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L'azienda

Tenute Ferrocinto, piccola realtà in fermento ai piedi del Pollino

28 Settembre 2012
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Veduta della masseria

Lo scenario che si propone alla vista mentre ci si avvicina alla tenuta dice tutto su questo angolo dell’estremo Nord della Calabria e sulla sua rinascita enologica.

La strada che da Castrovillari, cittadina in provincia di Cosenza, porta alla contrada Frascineto, dove sorge Tenute Ferrocinto, quasi dà un’anteprima di quello che poi i vigneti della cantina raccontano. E’ un percorso costellato da esempi che rimandano ad un’antica tradizione agricola, anzi millenaria, e ancora di più a quella vinicola. Come viene quasi “urlato” da un segnale posto su un muretto che dice: siamo nella zona “Le Vigne”. E’ sempre stata chiamata così, qui le radici della viticoltura affondano al tempo degli Enotri, all’ XI secolo a.C. La vocazione di questo territorio ha finito per diventarne l’”antonomasia”.  Poi ci sono le vette del versante Sud del Pollino che dominano sulla campagna, dolci e massicce quasi a voler contenere tutta la storia che essa racchiude e a cui hanno dato nutrimento. Una cartolina mozzafiato che si anima una volta varcato il cancello della cantina.


 


Veduta sul vigneto 

La perfezione estetica del paesaggio ricorda i vigneti delle Langhe. Le vigne disegnano un giardino, sarebbe il caso di dire, incantato. E quasi a ricordare un castello, vi è la masseria fortificata dai Baroni Salituri nel 1849 che domina sui filari. Cuore, questa, della tenuta e attuale dimora dei discendenti della famiglia che nel passato ha dato lustro al territorio di Castrovillari con i suoi possedimenti agricoli.


Dimora dei Salituri cuore della tenuta

Oggi il patrimonio che custodisce è vocato a vigneto, 45 ettari che dal 2003 sono stati rinnovati, sotto la supervisione del professore Rosario Di Lorenzo della Facoltà di Agraria di Palermo, con varietà autoctone Magliocco Dolce, Montonico, Greco Bianco, Greco Nero, Moscato, Aglianico e con internazionali come lo Chardonnay, il Merlot e il Cabernet  Sauvignon. Una nuova veste che la cantina ha voluto indossare per dare un tributo alle origini del territorio e che per ora prende vita con 200mila bottiglie. In vigna vige il regime biologico, in perfetta linea con la filosofia di produzione che i Salituri hanno da sempre applicato nelle loro tenute agricole, ricorrendo alla lotta integrata. L’azienda è diretta da Luigi Nola, membro della famiglia Salituri e responsabile della divisione vino di CampoVerde Agricola, realtà nata da un’alleanza di imprenditori agricoli del territorio e che si occupa della vinificazione delle uve conferite dai soci. E proprio la selezione di quelle provenienti da Frascineto vengono vinificate come brand di alta gamma Ferrocinto.

Chi segue le vigne e la cantina di Tenute Ferrocinto è invece Stefano Coppola,  mentre si occupa dei vini in laboratorio la moglie Silveria, anch’essa enologa.  Il debutto della cantina avviene nel 2008. Lo stile lo dà Marco Monchiero, winemaker piemontese, uno dei “grandi”, che ha portato sulle vette dell’eccellenza molte cantine in Italia e all’estero. Ai piedi del Pollino, l’enologo del Nord ha voluto che nelle vigne prima di tutto, e poi nei vini, venisse espressa la ricchezza di questo territorio. Un’impostazione che si staglia agli occhi del visitatore, prima ancora che al bicchiere. Basta solo questo senso per carpire come i vini siano frutto di un terroir che beneficia di sole e di escursioni termiche importanti, su cui si stagliano le cime vimbiancate sino al mese di maggio.


Vista sui vigneti della tenuta

“Non potevamo che produrre in biologico – spiega Coppola -. Le uve trovano qui la migliore condizione climatica per crescere sane. Il nostro intervento si riduce al minimo. Le direttive date da Monchieri rispettano profondamente l’essenza della tradizione viticola che vanta la zona. Tutto il lavoro è concentrato sulla qualità delle uve”. E questa identità è quella che si evince nel vino più rappresentativo della cantina, il Magliocco in purezza, da poco uscito sotto la nuova Dop Terre di Cosenza sottozona Pollino. Esemplare del vitigno principe del cosentino che dimostra eleganza e insieme la potenza del vino del sud, senza che questa sovrasti il carattere nobile, sua prerogativa subito apprezzabile al palato. Fa solo acciaio. Per il prossimo anno è prevista l’uscita del Magliocco anche con il marchio Bio. Con le uve di Aglianico la cantina ha voluto fare invece un rosato: il Dolcedorme, nome della vetta più alta del Pollino, 2267 metri. “Anche se la sua origine è al di là del Pollino lo sentiamo nostro. Su questo vitigno stiamo puntando molto. E ci sta dando ottimi risultati”, aggiunge Coppola. E’ Fresco, di buona acidità e sapido”.
 
Ma il terroir di Frascineto dimostra anche un’anima bianchista. Tanto che con le uve di Chardonnay, Tenute Ferrocinto a fine anno debutta con un metodo classico. Un Brut ottenuto dall’annata 2010 e prodotto con l’utilizzo di un liqueur d’expedition fatto di vini bianchi barricati. Solo 7 mila le bottiglie che usciranno nel mercato. 

M.L.

 

Tenute Ferrocinto
C.da Ciparsia
87012 – Castrovillari (Cs)
r.branca@campoverdeagricola.it