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L'azienda

“Torno in Sicilia per allevare trote”: la nuova vita di Dorothy

10 Dicembre 2018
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(Dorothy Armenia)

di Stefania Petrotta

Dorothy Armenia è il classico cervello in fuga ritornato a casa dopo anni di lavoro fuori dalla Sicilia. La casa è quella dell'Azienda Agroittica Macrostigma in contrada Strafenna a Noto, in provincia di Siracusa, azienda nata nel 1998 che prende il nome da quello della trota endemica di questo territorio, qui allevata.

Laureata in lettere classiche indirizzo archeologico, Dorothy vive e lavora a Catania, a Parigi, in Spagna, a Mantova e in Algeria prima di fare ritorno in Sicilia. Adora insegnare, ma, come spesso accade, la sera la nostalgia di casa la prende alla gola. Non è solo un legame strettamente originario quello con la sua terra, ma soprattutto culturale. Le mancano i gesti, gli sguardi che parlano, gli usi, il dialetto. E così nel 2014 decide di mollare tutto e ritorna a casa, lasciando una vita “sicura”, ma non appagante per un futuro incerto, ma “rassicurante”. Torna e trova l’azienda di famiglia, il suo “salvagente” a cui decide di dedicare corpo e anima, pur non avendo alcuna preparazione, studiando ed applicandosi. Un’azienda già avviata alla diversificazione, ma che riceve dall’apporto di Dorothy nuova linfa. “Mi sono ricavata il mio spazio qui in azienda – racconta – imparando tutto sull’acquacultura e la pesca. Per me è stato il giusto compromesso per riuscire a non essere costretta ad andare via dalla mia terra e mettere a frutto tutto quello che negli anni lontano dalla mia isola avevo acquisito. Avrei potuto cercare la mia strada attraverso una via più canonica, quella dei dottorati e dell’insegnamento, ma ho capito che non avevo energie mentali per farlo. Volevo spendermi in maniera più diretta. Certo, è la strada meno sicura, però per me è sempre stato importante non essere inquadrata, con i pro e i contro che questo comporta. Oggi ritengo di avere fatto la scelta migliore perché ogni sera torno a casa stanca,  ma né scontenta né inaridita, e questa è la mia vittoria personale.”

Grazie anche al suo contributo, dunque, in azienda sono nate una serie di proposte per la ricezione, dalla casa vacanza alla sala degustazione, dalla promozione dei prodotti aziendali (olio, vino, agrumi, marmellate, trote) ai tornei di pesca organizzati in collaborazione con la Fipsas. Non solo. “Un’attività che ci da grande soddisfazione – dice la Armenia – è la fattoria didattica che ogni anno accoglie migliaia di bambini. I bimbi iniziano il loro percorso in sala didattica dove viene loro raccontata la storia della trota macrostigma, ma anche le leggende ad essa legata. Passano in laboratorio per studiare la biologia di questo pesce, lo sezionano, imparano a comprendere le funzioni degli organi, ne guardano al microscopio scientifico i tessuti. Imparano a distinguere le differenze tra questa specie e le altre. Infine vengono portati a vedere le trote che nuotano nelle vasche, scoprono le magie dell’incubatoio, e alla fine pescano e assaggiano la trota. La cosa più bella è quando tornano dopo anni, ormai grandi, perché hanno un bellissimo ricordo e vogliono trasmetterlo a loro volta.”

Un duro lavoro che talvolta si è scontrato con l’idea distorta che le persone hanno di un pesce come la trota, specie spesso conosciuta solo attraverso i sottoprodotti di distribuzione industriale che si trovano al supermercato. Qui invece tutto è curato sin nei minimi dettagli, dalle vasche di allevamento all’affumicatura che viene fatta in 8 ore a fumi freddi con farina di legno di faggio non trattata e profumata al timo selvatico, all’alloro e al rosmarino. Ma quindi la laurea è stata definitivamente riposta nel cassetto? Impossibile tradire il primo amore e così Dorothy si è inventata i pacchetti in azienda a cui abbinare le visite ai dintorni, nella zona archeologica alla scoperta di tombe preistoriche, catacombe paleocristiane, e tutti i reperti di cui il territorio è ricco, accostando a tutto ciò una visita alla biblioteca di letteratura siciliana, spazio per lei di fondamentale importanza. E per concludere, neanche a dirlo, una bella merenda con crostini alla trota affumicata.