permette all’azienda di piazzare sul mercato tutta la produzione”.

Manuela Laiacona